Ora e sempre resistenza

di Carmine Cocorocchio - 21/05/2016
I veri problemi di questo paese, non sono quelli di disarticolare la Costituzione, ma di applicarla! Chi racconta che la riforma renderà il paese più efficiente, è in mala fede. Il problema italico non è la velocità con cui si formano le leggi, ma scriverle bene e soprattutto rispettose degli interessi generali.

La Corte di Strasburgo ha ritenuto sufficientemente solide, le prove presentate, contro lo Stato italiano per non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto. Il procedimento pone fondato interrogativo sull’esistenza o meno in Italia dello Stato costituzionale di diritto.
Un paese moderno rende compatibile la sua industria con l’ambiente. All’Ilva di Taranto la corruzione ha reso compatibile l’ambiente con i voraci interessi patrimoniali degli imprenditori che da sempre rappresentano una parte importante del sistema di potere imperante. Sono questi gli imprenditori al cui interesse guarda il capo del governo che occupando ogni spazio d’informazione ci narra i mirabili obiettivi raggiunti.
La narrazione, delittuosamente copre la drammatica condizione in cui vive il popolo. Il governo, per verità, in continuità con tutti gli altri che lo hanno proceduto, non affronta questioni nodali del paese dove i corruttori delinquono i miserabili finiscono in carcere.
I dati drammatici sono certificati da neutrali statistiche che indicano: diminuzione della speranza di vita; diniego del diritto alla salute; aumento esponenziale dei poveri; diminuzione delle natalità; donne licenziate per aver messo al mondo un figlio; giovani senza prospettive; milioni di famiglie senza reddito da lavoro; anziani espulsi dal sistema produttivo senza pensione e senza lavoro; milioni di famiglie senza alloggio nel paese che ha milioni di alloggi che risultano sfitti. Tutto questo accompagnato da un debito pubblico che segna continui record, da una evasione ciclopica, da una delinquenza organizzata che vive e si espande nella occupazione dello Stato.
I veri problemi di questo paese, non sono quelli di disarticolare la Costituzione, ma di applicarla! Chi racconta che la riforma renderà il paese più efficiente, è in mala fede. Il problema italico non è la velocità con cui si formano le leggi, ma scriverle bene e soprattutto rispettose degli interessi generali.
La convenzione internazionale della dichiarazione del diritto dell’Uomo all’art 1 sancisce che gli Stati s’impegnano a riconoscere ad ogni persona sottoposta alla loro giurisdizione, diritti e libertà Universali. Uno Stato che non rispetta le convenzioni sottoscritte non dovrebbe rispondere al tribunale di Strasburgo, ma al tribunale dell’Aja, per crimine contro l’umanità.
Il referendum di ottobre è fra Costituzione di Piero Calamandrei e la sua disarticolazione, voluta dal governo, ispirata da Licio Gelli e della Banca J. P. Morgan. In gioco vi sono i diritti Universali.
La partita si gioca soprattutto nelle periferie dove l’assenza di dibattito non scuote una pubblica opinione che appare apatica.
Chi ha consapevolezza della posta in gioco, procede con strumenti artigianali. Con un volantino esprimevo la mia opinione sul referendum. Il volantino affisso in uno spazio pubblico consentito. Convocato nella locale stazione dei carabinieri, venivo informato della requisizione del manifestino formato A/3, firmato dall’esponente. Il comandante riferiva che il sequestro era motivato da mancato pagamento di tributi e di assenza di autorizzazione normata all’art 663 del Cp. Consultavo l’ufficio comunale, chiedevo procedure, tributi dovuti, autorizzazioni, ordinanze municipali. L’ufficio confermava, che in questo comune, per affiggere un manifestino politico non sono previsti tributi, non sono previste autorizzazioni.
Manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, rientra nei diritti Universali sanciti dalla carta del diritto dell’Uomo parte integrante della Costituzione della Repubblica Italiana.
Le procedure di sequestro di un volantino, regolata al 1° comma dell’art 355 del Cpp. Il volantino, esprimeva legittima opinione sulla modifica costituzionale oggetto di referendum popolare. La rimozione costituisce atto arbitrario del tutto privo di legalità, discriminazione mirata a reprimere legittima critica politica, essenza della democrazia. I fatti parlano di repressione del diritto civile e politico esercitato nel pieno rispetto delle leggi.
La magistratura di Cassino con opportuno esposto è stata chiamata a rispondere. Il vago sospetto che lascerà marcire il delitto senza fornire risposta. Questa è l’impunita ipocrisia che caratterizza lo Stato italico. I fatti certificano negazione vile dei diritti universali. I fatti dovrebbero portare tutti noi a riflettere.
Ci troviamo di fronte ad un comunissimo errore frutto del delirio di onnipotenza di un rappresentante delle forze dell’ordine che non ha precisamente coscienza del proprio ruolo, oppure ad un insano atto frutto di delittuose direttive che provengono dall’alto?
L’impressione fondata che l’atto sia delittuoso obiettivo mafiosamente intimidatorio, voluto da chi vigila sul territorio con le forze dell’ordine. Le repressioni erano sistematiche negli anni della guerra fredda.
I fatti avvengono nel paese collocato ai vertici delle classifiche internazionali per corruzione. I fatti accadono nel paese la cui informazione è classificata al 73° posto nel mondo. Lo stampato con argomenti fondati, racconta lo stravolgimento della costituzione nata dalla resistenza, accompagnato da leggi che hanno destrutturano la tutela della dignità di chi fatica.
Il jobs act fotografa la scelta di campo che ispira il governo. Quella legge legittima forme di schiavismo. Il capitale internazionale scappa dall’Italia non per colpa degli operai, per una costosa parassitaria burocrazia e per un sistema giuridico assolutamente incapace di garantire la certezza del diritto.
Il lavoro è la vittima sacrificale del sistema feudale che difende i suoi privilegi. Il governo invece di riformare il sistema feudale, cancro di questo martoriato paese, procede contro la gente che fatica. Il governo si schiera con i prepotenti che hanno storicamente depredato l’Italia. Siamo alla riproposizione del modello che ha favorito le rendite di potere che hanno e continuano a dissanguare il paese.
Le modifiche costituzionali volute dal governo, rafforzano il corrotto sistema di potere che non vuole trasparenza. L’attacco vero reale, non è ad articoli marginali della costituzione, ma al suo fondamento. L’attacco è all’articolo 1 della costituzione: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
La scelta di campo del governo nelle leggi che hanno reso appetibile il paese, con la licenziabilità senza giusta causa per chi fatica. L’incertezza del diritto ha reso, “la legge è uguale per tutti”, una caricatura. il sistema costituisce malattia sistemica italiana, condannata da centinaia di sentenze internazionali. Quel sistema strutturato volutamente per dare companatico a trecentomila azzeccagarbugli, che costituiscono malefica potente costosa parassitaria corporazione feudale.
La legislazione voluta dal governo invece di riformare il sistema giurisdizionale, procede contro la gente che fatica. Sic!
Le delittuosa legislazione determinerà che nei luoghi di fatica, si avranno aumento di invalidi e morti sul lavoro. La violenza approvata da un parlamento di nominati, diventati rappresentanti del popolo in virtù di una legge elettorale, dichiarata tardivamente incostituzionale.
Il popolo assiste impotente allo stravolgimento della costituzione legittimata da infondata continuità dello Stato. Sic! I fatti narrano di uno Stato antropologicamente fascista che non ha mai fatto i conti con la sua storia.
Oggi possiamo riconoscere che chi nel 1945 chi chiedeva di epurare lo Stato dalla canaglia, aveva mille ragioni. Il popolo italiano paga il pegno di uno incarnito, illegittimo, sistema di potere, perpetuato dalla guerra fredda. Per questo sistema il muro di Berlino non è mai caduto.
La storia ci ricorda che per avere l’applicazione reale dell’autonomia dei poteri costituzionalmente sancito, abbiamo dovuto attendere il 1992. La magistratura per grande maggioranza ha condiviso le bassezze del feudale sistema di potere imperante.
Mafia capitale emerge con l’arrivo di un magistrato finalmente autonomo. Prima di la capitale era: "porto di nebbie". La repubblica fondata sul lavoro vanta una disoccupazione del 13% la cui giovanile al 40%.
L’Istat fotografa le vittime sacrificali dell’emergenza perseguita strategicamente per imporre al popolo le peggiori nefandezze. Una magistratura veramente autonoma, dovrebbe perseguire il tradimento perpetuato a danno degli ordinamenti costituzionali che sanciscono che il diritto al lavoro è condizione fondamentale per esercitare la sovranità che appartiene al popolo. Quel diritto, subordinato all’asservimento del popolo alla classe feudale che ha dissanguato e continua a dissanguare il paese. Il regime di classe ha sancito che la Costituzione è trattato di pedagogia. Il suo illecito rimodellamento, strategicamente rafforza il feudale sistema di potere.
L’attacco mirato alla: “repubblica democratica fondata sul lavoro”. Il presidente dell’antimafia dichiara alla stampa: "La principale porta d'ingresso delle mafie nella gestione delle risorse pubbliche risiede nella politica e nell'amministrazione locale, con le forme tipiche della violenza, dell'intimidazione e della corruzione". La crisi di partecipazione alla vita sociale e politica vede la politica dominata da comitati elettorali che diventano di piccoli e grandi affari, strumento di corruzione sistemica, in cui piccole e grandi mafie, gestiscono la vita pubblica.
Sono le conseguenze dell’assenza di democrazia. La riforma di Renzi-Boschi-Alfano-Verdini vuole la concentrazione del potere nelle mani di pochi feudatari. Vuole il rafforzamento del potere che controlla mafiosamente il territorio con il voto di scambio. La delittuosa riforma favorirà la penetrazione della mafia nello Stato.
I labili di memoria dimenticano che la maggior parte dei comuni italiani non hanno piano urbanistico. Lo strumento negato per sfregiare il territorio devastato da abusi edilizi. Nella gran parte di questi comuni i liquami fognari si scaricano nei fiumi. Il governo con i suoi prefetti dovrebbe imporre immediata realizzazione degli strumenti urbanistici. Nessuna corretta amministrazione può esserci senza uno straccio di piano urbanistico.
Questi sono crimini contro il popolo. Siamo alla prova provata che al popolo sono imposte condizioni di violenza organizzata. Il governo con i suoi organi di vigilanza, dovrebbe spiegare la repressione del diritto di parola che ha l’unica colpa di denunziare il patimento imposto al popolo italiano.
La mafia tacita con il tritolo. I vili traditori dello Stato costituzionale di diritto reprimono i diritti fondamentali, mentre si dimostrano conniventi con i delitti commessi contro il patrimonio pubblico.
La mafiosa manifesta violenza, fondatamente istigata da impunibilità garantita dal criminoso sistema giuridico.
Quale altre prove volete? I fatti parlano di incontrovertibile sovvertimento violento degli ordinamenti costituzionale di diritto. La difesa della democrazia costituisce primario rilevante interesse pubblico sancito dalla carta dei diritti Universali. Gli atti documentano vile tradimento dei principi costituzionali. La canaglia ha piena consapevolezza che la palude giurisdizionale, volutamente di classe, strutturata per negare giustizia al comune cittadino. Il sistema prepotente soggioga il popolo al potere dominante per cancellare il tessuto democratico. Si genera volutamene il degrado istituzionale, economico, sociale, politico, per dominare lo Stato con misure emergenziali.
Sono i delitti con cui si consente ai partiti personali o aziendali di nominare i falsi rappresentanti del popolo. Sono i comportamenti responsabili della spirale involutiva che vede il parlamento esautorato nella funzione di luogo di sovranità del popolo portare alle massime cariche dello Stato, corruttori di giudici, evasori fiscali, riciclatori di capitali della mafia, giocatori della ruota della fortuna. Sic!
La collocazione dell’Italia ai vertici internazionali per corruzione non è frutto di una casualità, ma direttamente conseguente l’impunità che caratterizza il feudale sistema italico. Il mafioso sistema, gestisce lo Stato dal centro alla periferia. Si prova che il “sistema” strategicamente persegue, l’emergenza, per sovvertire gli ordinamenti costituzionali di diritto.
L’Italia, se mai lo è stata, ha da tempo smesso di essere, democrazia. Il sistema delittuosamente nega la consapevole partecipazione del popolo alla vita pubblica. La crisi istituzionale precede quella economica, politica, sociale, conseguenza di manipolazione dello Stato. Si prova che l’antistato dei mafiosi, scarica sulla povera gente il debito pubblico accumulato da privilegi per cani, servi, porci, dei feudatari infedeli dello Stato costituzionale di diritto.
Si prova strategico indebolimento del corpo elettorale, mirato ad imporre servile subordinazione del popolo al sistema di potere. L’impunità, costituisce continuità con la “strategia della tensione” che ha impunitamente insanguinato questo martoriato paese.
Io Carmine Cocorocchio, nel rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, in onore dei martiri che l’hanno conquistata sacrificando la vita:
Ora e sempre resistenza! Sant’Elia Fiumerapido 21/05/16.

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