Leone, Nicola, Raffaele, Giovanni, Maurizio, Donato, Enrico, Aldo, Antonio, Michele, Moreno, Renzo, Joussouf, Antonello ed altri 328 ancora.
342 nomi, 342 persone morte di lavoro, 342 fili spezzati, 342 famiglie legate da un lungo filo rosso di sangue e dolore per una persona cara “rubata” al proprio affetto, 342 ricordi, 342 persone che oggi non saranno in piazza con noi a festeggiare il PRIMO MAGGIO, la festa del lavoro.
Soprattutto 342 “buone ragioni” per Cgil,Cisl e Uil per tornare subito e soprattutto “uniti” nei luoghi di lavoro 365 giorni all’anno perché difendere dove c’è e promuovere dove ancora latita la “cultura della sicurezza” è un dovere di tutti, soprattutto dei sindacati.
Io oggi sarò in piazza anche per questi 342 colleghi, per non rendere "inutile" la loro morte, per dire basta "omicidi bianchi", per dire un forte e deciso NO a questa "deregulation" voluta e "incentivata" dal governo Berlusconi con le modifiche al Testo Unico, per ridare "dignità e valore" a questa parola oggi così "offesa e umiliata": LAVORO.