La destra orfana cerca sponsor

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 26/05/2023
Prima si sono intestati Dante, adesso Manzoni

Se non fosse desolante sarebbe davvero comico: la destra, orfana di una tradizione di cultura, se ne vuole inventare una. Ma come fare? Dove sono i testi, le fonti, i personaggi da cui questa fantomatica tradizione avrebbe preso le mosse? Eeeehhhh, è dura…Ma forse un trucco c’è: basta intestarsi la primogenitura di testi e personaggi già noti, no? Ed entriamo così nel turbine della fantasia più sfrenata… del resto la Meloni non è una fan del fantasy? Tanto da chiamare la festa annuale della gioventù di destra Atreju, come l’eroe protagonista de “La storia infinita” di Michael Ende.

Nella costruzione di un “pantheon” destrorso poco credibile, ha cominciato il ministro Sangiuliano con una dichiarazione veramente scioccante e cioè che Dante fosse di destra. Ora, è noto a tutti quelli che abbiano proprio un minimo di cultura, che i termini destra e sinistra sono nati secoli dopo Dante, con la Rivoluzione francese e si riferivano alla posizione - nell’emiciclo del parlamento - dei deputati che sedevano alla sinistra o alla destra del Presidente dell’assemblea legislativa. Questi termini sono stati poi acquisiti e riproposti in tutte le assemblee parlamentari del mondo occidentale europeo. Se poi il ministro voleva dire che Dante era un conservatore retrogrado, ha davvero sbagliato tutto. Intanto la Commedia è scritta in volgare e non in latino, cioè nella lingua del popolo, non in quella dei sapienti e degli aristocratici, poi lui era un simpatizzante francescano e degli ordini minori e in politica si era schierato contro la grande aristocrazia magnatizia cittadina e il Papa, coloro cioè che lo condannarono al rogo. Bonifacio VIII addirittura lo mette all’Inferno, ancora vivo!

Dante era un uomo fuori dagli schemi: combattè a 24 anni nella battaglia di Campaldino e lo fece a cavallo, eppure non era un cavaliere in senso sociale e aristocratico. Aveva una cultura vastissima, ma non era un ecclesiastico, era un intellettuale ed era laico. E questo vuol dire che era di sinistra? Ma non mi sognerei mai di dire una simile baggianata anacronistica!! Ma quando mai! Capisco che farebbe piacere a chiunque di averlo in squadra, ma proprio non esiste! Intestarsi un rapporto diretto con un uomo vissuto e morto 700 anni fa è una follia, o un tentativo di “scippo”: fa venire in mente quel furbacchione che cercò di intestarsi il brevetto della ruota, visto che nessuno l’aveva mai fatto.

Ritratto_di_Alessandro_Manzoni_by_Francesco_Hayez.jpg

E adesso tocca al povero Manzoni, al “sciur Lisander”. Questa volta è stato il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare (santo cielo che dicitura retorica e retriva!) Francesco Lollobrigida a sporgersi e a cascare nel baratro dello sciocchezzaio... ma dico io, perché non si occupa del suo ministero? Come dicono i milanesi “ofelè fa el to mestè”, cioè pasticcere fa il tuo mestiere, nel senso di: occupati di quello che sai.

Tutto è cominciato con il discorso del nostro Presidente Mattarella, che commemorava i 150 anni dalla morte di Alessanro Manzoni: “Nella visione di Manzoni è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. E’ l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti”.

A questo nobilissimo e civilissimo discorso sull’etica e la dignità della persona, ha risposto il Ministro: “ Io posso solo citare la figura di Alessandro Manzoni, cui il presidente Mattarella si è ispirato ieri in occasione del 150° anniversario della morte. C’è stato un autore italiano, come colui che ha scritto i Promessi sposi, che più ha trasmesso il concetto di matrimonio e dunque di famiglia?”. E’ da non crederci, davvero. Ma, come dicono a Roma, ci è o lo fa? E quando qualcuno gli ha fatto notare l’incongruenza della risposta e che l’appello di Mattarella poteva riferirsi a qualche sua affermazione sull’etnia, ha risposto: "Se avesse voluto riferirsi a me, avrebbe fatto in modo che lo sapessi prima"…ma chi crede di essere??? È davvero assurdo….

E’ meglio che lasciamo perdere e torniamo alla sua affermazione sul matrimonio: e qui si vede che il signor Lollobrigida non ha capito una zucca di nulla. Anche qui il proverbio cinese : quando indichi la Luna lo stupido guarda il dito, è proprio calzante. Il fatto che il romanzo si intitoli “I promessi sposi” non vuol dire che l’argomento sia il matrimonio! E’ solo un escamotage per parlare della situazione del Lombardo Veneto sotto il giogo austriaco e dei soprusi subiti dalla popolazione, ma per non correre il rischio di finire in galera, sposta il tempo indietro e colloca la sua narrazione all’epoca della dominazione spagnola. Un po’ come fece Verdi col suo “Và pensiero”, emozionante coro del Nabucco ( che la Lega ha preso come proprio inno, dimostrando così di non aver capito proprio un accidenti di niente del senso di quelle parole, in quel momento storico).

L’ignoranza si vede proprio in questa incapacità di contestualizzare le cose, gli avvenimenti, le affermazioni e se non si contestualizza non si capisce più niente, o peggio: si equivoca. Ma lo sa il Ministro dell’agricoltura cosa ne dicevano i cattolici intransigenti di Manzoni? Lo odiavano, si informi. Il periodico gesuita “La Civiltà Cattolica”, poco dopo la sua morte, per altro ignorata, si scagliò contro di lui, accusandolo di essere il tramite attraverso cui i liberali avevano potuto attuare la loro politica laicista, abbattendo il potere temporale dei papi.

Don Davide Albertario, uno dei suoi oppositori più accaniti, scriveva: «Manzoni non iscorse o non volle iscorgere l'inganno che la rivoluzione nascondeva alle promesse di unità italiana [...] Egli pertanto non si unì ai difensori della fede; lasciò in disparte gli alti interessi del cattolico e fece proprii quelli della rivoluzione; non per questo rinnegò il cattolicismo, ma lo portò seco nel campo nemico, ed i nemici accolsero con plauso lui e il divin prigioniero [il Papa, n.d.a].»

E Benedetto Croce, citando le parole di Giovanni Papini sui personaggi religiosi citati nel romanzo: «Alessandro Manzoni, ricco dei più velenosi succhi dell'illuminismo francese, non vede nel Cattolicesimo se non un umanitarismo sociale con dei riti da godere più che da approfondire; aspetta che sian morti tutti i giansenisti italiani per disdire le sue prime tentazioni di schifiltoso rigorista, e nemmeno le disdice; rappresenta un Vescovo talmente grande che è difficile trovarlo nella vita e nella storia, fuorché nei Santi, mentre il suo santo non è; rappresenta un frate, dissimile troppo dai suoi pari e superiori; una suora omicida, lussuriosa e manutengola; rappresenta un parroco tanto vile che san Giovanni Bosco non glielo perdonerà mai; non dice una parola, nella sua lunga vita, a difesa del Pontificato romano nell'Ottocento, sfidando condanne autentiche della Santa Sede, a cui obbedivano, pur soffrendo, Vescovi, sacerdoti, laici; e nonostante tutto questo, tutti i cattolici lo considerano lo scrittore cattolico per eccellenza e qualcuno addirittura lo proporrebbe volentieri per santo.»

Quanto al suo essere un patriota: certo che sì che Manzoni lo era, era un uomo del suo tempo, era un romantico e viveva in una terra oppressa da un potere straniero. E così la frase citata, tratta dall’Ode Marzo 1821, è fraintesa da Lollobrigida:«L’Italia, per Manzoni, è ‘una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor’. C’era un forte contenuto patriottico nelle sue opere», ribadisce il ministro, sottolineando che «esistono autori che hanno affermato e difeso l’identità italiana.” Già. E lo sa come comincia?

Soffermati sull’arida sponda,

Vòlti i guardi al varcato Ticino,
Tutti assorti nel novo destino,
Certi in cor dell’antica virtù,
Han giurato: Non fia che quest’onda 
Scorra più tra due rive straniere:
Non fia loco ove sorgan barriere
Tra l’Italia e l’Italia, mai più
!
E come la mettiamo, signor Ministro e signori patrioti della domenica, con l’Autonomia differenziata? La trattiamo appunto come la spazzatura, questa Italia?

Voglio dire, tutto questo orgoglio nazionale a cosa si riduce, se non conosci e non rispetti ciò di cui andare orgoglioso? A proclami elettorali?

 

Barbara Fois

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