In occasione della giornata mondiale contro
l’incenerimento dei rifiuti indetta per il primo dicembre 2008, la sez locale
dei Medici per l’Ambiente Isde Italia, rispettando il principio presente nel
proprio codice deontologico su tematiche ambiente e salute, vuole ricordare
ancora una volta come la scelta di costruire un inceneritore da 130.000
tonnellate/anno anche a Parma, scelta che
inciderà sulla qualità dell’ambiente locale e quindi sulla salute di chi
lo abita, sia una decisione sbagliata e che va contro la logica della
preservazione della materia. Materia che a tutt’oggi, stante la crisi economica
mondiale in corso, ha raggiunto per le diverse frazioni merceologiche costi
elevatissimi. Solo un malinteso senso
dello sviluppo economico può far
ritenere che la politica dei rifiuti debba essere risolta con l’incenerimento. Esistono dati
precisi in proposito, che dimostrano
come in molti paesi d’Europa e del mondo
tale metodica di trattamento sia in
progressivo abbandono. In questi paesi si va in altra direzione sia per motivi
economici che per motivi sanitario ambientali.
L’Italia, come al solito, in ritardo su tutto, e con
essa Parma intraprendono in modo pericolosamente insistente la via disastrosa
dell’incenerimento. La via maestra è quella di ridurre i rifiuti globalmente
intesi, per poi praticare una raccolta
differenziata porta a porta seria e puntuale (non quella del grande cassonetto
- di fatto onnicomprensivo- lasciato
ancora per le strade della città) in cui il cittadino sia chiamato ad una
precisa responsabilità nel ben separare i rifiuti prodotti.
responsabilità da parte della politica. Arrivare al 90% della raccolta
differenziata dei rifiuti non è utopia così come non lo è pensare ad una
società nel 2020 capace di riciclare il 100% dei propri scarti. Al contrario
pensare di avere un inceneritore sul cammino dei rifiuti significa doverlo far
funzionare per oltre 25 anni, vanificando così implicitamente la raccolta differenziata
dato che sono impianti che funzionano se si immettono carta e plastiche. A noi
medici rimane - fino in
fondo- la responsabilità di quantificare
l’impatto sanitario prodotto da questa metodica. Lo facciamo oggi, lo faremo se
necessario domani e ogni volta che la
nostra coscienza professionale ci dirà che c’è una minaccia incombente nei
confronti della salute dei cittadini. E la minaccia è sicura se solo pensiamo a
quanto questi impianti producono in termini di emissioni tossiche. E allora il
pensiero va subito ai recentissimi dati
sull’incidenza di cancro nell’ infanzia in Italia pubblicati dall’Associazione
Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM: I tumori infantili Rapporto 2008),ci lasciano sgomenti.
I tassi di incidenza per tutti i tumori nel loro complesso, riferiti agli anni 1998-2002, sono mediamente aumentati del 2% all’anno, passando da 146.9 nuovi casi all’anno (ogni milione di bambini) nel periodo 1988-92 a ben 176 nuovi malati nel periodo 1998-2002. Ciò significa che in media, nell’ultimo quinquennio, in ogni milione di bambini in Italia ci sono stati 30 nuovi casi in più. La crescita è statisticamente significativa per tutti i gruppi di età e per entrambi i sessi. In particolare tra i bambini sotto l’anno di età l’ incremento è addirittura del 3.2% annuo. Tali tassi di incidenza in Italia sono nettamente più elevati di quelli riscontrati in Germania (141 casi 1987-2004), Francia ( 138 casi 1990-98), Svizzera ( 141 casi 1995-2004). Il cambiamento percentuale annuo risulta più alto nel nostro paese che in Europa sia per tutti i tumori (+2% vs 1.1%), che per la maggior parte delle principali tipologie di tumore; addirittura per i linfomi l’incremento è del 4.6% annuo vs un incremento in Europa dello 0.9%, per le leucemie dell’ 1.6% vs un + 0.6% e così via. Dove trovare la risposta per spiegare questo triste primato dell’Italia?
Vogliamo allora ricordare le seguenti parole lasciate dal professor Lorenzo Tomatis , oncologo e ricercatore di fama mondiale, scomparso a 78 anni e unanimemente riconosciuto come colui che ha posto le basi scientifiche e metodologiche della cancerogenesi:
“la deliberata spietatezza con la quale la popolazione operaia è stata usata per aumentare la produzione di beni di consumo e dei profitti che ne derivano si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone la componente più fragile che sono i bambini, sia con l’ esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche presenti nell’ acqua, aria, suolo, cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat”.
Vogliamo pertanto ritornare sul richiamo alla attenzione, prudenza e precauzione per tutti coloro che hanno precise responsabilità nelle scelte per una corretta gestione dei rifiuti e richiedere una revisione delle scelte fatte fin ora. Non vogliamo un futuro nel quale qualcuno possa dire “ se i medici sapevano perché hanno taciuto?”.
Dr. Manrico Guerra Parma 01-12-2008
Presidente sez. di Parma
Associazione Medici per l’Ambiente
Isde International
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A Parma l'amministrazione Comunale (di centro destra) e Provinciale (di Centro sinistra) hanno deciso la costruzione di un inceneritore da 130.000 tonnellate/anno.
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