Se si chiudono i porti, si chiudano anche le chiese

di Massimo Marnetto - 26/06/2018
Si dovrebbe ammettere che le famose "radici cristiane"  dell'Europa si sono seccate, soffocate dal fungo velenoso dell'aporofobia. Un modo onesto per evitare che almeno alla micosi del capitalismo di clausura si sovrapponga anche la muffa dell'ipocrisia.

E invece Macron diventa protocanonico con una solenne investitura vaticana. Un riconoscimento onorifico fasullo rispetto alle azioni di negata accoglienza, che il presidente francese ha imposto alla sua gendarmeria con spietata intransigenza sui confini montani e sugli scogli di Ventimiglia. Così, come hanno fatto i cattolicissimi polacchi rifiutandosi di rispettare le previste quote di ingressi, in sintonia con altri religiosi paesi dell'Est; fino ai devoti ungheresi, che hanno persino modificato la costituzione per rendere sfacciatamente solenne la loro indifferenza.

No, del cristianesimo in Europa non ci sono più radici, né identità, né umanità. 
Le chiese sono teatri dove recitiamo quello che vorremmo essere. E non siamo più.

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