Votare e basta

di Liana Minella - Repubblica - 22/10/2013
Se Berlusconi resta senatore vuol dire che chi vota condivide i suoi metodi

Ebbene sì, signori miei, siamo ancora qui a parlare di decadenza. Di Berlusconi ovviamente. Ne andiamo parlando esattamente da 80 giorni. Ottanta. Avete letto bene, proprio 80. Un’assurdità. Un’inutile spreco di risorse. La prova che il termometro della legalità è sceso alla temperatura dei morti. Uno viene condannato per un reato grave come la frode fiscale. Questo signore è il leader del più grande partito del centrodestra.

È stato premier. Ha altri processi, sempre per reati gravi. In qualsiasi altro Paese si sarebbe dimesso di sua spontanea volontà dopo un giorno. Un indulto gli riduce la pena di 3 anni. Non comincia neppure a scontare — come ci si aspetterebbe che facesse —l’anno residuo. Resta tranquillo a vivere la vita di prima. Politica, Francesca (la fidanzata)e Dudù (il cane). Dicono che i tribunali di sorveglianza sono intasati. Io casco dalle nuvole. Con la decadenza da senatore non va meglio. Il nostro uomo sta attaccato alla sedia come una cozza. Dicono che lo faccia perché ha paura di essere arrestato da qualche procura sul piede di guerra. Cattivo segnale pure questo.

Se avesse la coscienza pulita starebbe tranquillo. Invece da 80 giorni mena il balletto della politica italiana intorno al suo scranno di senatore. Un ricatto continuo. Di cui Letta è il destinatario. Ogni giorno c’è una trovata. L’ultima è che c’è squilibrio tra l’interdizione comminata dai giudici della Corte di appello di Milano e la legge Severino. La prima lo tiene fuori dal Senato per due anni, la seconda per sei. Quindi ecco le mosche cocchiere del Pdl, Schifani in testa, pronte a chiedere a Letta di cambiare la Severino.

Inutile ricordare che la legge Severino fissa appositamente un’esclusione ampia perché vuole garantire un Parlamento pulito in cui non ci siano condannati. Parlamento pulito? Ma chissenefrega…il Pdl lo vuole sporchissimo, con dentro tutti i condannati possibili, pure per reati gravi, perché ritiene di rappresentare una parte del Paese il cui livello di moralità è sotto terra. È così signori che votate a destra? Davvero delle istituzioni non ve ne importa nulla? Davvero siete convinti che una condannato possa e debba rappresentarvi? Io non ci credo. Credo invece che il Pd stia sbagliando tutto.

È stato un errore seguire l’M5S nella richiesta di cambiare la regola del voto segreto in voto palese al Senato. Ha sortito solo un effetto, rallentare i tempi di una decadenza che si sarebbe potuta votare subito, certamente prima della legge di stabilità. Scelta sbagliata per almeno due buone ragioni: non si cambiano le regole in corsa, e neppure si interpretano quelle esistenti di fatto cambiandole.

Così lavora Berlusconi. Non bisogna aver paura della sfida. Il voto sulla decadenza di Berlusconi è una sfida a Berlusconi, una sfida dura, decisiva. Dice chi vuole cambiare le regole che quel voto non è sulla persona, ma è sul plenum del Senato. Non ci prendiamo in giro: nessun altro voto sarà sulla persona, sulla persona di Berlusconi, come questo.

Certo, è un voto che può riservare sorprese, un voto di sfida a vent’anni di centrodestra gestito in modo dispotico e a colpi di denaro. Se Berlusconi resta senatore vuol dire che chi vota condivide i suoi metodi. Palese o segreto poco cambia.

Ma un fatto è certo: anche un’ora sola in più lasciata alle trattative sotto banco è un’ora persa per la democrazia.

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