Sacconi cerca la rivincita

di Pacho Pardi - 18/12/2008

Da quindici anni Eluana Englaro è mantenuta in uno stato di vita vegetativa inconsapevole e senza speranza. Dopo una vicenda troppo lunga di ricorsi giudiziari la famiglia aveva finalmente ottenuto l'autorizzazione a sospendere il trattamento. Ma il ministro del welfare Sacconi ha pensato di doversi intromettere nella questione.

E con un provvedimento amministrativo ha diffidato le regioni, che presiedono alle funzioni sanitarie, dall'applicare la sentenza che costituisce l'ultimo atto di una storia giudiziaria esemplare.

Nelle ultime battute di questa storia la Corte d'Appello di Milano aveva autorizzato il padre a sospendere il trattamento. Il procuratore si era opposto e la Cassazione aveva dato ragione alla Corte.

Allora la maggioranza di centrodestra in Senato ha seguito l'ex presidente Cossiga e il vicecapogruppo Quagliariello nel sollevare un conflitto di attribuzione contro la decisione della Cassazione. La Corte Costituzionale ha rigettato il conflitto di attribuzione e in pochi giorni e con poche righe ha dato ragione alla Cassazione.

Ora il ministro Sacconi cerca la rivincita. Non contento che il Senato sia stato umiliato dalle motivazioni trancianti con cui la Consulta ha respinto il conflitto di attribuzione, pretende con un provvedimento amministrativo di bloccare una decisione che la giustizia ha preso dopo un iter così laborioso.

Il ministro dovrebbe sapere che le leggi le fa il Parlamento, e se ritiene che non ci sia una legge basta solo che ne assuma lui stesso l'iniziativa. Ma in ogni caso non può imporre un'interpretazione vincolante per tutti gli operatori sanitari.

Alessandro Pace, presidente dell'Associazione italiana dei costituzionalisti, sostiene che la Corte d'Appello di Milano potrebbe essa stessa sollevare un conflitto d'attribuzione davanti alla Consulta per vedere rispettata la sua decisione già confermata da Cassazione e Consulta medesima.

La famiglia Englaro, a un passo dallo scioglimento, esso stesso penoso, di una storia infinita, si vede costretta a ricominciare da capo.

La maggioranza di centrodestra plaude all'iniziativa del suo ministro in nome della vita, incurante del fatto che quella di Eluana non è più vita ormai da quindici anni. Se il caso avesse disposto altrimenti Eluana è il tipico caso in cui dopo l'incidente, e il riconoscimento dell'attività cerebrale ridotta a zero senza rimedio, la famiglia avrebbe potuto disporre la donazione degli organi.

Il ministro potrà accampare la difesa della vita per insistere a mantenerla nel limbo di un silenzio impenetrabile, ma dovrà dimenticare la carità e la pietà.

 

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