App interessi privati e pubbliche reclusioni

di Antonio Caputo - periodicoliberopensiero.it - 23/04/2020
Non sarebbe allora meglio affidare l'app al solo Servizio sanitario nazionale con la supervisione del Garante della privacy?

Chi dovrebbe dar vita all’app “Immuni” avrà un enorme potere: miliardi di dati, e dei più sensibili e “preziosi”, su milioni di persone verranno veicolati dalla loro creatura digitale.

Chi sono i soggetti indicati da Arcuri? E che cosa c'entra Arcuri?

Le tre aziende private coinvolte sono Bending Spoons , che realizzerebbe l’infrastruttura, il Centro Medico Sant’Agostino di Luca Foresti (una rete di poliambulatori che lavora anche sulla digitalizzazione dei processi ospedalieri) e il colosso dell’e-marketing Jakala, guidato da Matteo de Brabant.   Tutte società con sede  a Milano.

Bending Spoons: fondata da quattro ragazzi italiani nel 2013 – Francesco Patarnello, Luca Ferrari, Matteo Danieli e Luca Querella – sviluppa applicazioni che hanno avuto decine di milioni di download e, secondo una classifica del Sole 24 Ore di qualche tempo fa, è una delle prime venti aziende al mondo in questo settore.

A fine del 2019 aveva circa 130 dipendenti, quasi tutti a tempo indeterminato e il fatturato era previsto più che raddoppiare rispetto al 2018 (90 milioni rispetto ai 37,5 certificati dall’ultimo bilancio disponibile).

Numeri che hanno attirato gli interessi degli investitori: a luglio 2019 sono entrati col 5,7% nella compagine proprietaria – fino ad allora costituita dai fondatori e da alcuni dipendenti di Bending Spoons – tre società, vale a dire H14 di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, Nuo Capital dalla famiglia Pao Cheng di Hong Kong e StarTip (veicolo di Tamburi Investments Partners spa).    

Non sarebbe allora  meglio affidare l'app al solo Servizio sanitario nazionale con la supervisione del Garante della privacy? Sottraendone la gestione ad Arcuri e allo stesso governo?  Collegandola alla rete della medicina territoriale di base perché il nostro medico abbia sotto mano l'evoluzione del nostro stato di salute?

Si incentiverebbe in concreto: continuità assistenziale, telemedicina, tele-monitoraggio permanente, che presuppongono la dotazione di strumenti quali termonetri, saturimetri misuratori di pressione e frequenza cardiaca  e indice glicemico e loro sistematica rilevazione strutturata ad opera di Asl e medicina di base.

Così da  intervenire concretamente e tempestivamente. Con  la garanzia  irrevocabile di distruzione dei dati a fine epidemia. Salva la loro autorizzata detenzione da parte del medico di base.

lo strumento app, potrebbe allora, non essere percepito come una sorta di grande fratello alle nostre calcagna con dati  addirittura in possesso di un governo, ma un mezzo terapeutico comunque utile.  A condizione, ahimè lontana, di un radicale potenziamento della medicina territoriale, dopo decenni di dissesto da mala gestione politica.

Ma se si continuano a fare pochi tamponi in assoluto, circa ad oggi solo 900mila a fronte dei 4milioni della Germania, come non comprendere che l'utilità dell'app,  nei termini oggi ipotizzati, è molto ridotta se non quasi nulla?

Anche perché solo 1/5 o meno della popolazione ultra65enne dispone e sa usare internet.

App strumento terapeutico e di intervento di sostegno del servizio sanitario e non similpoliziesco insomma.

Escludendo naturalmente qualsiasi interferenza di Google, Microsoft, e simili, oltre che di qualunque governo. Ben diverso  e molto opaco, equivoco  e nebuloso il quadro inquietante e avventuroso tracciato da Arcuri e Colao.

Conte ha detto ieri in parlamento che non è obbligatoria nè può impedire i movimenti dei cittadini. Arcuri e Colao affermano il contrario.

La App ha origine nebulosa e soprattutto non si sa chi gestisce i dati chi e sino a quando li custodirà e nemmeno a che e che cosa serve e se serve .

Il presidente del Consiglio Conte ha annunciato alle camere che la ”app Immuni” per tracciare gli italiani sullo smartphone è solo su «base volontaria e non può assolutamente costituire un impedimento al libero movimento delle persone».

Senonché il signor Domenico Arcuri, nominato da Conte commissario all’emergenza, faceva la sua apparizione un po' spettrale in conferenza stampa con la sua forte e cavernosa inflessione infarcendo il suo eloquio di termini oscuri, in uno scenario senza luce.

Le sue parole: «Il contact tracing [app Immuni. Ndr] è una modalità per garantire che in qualche modo vengano conosciuti e tracciati i contatti che le persone hanno, molto importante se qualcuno si contagia. Possono essere usati per contenere la diffusione del virus. In tutto il mondo alleggerire il contenimento significa essere in grado di mappare tempestivamente i contatti delle persone; l’alternativa sarebbe non alleggerire le misure, privandoci di quote importanti della nostra libertà come in queste settimane è accaduto».

In altre parole o aderite all’App Immuni o prolungare il lockdown (termine anglofono che evoca Guantanamo nella sua originaria accezione dopo l'attentato delle 2 torri gemelle).

Insomma: o vi fate tracciare o restate a casa. È accettabile?

Su questa storia dell’app Immuni c’è molta, troppa confusione e poca trasparenza.

Nemmeno si sa dove andranno a finire i dati del tracciamento, tanto che il Copasir, il comitato parlamentare sui servizi, è convocato d’urgenza. Sponsor anche l’ultimo arrivato e nominato in conferenza stampa, Colao (Meravigliao), ex capo Vodafone. Vive a Londra da anni. È stato messo a capo di una task force che dovrebbe dirigere la fase 2, riapertura del Paese.

Non si sa in base a quale selezione e competenze visto che si occupava di telefonia e di finanza. (o forse per questo?)

Di lui in tv si vedono solo immagini d’epoca dove brandisce dei telefonini.

Il campione della app Immuni è comunque ancora consulente della General Atlantic, società di investimento americana che ha stanziato un fondo da 5 miliardi di dollari per far acquisizioni di società in difficoltà per il covid19.

Fa ancora questo mestiere nella finanza? Si è dimesso? Si è autosospeso? Non lo sappiamo. Potremmo far tracciare anche lui così sappiamo dove sta e cosa fa.

Ancora uno sforzo e alla prossima invece delle mascherine ci mettono la museruola per la libera uscita.

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