Mimose di sangue

di Barbara Fois - Liberacittadinanza.it - 08/03/2022
8 marzo di donne in guerra

Care amiche e compagne, oggi noi non festeggiamo proprio nulla, perché non c’è un solo motivo per festeggiare, quando si è in guerra. Ma vogliamo solo ribadire la nostra solidarietà a tutte le donne che in questo momento sono sotto le bombe e cercano di proteggere i propri cari, i propri figli, il proprio paese con tutto l’impegno generoso di cui sono capaci.

Guardiamo bene questi miserabili, bugiardi tavoli di trattative, in cui le donne non sono presenti e che non porteranno alla pace, proprio perché loro sono escluse. Ci sono solo maschi a parlare, a decidere, a negoziare, a contrattare, ma certamente non disposti a venirsi incontro, a cedere nemmeno di un centimetro. Difficilmente questa mentalità porta ad un accordo. Come sempre relegano le donne alle retrovie, come fossero solo angeli del focolare e non esseri umani pensanti, risoluti e ragionanti. Ma se non ci fossero le donne a difendere case e figli, a preservare la vita, a proteggere e ricostruire il futuro, che ne sarebbe di tutti questi maschi bellicosi, capaci solo di mostrare i muscoli e di minacciare gli altri?

Ha scritto giustamente Antonella Mariani: “ Nei primi dieci giorni di guerra abbiamo conosciuto innumerevoli esempi di quell’energia vitale femminile che è l’antitesi dell’energia distruttiva di chi vuole combattere e uccidere e fare prigionieri. E che insegue ancora e sempre la vita, rifuggendo la logica disumana della violenza.”

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E comunque le donne quando vogliono non sono certo damine di porcellana, e non sono capaci solo di proteggere i figli, nutrire e curare i combattenti e preparare improvvisate bombe molotov, sono forti combattenti e perfino più determinate degli uomini, se dovono proteggere i propri cari, la propria terra, i propri principi, il futuro di tutti.

Un video pubblicato dalle Forze Armate di Kiev mostra alcune donne soldato mentre rivolgono un appello a combattere: «Siamo le donne dell’Ucraina, abbiamo visto i nostri uomini feriti per proteggere la nostra terra, abbiamo messo in sicurezza i nostri figli e adesso prendiamo le armi. Distruggeremo il nemico in ogni zona della nostra terra, in ogni città, ogni villaggio e ogni foresta. Vi uccideremo come cani rabbiosi, gloria all’Ucraina!». Secondo il ministero degli Esteri il 15% dei soldati ucraini che combatte l’invasione russa è di sesso femminile…

Appelli del genere hanno seguito: l'ex miss Ucraina Anastasiia Lenna che fino a qualche settimana fa lavorava come attrice e moderatrice in tv in Turchia, ora si fa fotografare in tuta mimetica con il kalashnikov. "Gli invasori moriranno nel nostro Paese. Aspettate e vedrete!".

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Questa guerra ci sta insegnando molte cose, su di noi, sulla politica del nostro paese e dell’Unione Europea, sugli errori di valutazione circa lo sfruttamento delle fonti energetiche, su decisioni mai completamente e definitivamente prese su opere e lavori e sui tempi intollerabilmente lunghi di realizzazione di queste; di quanto sia fragile la pace, la sicurezza, il benessere; di come dobbiamo stare all’erta sempre e cercare di prevedere gli eventi più gravi e di porvi rimedio. Ma stiamo anche misurandoci come donne, ridisegnando il nostro ruolo, riaffermando il nostro valore e costruendoci uno spazio con determinazione. Alziamo la nostra voce in nome della pace e del futuro delle giovani generazioni, che non debbano trovarsi davanti a una natura degradata e a paesi massacrati e ridotti a mucchi di macerie.

Il nostro pensiero più forte ed empatico di sorellanza va a tutte le donne in guerra, esposte oltre a tutto il resto, al pericolo di violenze da parte degli invasori.

 

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8 marzo di lutto ma pur sempre di speranza nella Pace

 

Barbara Fois

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