A proposito di terrorismo

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 12/12/2015
Oggi 12 dicembre, sono 46 anni dalla strage fascista di piazza Fontana a Milano e ancora non abbiamo i nomi dei terroristi. Come pensiamo di poter battere l’Isis?

Erano circa le 4 emmezza del pomeriggio, quel 12 dicembre a Milano, quando lo scoppio di una bomba alla Banca dell’agricoltura in piazza Fontana, uccise 14 persone, ne ferì 84 e sconvolse la nostra vita per sempre. Da questo momento fu un rotolare inesorabile verso il terrorismo, in ogni sua forma e manifestazione: la persecuzione inesplicabile e crudele dell’innocente Pietro Valpreda, la morte del povero Giuseppe Pinelli, precipitato ( o buttato giù?) da una finestra della Questura di Milano, l’assurda teoria degli opposti estremismi, la montatura della strategia della tensione, l’assassinio di Calabresi, il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, le stragi di Brescia, dell’Italicus, della stazione di Bologna, le bugie, gli intrighi, i servizi segreti deviati dietro le BR, Gladio, la P2, il massacro alla Diaz, le torture di Bolzaneto etc.etc., tanto per citare alcuni momenti topici di questi ultimi 46 anni. Un vero schifo, se si pensa che non abbiamo ancora i nomi dei colpevoli di nessuna strage. Sappiamo bene chi c’è dietro, ma nessuno è stato condannato.

Come ha sostenuto il giudice istruttore Guido Salvini, che seguì le più importanti inchieste sul terrorismo di destra, dietro la strage di piazza Fontana c’è Ordine Nuovo e questo è un punto fermo, nonostante le assoluzioni “La verità giudiziaria non si esaurisce sempre nella condanna dei singoli responsabili. Non è una situazione molto diversa da quella dell' indagine sulla morte di Mattei, conclusasi con la certezza acquisita che si trattò non di un incidente ma di un sabotaggio, senza però giungere ai nomi dei suoi autori".

http://www.tgcom.it/cronaca/articoli/articolo255642.shtml

La sentenza della Corte di Cassazione del 3 maggio 2009 ha comunque chiuso definitivamente un lunghissimo e doloroso  iter processuale, che - da quel terribile pomeriggio di dicembre del 1969, in cui 7 kg di tritolo fecero a pezzi persone e cose nella Banca dell’Agricoltura di Milano - è approdato a un tristissimo “liberi tutti”, in un gioco d’acchiapparella a cui l’etica e la giustizia non hanno partecipato. Ma aldilà dei nomi degli esecutori materiali, che ormai non sapremo mai, cosa siamo riusciti a sapere? Almeno qualcosa l’abbiamo capita? L’ex procuratore di Milano Gerardo D’Ambrosio ha detto “Quando eravamo a un passo dalla verità ci hanno eccepito il segreto politico e militare. Abbiamo incontrato ostacoli di ogni tipo. Anche la Cassazione, che ha avuto un ruolo molto pesante in questa vicenda. Nel 1974 con due ordinanze fermò il processo. Anche quando Giannettini, agente del Sid, si costituì e decise di parlare con noi: in tutta fretta ci fu tolto il processo". Di una cosa l'ex procuratore è comunque certo: se anche, giudizialmente, non ci sono colpevoli, "la verità storica è stata accertata. Sul finire degli anni '60 alcuni settori dello Stato pianificarono l'uso di terroristi di estrema destra per frenare l'avanzata della sinistra".

Ma questo noi ragazzi del ’68 lo sapevamo benissimo subito già da allora e lo gridavamo nei nostri cortei. Noi sapevamo che il nemico era quello che portava il doppio petto e la cravatta regimental e sedeva nel nostro Parlamento. Noi sapevamo benissimo che i veri terroristi non erano quegli sfigati complessati, violenti e dementi di estrema destra e nemmeno quegli esaltati e indottrinati delle BR: loro erano solo delle comparse, dei burattini, utili idioti di un gioco molto più in alto delle loro miserabili vite di emarginati. C’era chi conosceva bene la loro mentalità, sapeva manipolarli, si infiltrava nelle loro fila e ne determinava le scelte e gli obiettivi.                 

Noi che siamo sopravvissuti a uno stato bieco, ipocrita e nemico, di cui abbiamo visto più volte cambiare pelle – dopo Mani Pulite – ma non obiettivi, oggi non possiamo aver paura dell’Isis: questi sappiamo chi sono, si vestono di nero e si comportano come selvaggi… Eeehh, magari fosse così semplice! Ma dietro a loro invece chi c’è? Perché questo è il punto. Anche loro sono gli utili idioti in un gioco molto più grande del loro ottuso, violento, fanatico e farneticante integralismo. Dietro c’è ben altro: commercio di armi, petrolio, droga, potere finanziario e informatico, lobbies internazionali che stanno distruggendo anche il clima del pianeta e poi fanno finta di riunirsi per limitare i danni che loro stessi hanno prodotto.

E a questo proposito perdonatemi una breve divagazione: perché nessuno di loro parla mai dei danni prodotti dalla Cargill e soprattutto dalla Monsanto all’ambiente, agli animali e all’Uomo? E questo non è terrorismo?

Forse dovremmo metterci d’accordo sulla definizione di terrorismo, ma noi ex sessantottini sappiamo bene che sulle difinizioni abbiamo perso tempo e occasioni abbastanza, ai nostri tempi. Non c’è bisogno di un accordo semantico: dobbiamo fare pulizia nella sinistra, perché senza di lei la deriva della destra è mortale e i danni sono sotto i nostri occhi.

Dunque oggi ricordiamo quel lontano giorno del 1969, quando pensavamo che il sol dell’avvenire fosse ormai vicino, a portata di mano e facciamo tesoro dell’esperieza. Ricordiamo con rispetto tutte quelle innocenti vittime del terrorismo di stato e ripromettiamoci di non cadere più in nessuna trappola, di non abbassare mai più la guardia, ma nemmeno di credere agli imbonitori d’accatto, ai venditori di ambigui rimedi politici fai-da-te.

 

SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DI TUTTE LE STRAGI E ALLE LORO FAMIGLIE

 

Barbara Fois

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