Il 17 Ottobre resterà una data storica nella storia della scuola italiana.
La scuola italiana, dall’asilo all'università, ha sfiduciato il ministro Gelmini e la sua Riforma: mezzo milione di persone a Roma, trentamila a Milano, cortei di migliaia di persone a Napoli, Genova, Catania, Bologna e Palermo non hanno bisogno di troppi commenti.
Il ministro Gelmini, confermando clamorosamente la sua inadeguatezza al posto che occupa, afferma di non "capire" le ragioni della protesta.
Essendo abituati a spiegare le nostre materie anche a studenti con gravi problemi d’apprendimento, chiariamo subito al ministro che noi protestiamo contro gli 8 miliardi d’Euro ed i 130.000 posti in meno nella scuola pubblica previsti dalla Finanziaria del 2008 fortemente voluti dal ministro dell'Economia Tremonti e dal Premier Berlusconi: il governo ha deciso di far pagare alla scuola la crisi economica del Paese.
Quando il ministro Gelmini afferma che non ci saranno licenziamenti nella scuola evidentemente non "capisce" che 130.000 precari resteranno senza lavoro.
I precari non sono delinquenti o banditi, ma lavoratori che hanno consentito il funzionamento dell’Istituzione Scolastica per molti anni.
Il ministro non "capisce" che con classi di 35, 40 alunni non si riesce ad insegnare, e non "capisce" che il ritorno del maestro unico distruggerà la scuola primaria ritenuta dalle indagini internazionali una delle migliori del mondo.
Il ministro non "capisce" che Scuole Superiori ed Università protestano contro la trasformazione in fondazioni che privatizzeranno la cultura riservandola a pochi e ricchi privilegiati, e non "capisce" che senza il ritiro del decreto legge sul maestro unico ed il totale cambiamento della sua politica scolastica le proteste continueranno e si inaspriranno sempre di più.
Il Presidente della Repubblica Napolitano chiede di essere propositivi, ed il ministro Gelmini invita a dire dove trovare le risorse per assumere 130.000 operatori della scuola.
Dato che abbiamo un ministro che non "capisce", ci pensiamo noi a dare qualche suggerimento che vorremmo girare anche al Presidente Napolitano:
1) Seria lotta all’evasione fiscale
2) Tagliare le Province, gli stipendi dei Parlamentari, i Parlamentari, le comunità montane, gli enti inutili
3) Un taglio del 10% del numero dei rappresentanti negli organi elettivi, dalle circoscrizioni ai comuni, alle province, alle regioni.
4) Drastica riduzione delle consulenze esterne; diminuzione degli stipendi dei dirigenti statali e delle loro pensioni
5) Aumento della tassazione degli alti redditi, dei grandi patrimoni, dei guadagni dovuti alla speculazione finanziaria-borsistica; reintroduzione della tassa di successione per le grandi eredità
6) Tassare i beni ecclesiastici non connessi ad attività di culto; abolire l'otto per mille e qualsiasi altra forma di sovvenzionamento statale alle Chiese
7) Invece di dare aiuti di Stato alle industrie automobilistiche, darli alla scuola
8) Invece di prevedere finanziamenti da dare alle banche in crisi, prevedere finanziamenti per assumere i precari: si otterrà un immediato aumento dei consumi interni che potrà salvare il paese dalla grave crisi economica in corso
9) Riduzione delle spese militari
10) Eliminazione dei finanziamenti alle scuole private a favore della scuola pubblica statale
Siamo pronti a discutere le nostre proposte con il ministro Gelmini, che finora non ci ha mai ricevuti nonostante le nostre richieste, e con il Presidente Napolitano.
FORUM PRECARISCUOLA ( http://precariscuola.135.it )
La scuola italiana, dall’asilo all'università, ha sfiduciato il ministro Gelmini e la sua Riforma: mezzo milione di persone a Roma, trentamila a Milano, cortei di migliaia di persone a Napoli, Genova, Catania, Bologna e Palermo non hanno bisogno di troppi commenti.
Il ministro Gelmini, confermando clamorosamente la sua inadeguatezza al posto che occupa, afferma di non "capire" le ragioni della protesta.
Essendo abituati a spiegare le nostre materie anche a studenti con gravi problemi d’apprendimento, chiariamo subito al ministro che noi protestiamo contro gli 8 miliardi d’Euro ed i 130.000 posti in meno nella scuola pubblica previsti dalla Finanziaria del 2008 fortemente voluti dal ministro dell'Economia Tremonti e dal Premier Berlusconi: il governo ha deciso di far pagare alla scuola la crisi economica del Paese.
Quando il ministro Gelmini afferma che non ci saranno licenziamenti nella scuola evidentemente non "capisce" che 130.000 precari resteranno senza lavoro.
I precari non sono delinquenti o banditi, ma lavoratori che hanno consentito il funzionamento dell’Istituzione Scolastica per molti anni.
Il ministro non "capisce" che con classi di 35, 40 alunni non si riesce ad insegnare, e non "capisce" che il ritorno del maestro unico distruggerà la scuola primaria ritenuta dalle indagini internazionali una delle migliori del mondo.
Il ministro non "capisce" che Scuole Superiori ed Università protestano contro la trasformazione in fondazioni che privatizzeranno la cultura riservandola a pochi e ricchi privilegiati, e non "capisce" che senza il ritiro del decreto legge sul maestro unico ed il totale cambiamento della sua politica scolastica le proteste continueranno e si inaspriranno sempre di più.
Il Presidente della Repubblica Napolitano chiede di essere propositivi, ed il ministro Gelmini invita a dire dove trovare le risorse per assumere 130.000 operatori della scuola.
Dato che abbiamo un ministro che non "capisce", ci pensiamo noi a dare qualche suggerimento che vorremmo girare anche al Presidente Napolitano:
1) Seria lotta all’evasione fiscale
2) Tagliare le Province, gli stipendi dei Parlamentari, i Parlamentari, le comunità montane, gli enti inutili
3) Un taglio del 10% del numero dei rappresentanti negli organi elettivi, dalle circoscrizioni ai comuni, alle province, alle regioni.
4) Drastica riduzione delle consulenze esterne; diminuzione degli stipendi dei dirigenti statali e delle loro pensioni
5) Aumento della tassazione degli alti redditi, dei grandi patrimoni, dei guadagni dovuti alla speculazione finanziaria-borsistica; reintroduzione della tassa di successione per le grandi eredità
6) Tassare i beni ecclesiastici non connessi ad attività di culto; abolire l'otto per mille e qualsiasi altra forma di sovvenzionamento statale alle Chiese
7) Invece di dare aiuti di Stato alle industrie automobilistiche, darli alla scuola
8) Invece di prevedere finanziamenti da dare alle banche in crisi, prevedere finanziamenti per assumere i precari: si otterrà un immediato aumento dei consumi interni che potrà salvare il paese dalla grave crisi economica in corso
9) Riduzione delle spese militari
10) Eliminazione dei finanziamenti alle scuole private a favore della scuola pubblica statale
Siamo pronti a discutere le nostre proposte con il ministro Gelmini, che finora non ci ha mai ricevuti nonostante le nostre richieste, e con il Presidente Napolitano.
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