Un agosto di lotta per la Costituzione e la legalità

di Paolo Flores d'Arcais - Micromega - 04/08/2013
Quest’anno il mese di agosto non sarà per la politica un periodo “balneare”, bensì cruciale: si è aperto con la prima condanna definitiva per l’ormai ex-Cavaliere o d’ora innanzi ufficialmente Delinquente di Arcore

Ci saranno settimane di scontro tra gli unici due veri partiti esistenti in Italia, il partito della legalità e il partito dell’impunità (per l’establishment: per il cittadino comune, si finisce in galera se rubi due mele).

La nostra è insomma una situazione manichea, ognuno dei due campi, legalità e impunità, si differenzia e articola al suo interno, ma si tratta innanzitutto di fare la scelta di fondo: o di qua o di là. Restare al governo col Delinquente di Arcore significa reggergli il sacco, stare di là, essere complici o pronubi del partito dell’impunità.

L’obiettivo di fondo del partito dell’impunità è lo smantellamento della Costituzione repubblicana nei valori di fondo che la ispirano, “giustizia e libertà”. Questi nemici della Costituzione nata dalla Resistenza dicono che però va migliorata, adeguata ai tempi. Certamente: cominciando dall’abrogazione dell’articolo 7, sporcizia clericale in un testo democraticamente adamantino. E proseguendo con la riduzione del parlamento a una sola camera legislativa di cento deputati, e un senato composto a rotazione dai sindaci, come camera di difensori civici (ho avanzato queste proposte trent’anni fa!). E dall’eliminazione di alcune modifiche recenti, in particolare l’obbligo di pareggio di bilancio.

Ma non sono queste le modifiche che hanno in mente i riformatori/picconatori delle larghe intese. Quelli sopra richiamati renderebbero infatti la nostra Costituzione ancora più coerente con la sua ispirazione di fondo di “giustizia e libertà”, quelle ventilate dai vari comitati di “esperti” voluti dalla partitocrazia e dal Quirinale vanno invece nella direzione esattamente opposta.

Difendere la Costituzione “giustizia e libertà” e anzi battersi per la sua realizzazione (mai integralmente avvenuta) fa tutt’uno dunque con il partito della legalità. Questo è lo scopo della raccolta di firme lanciata dal Fatto quotidiano, con l’obiettivo inaudito e “folle” di mezzo milione di firme, per il quale ogni sforzo deve essere fatto durante questo agosto, perché il suo raggiungimento sarebbe una clamorosa conferma della volontà di mobilitazione di masse di cittadini coerentemente democratici.

Altrettanto fondamentale è accompagnare questa mobilitazione sul web con una mobilitazione “in carne ed ossa” per una manifestazione di piazza per l’ultimo sabato di settembre a Roma. Per questo ho invitato Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Maurizio Landini e Marco Revelli, che costituiscono il punto di riferimento di organizzazione come le associazioni per i beni comuni, “Libertà e Giustizia”, la Fiom e “Alba”, a indire tale manifestazione insieme a MicroMega. I tempi sono strettissimi, solo l’annuncio dato già ora (in vista del 28 settembre) può consentire che cresca la mobilitazione, anziché lasciare disperdere l’indignazione in nuove forme di apatia e rassegnazione.

Ho anche inviato una lettera ai parlamentari eletti nelle liste del M5S, oggi una vera opposizione al governo Letta-Alfano (che per scrupolo filologico tante volte abbiamo ricordato in questi mesi come governo Napolitano-Berlusconi), che pubblichiamo qui sotto. Alle considerazioni lì svolte aggiungo solo che è urgente un’azione per una legge elettorale che metta il Pd con le spalle al muro: legge elettorale che ricalchi in ogni circoscrizione quella per l’elezione dei sindaci, l’unica che abbia funzionato da autentica innovazione e che sia riconosciuta e apprezzata dai cittadini.

Aspettiamoci nelle prossime settimane, da parte dell’intero establishment, e non solo degli scherani e curve sud del Delinquente di Arcore, ogni genere di manovra, manipolazione mediatica, minaccia e ricatto, per indebolire e dividere il partito della legalità, maggioranza schiacciante nel paese ma minoranza in parlamento e presenza ancor più esigua nei media, e ridare fiato e prospettive al partito dell’impunità. Non limitiamoci a sperare nella sconfitta di queste forze antidemocratiche, la speranza può facilmente convertirsi in illusione: solo finché c’è lotta c’è speranza.

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