Restituire sovranità ai cittadini, la democrazia parlamentare rappresentativa è in pericolo

di Antonio Caputo - huffingtonpost.it - 22/02/2017

La grave crisi di sistema istituzionale attraversata anche dal nostro paese, di cui è sintomo quanto sta accadendo in questi giorni nel Pd, dopo il voto popolare del 4 dicembre e la sentenza della Consulta che ha azzoppato l'italicum, impone una amara riflessione sul grado di salute, non buono, del parlamento. Non disgiunta dalla speranza di una inversione di rotta.

Sistema parlamentare e garanzia dei diritti di libertà sono nati storicamente, non conosciamo nulla di più democratico e avanzato, nell'ambito di un'unica e coerente concezione dello stato che si suole designare col termine "costituzionalismo".

Scriveva Bobbio, in un saggio pubblicato da Laterza nel 1954, intitolato "Il buongoverno", che "... il costituzionalismo rappresenta lo sbocco naturale dell'idea del buongoverno fondato sulla supremazia della legge.

Solo con l'istituzione e l'esercizio e della democrazia rappresentativa le divisioni si spostano dal Paese al parlamento dove il dissenso è per così dire costituzionalizzato e quindi legittimato, e dove nascono i partiti nel senso moderno della parola , non più fazioni, in quanto parti che, rappresentando di volta in volta il tutto e alternandosi al potere quando l'alternativa è possibile, costituiscono il necessario tramite tra i cittadini e lo Stato, e in tal modo permettono la permanenza della democrazia, ovvero di un sistema politico poliarchico in una società di massa".

Che fare in tempi come il nostro, quando dalla società partono un numero di domande verso il sistema politico molto superiore alla capacità del sistema di rispondervi? Per di più, avendo disabituato i cittadini con il famigerato porcellum a coltivare qualunque rapporto diretto e fiduciario con l'istituzione parlamentare?

Il No referendario del 4 dicembre ha forse segnato una importante inversione del processo, quantomeno il desiderio dei cittadini di contare e di avere voce.

L'azzoppamento dell'italicum, figlio degenere del porcellum, con la sentenza del 25 gennaio della Consulta, potrebbe consentire il ripristino della democrazia parlamentare rappresentativa, permessa di qualunque possibile "buongoverno".

Senonché, giorno dopo giorno celebriamo quel che resta della politica in sua progressiva morte. Ciò di cui non ci rendiamo conto, e uso volutamente il plurale maiestatico poiché la questione è trasversale, chiamando in causa i cittadini in quanto tali, al di là del loro posizionamento culturale e "ideologico" è che il tramonto della rappresentanza effettiva (di ciò si tratta, non di altro) deriva non solo dal declino della democrazia sociale ma anche da una vocazione piuttosto diffusa, e quindi condivisa, al declino irrazionale e irragionevole. Ovunque, nelle nostre società.

Non feriscono tanto le scosse telluriche in un partito, quello democratico, che è oramai è come ripiegato in se stesso, quanto il fatto che saremo sempre più indifesi. Indipendentemente dalle opinioni e dagli interessi di cui siamo portatori.

Al posto delle tutele e dei diritti ci vengono riproposti quei simulacri della società civile, che sono gli identitarismi, o persone fisiche tout court, con il loro ego iperpersonale (ogni allusione all'uomo di Rignano, al Renzi californiano è puramente casuale).

Lunga vita alle tante forme e formule di populismo, morte al "popolo", particolarmente i più deboli e indifesi! Il rischio del gorgo in cui si sta sprofondando può essere superato? Sarà possibile restituire dignità, prestigio e fondamento al sistema parlamentare? Prima che sia tardi?

In un paese che ha un tasso di disoccupazione altissimo, con oltre sei milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà assoluta, senza contare lo scandalo del lavoro precario che grava soprattutto sulle generazioni più giovani e non accenna ad arrestarsi.

O assisteremo all'inabissamento e al suicidio della democrazia rappresentativa col fantasma di Weimar? So bene che terminare un ragionamento con domande finisce per lasciare un senso di incompiutezza e di amarezza.

Forse sarà capace di rispondere solo chi, riprendendo Max Weber a proposito delle tre qualità dell'uomo politico, "sentirà con passione, agirà con senso di responsabilità, affronterà la prova e la sfida con lungimiranza".

Come cercare la cruna dell'ago per un cieco! Se non fosse che il voto popolare del 4 dicembre ha aperto una nuova pagina per una Istituzione, il parlamento della repubblica, che può essere riconquistata.

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