Capitalismo

di Guido Grossi* - 20/08/2018
*Guido Grossi già responsabile della struttura centrale dei mercati finanziari della BNL

qualcuno, anzi quasi tutti, ritengono il capitalismo un sistema bruttino, ma che rimane "il migliore possibile": l'unico compatibile con la libertà degli individui.

questo accade perché non abbiamo il coraggio di guardare dritta negli occhi la realtà in cui siamo immersi: non siamo affatto liberi, dentro il capitalismo.

Al contrario: la libertà di iniziativa economica, confusa con la licenza di accumulare qualsiasi somma di denaro (e potere), esaltata come manifestazione di successo, quindi (apri bene le orecchie) "scopo della vita", toglie libertà a tutti, compreso il ricco capitalista, che diventa letteralmente prigioniero della necessità di continuare ad accumulare profitti, interessi, capitale e potere.

il Capitale è veramente libero; libero di accumularsi. Gli esseri umani diventano suoi servitori. Tristi figuri.

Il capitalismo non è un'idea, ma qualcosa di molto molto concreto, fatto di Regole giuridiche ed Istituzioni, spesso sopra nazionali, pensate per produrre meccanicamente l'effetto desiderato: favorire l'accumulazione di capitale (e potere).

Qui mi limito ad elencarle.

Regole

1) Personalità giuridica riconosciuta alle società di capitali. Il Capitale è soggetto di diritti, al pari delle persone. Anzi, più delle persone, vista l'annessa "limitazione di responsabilità" delle società di capitali.

2) Il diritto del capitale di produrre frutti per il solo fatto di esistere (il tasso d'interesse "legale" ne è un emblema). Diamo per scontato che sia normale. Fermati e rifletti: perché mai dovrebbe esserlo?

3) Titoli e derivati. Permettono al capitale di produrre frutti, quali interessi o profitti finanziari (da negoziazione), senza passare per il lavoro e l'organizzazione d'impresa. Ricchezza di carta. Fasulla. Destinata a svanire nel nulla, esattamente da dove viene, non appena l'umanità si renderà conto dell'illusione.

Istituzioni

4) Le Banche centrali. Creano denaro dal nulla, senza limiti, senza costi. Si sono svincolate dal controllo politico.

5) Il sistema delle banche d'affari sopra nazionali. Organizzano e gestiscono il funzionamento dei "Mercati dei capitali": i mercati finanziari dove si negoziano titoli e derivati. E li usano in prima persona (giuridica), pur essendo clamorosamente in conflitto d'interessi!

6) Gli organismi monetari sopra nazionali. Sostanzialmente, garantiscono che gli Stati nazionali recepiscano le regole per il funzionamento della finanza. Sono i guardiani dei crediti internazionali (Banca Mondiale, FMI ecc.)

Infine, anzi al di sopra di tutto ciò, c'è la questione della immensa illusione psicologica che sottende l'uso del denaro (del capitale): l'aver convinto l'umanità che qualcosa che può essere creato dal nulla, senza limiti e senza costi, possa davvero rappresentare una ricchezza, che merita i nostri sforzi per procurarcela ed accumularla.

Le case pubblicitarie coltivano questa illusione, sviluppando l'arte di vendere a caro prezzo cose di cui non abbiamo assolutamente bisogno (lo dimostra una qualunque discarica, dove giacciono le cose che buttiamo poco dopo averle comprate). Fanno leva sulle nostre "passioni tristi". L'illusione (tutta hegeliana) di poter essere riconosciuti e "apprezzati" grazie alle cose che compriamo e ostentiamo... e buttiamo nelle discariche, solamente perché abbiamo una immensa paura a mostrare il vero "me stesso". E' evidente che non crediamo nella nostra divinità :(

Perché non ci liberiamo di queste regole ed istituzioni, che a pensarci bene sono palesemente assurde?

Per una convinzione errata: ci culliamo nell'illusione che questo sistema sia l'unico a garantirci la libertà, che confondiamo col diritto di scegliere cosa comprare nei supermercati o su amazon, come se fossimo davvero noi a fare la scelta, e non la pubblicità.

Dall'altra parte, la paura dell'ignoto: cosa ci può essere fuori dal Capitalismo?

Fuori dal capitalismo c'è qualsiasi cosa possa essere concepita e realizzata dall'infinita potenza creativa di noi esseri umani, quindi divini.

In fondo, si tratta di una scelta relativamente semplice, se ridotta ai suoi termini essenziali:

Vogliamo essere davvero liberi di scegliere, quindi pienamente responsabili di decidere come vivere, cosa produrre, come distribuire la vera ricchezza prodotta col lavoro e la sua organizzazione nell'impresa?

Oppure lasciamo che il capitale ci tenga inchiodati alla necessità di seguire le sue assurde regole e istituzioni, continuando ad accumularsi ed a sottrarre potere e libertà alle persone ed agli Stati?

Se la scelta è sensata, allora, una per una, quelle regole e quelle istituzioni devono essere smontate. Fatte a pezzi, fatte sparire. Con decisione.

E' ora di pensarci seriamente.

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