la Rossa Emilia ha resistito

di Citto leotta - Liberacittadinanza - 27/01/2020
Le Sardine sono state il catalizzatore della partecipazione popolare. Con la dimostrazione che un altro modo di fare politica, da protagonisti e non da sudditi, è possibile

Dunque la Rossa Emilia ha resistito, il Capitone se ne torna a casa con le pive nel sacco. E con un distacco, di otto punti in percentuale, che non ammette repliche.E’ di tutta evidenza che, fra i fattori principali della vittoria “resistente” del centrosinistra, vi è il fenomeno delle Sardine.

Basta guardare i dati (record) dell’affluenza per metterli in relazione con questo benefico e inaspettato sussulto della società civile. Le Sardine sono state il catalizzatore della partecipazione popolare. Con la dimostrazione che un altro modo di fare politica, da protagonisti e non da sudditi, è possibile: basta modificare la grammatica della partecipazione politica, riportandola ai suoi principi base, democrazia, rispetto, e fedeltà alla Costituzione! Chi come noi, ha speso una vita nella cittadinanza attiva, sperando sempre nel coinvolgimento dei giovani e nel rinnovo della classe dirigente, non può che esserne felice.

E tuttavia, da parte della classe politica del centrosinistra, sarebbe un tragico errore derubricare questo fenomeno come transitorio e vincente, ringraziando questi ragazzi, magari cooptandone qualcuno, e tirare avanti come se niente fosse successo. Qualcosa è davvero cambiato, invece: c’è una parte, una gran parte di elettorato che reclama un ruolo di attore politico, nel ruolo più ampio e nobile del termine certo, che non vuole essere messo “in riserva” fino alla prossima necessità elettorale! Se si capirà questo, la Fenice del centrosinistra potrà risorgere dalle proprie ceneri, altrimenti.. Eh, già, perché questo “altrimenti” ancora c’è, ben vivo e vegeto dietro l’angolo; e ha solo rimandato i propri propositi di riportare indietro l’orologio della civiltà e della democrazia che i Padri Costituenti avevano programmato per la nostra giovane Repubblica.

In queste ore, sull’onda dell’entusiasmo e dello scampato pericolo assistiamo, anche da parte di “maitre à penser” di sincera e documentata matrice progressista, ad inviti nei confronti della dirigenza PD a mollare tutto, a liberarsi dell’innaturale alleato pentastellato e insomma, di provocare la caduta del governo per rigenerarsi nel bagno purificatore delle elezioni anticipate.. Non scherziamo. Al netto della tenuta dell’Emilia-Romagna, il centrodestra ha ancore saldamente in mano il governo della maggioranza delle regioni (13 a 6) ed è, bisogna riconoscerlo, potenziale maggioranza nel Paese.

E allora? Allora il PD, se ne è capace, deve sfruttare al meglio questa irripetibile occasione che la Storia gli concede
1) continuando a governare da posizioni di forza con un M5S in fase di ridimensionamento forse inarrestabile, connotando (finalmente) l’azione governativa con un imprinting progressista finora assente (abolizione dei decreti-sicurezza, adozione dello ius soli, etc.)
2) allargando l’area del centrosinistra alla società civile, ai movimenti (sardine in primis) e alle associazioni;
3) favorendo la formazione di un’area di sinistra coesa, con cui collaborare;
4) lavorando sulla parte “recuperabile” del M5S (cominciando dal premier Conte) per ancorarla al campo progressista in vista di un nuovo bipolarismo che, secondo me, non tarderà a tornare;
Ultimo compito, ma non certo per importanza, l’elezione del nuovo Capo dello Stato, che assolutamente s’ha da fare con questa maggioranza, non potendoci permettere un custode della Costituzione inadeguato, manovrabile o addirittura impresentabile.

Come si vede, c’è ancora tanto da lavorare, purchè si faccia per la tenuta democratica del Paese e non per miope tornaconto personale. Ne saranno capaci? Da ieri, forse, possiamo credere un po’ di più ai miracoli..

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