I SALARI LE PENSIONI, LE LOTTE , IN FRANCIA E IN ITALIA

di Umberto Franchi - 19/01/2023
MA FINO A QUANDO IL LAVORATORI ED I PENSIONATI RESISTERANNO ? LA CORDA NON PUO’ CHE ROMPERSI... ED ALLORA LA RIVOLTA NON POTRA’ CHE ESSERE COME QUELLA FRANCESE !
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO),  ha evidenziato la realtà  salariale pensionistica in Francia , come segue :
  • I salari negli dal 1990 ad oggi sono cresciti del 31% e del 15% negli ultimi 10 anni ;
  • esiste un salario minimo di 10,25 euro l’ora; l’inflazione è al 5,9%:
  • Il meccanismo delle pensioni in Francia è basato sul sistema retributivo calcolato sui 25 migliori anni retribuiti ed è possibile andare in pensione 62 anni di età o  41 di contributi  ;
  • Le pensioni hanno mantenuto il potere di acquisto reale in base all’inflazione;
  • L’assistenza per malattia e disoccupazione cassa integrazione è a carico dello Stato e non dei contributi pensionistici a carico dei lavoratori
 In data odierna 19 gennaio 2023, in Francia è stato proclamato da tutti i sindacati ed effettuato  un grande sciopero generale, di tutte le categorie,  con milioni di persone scese in piazza per protestare contro un disegno di legge del governo Macron che prevede la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età in modo scaglionato, con la “riforma pensionistica che andrebbe a regime solo nel 2030.
In Francia non scioperano solo contro la “riforma” di Macron che vorrebbe mandare i lavoratori in pensione a 64 anni , ma  per riportare l’età pensionistica a 60 anni di età e 40 di contributi.
 
Sempre secondo i dati ILO e INPS in Italia abbiamo questa situazione:
  • I salari e le pensioni sono diminuiti del 15% negli ultimi 10 anni e addirittura del 3% rispetto al 1990, collocando i lavoratori italiani all’ultimo posto in Europa;
  • In Italia non esiste un salario minimo e milioni di lavoratori sono obbligati a lavorare con “contratti pirata” e paghe inferiori a 5 euro l’ora lordi;
  • In Italia l’inflazione è pari all’11,3%;
  • In Italia , il governo di destra Meloni anziché incrementare i salari e le pensioni, ha deciso di dare più soldi alle imprese detassando i premi di produzione, con la conseguenza di dare qualche “spicciolo” in più a quel 30% di lavoratori delle aziende sindacalizzate dove ogni tre anni si concorda il premio di produzione o di risultato economico dell’impresa e niente al 70% di tutti gli altri lavoratori;
  • In Italia ci sono 3,5 milioni di lavoratori precari, flessibili, frantumati, assunti in base ad una legge infame chiamata “legge Biagi” che prevede ben 45 forme di lavoro precario;
  • In Italia nell’anno 2022 le assunzioni precarie sono aumentate del 37% rispetto all’anno 2021;
  • In Italia il 37% di tutti i pensionati percepiscono pensioni inferiori a 1000 euro al mese ;
  • In Italia la rivalutazioni delle pensioni avveniva in base al 2,9% e non al 11,3%, ma il governo di destra della Meloni , nell’ultima legge di bilancio ha tagliato la rivalutazione annua delle pensioni portandola al 75% del 2,9% del tasso inflattivo,  per coloro che hanno pensioni sopra 1400 euro mensili... ed i 3,7 miliardi annui che verranno recuperati , il governo ha deciso di darli agli autonomi ricchi con redditi tra i 60 e 85 mila euro l’anno (tramite riduzione delle tasse con la flat tax al 15%);
  • In Italia si va in pensione con 67 anni di età già dal 2018 ed in base all’infernale meccanismo della legge Fornero dell’adeguamento all’aspettativa di vita, i 67 anni aumenteranno progressivamente obbligando i lavoratori ad andare in pensione a 70 anni di età;
  • In Italia , con la legge Fornero, tutti i lavoratori andranno in pensione con il sistema contributivo... ed è stato calcolato che con 40 anni di contributi la pensione sarà pari al 49% della media della paga mensile percepita ... ma visto che le assunzioni sono quasi tutte precarie con periodi di non lavoro, e con paghe di fame ... i giovani che andranno in pensione tra 40m anni prenderanno meno del 40% del salario;
  • In Italia non esiste la divisione tra assistenza e previdenza ... ed anche l’assistenza è a carico dei contributi Inps pagati dai lavoratori.
  • A tutto questo va aggiunto il raddoppio di molte tariffe, bollette e dei prezzi di genere alimentare.
A fronte di questa situazione che diventa sempre più drammatica, con molti pensionati e persone che pur lavorando non  arrivano a fine mese e spesso non hanno nemmeno il cibo necessario per sfamarsi, cosa viene fatto  dai sindacati italiani ?  La CGIL e la UIL , hanno promosso uno sciopero generale  contro la manovra finanziaria del governo in data 16 dicembre , peraltro è stato fatto in modo parziale e spezzettato... senza dopo più fare niente....  mentre udite! udite ! la CISL è contraria ad ogni sciopero... e  reclama ad “alta voce” un tavolo al governo per lanciare una nuova politica concertativa de redditi (sic) ...
Cosi mentre la Meloni , fa la flat tax ai ricchi autonomi, fa il condono fiscale agli evasori,  non proroga il taglio dell’accise sulla benzina,  sposta le risorse economiche dai poveri verso i ricchi e per inviare le armi in Ucraina... in Italia sciopereranno solo i benzinai perché non vogliono mettere un cartello dove viene detto quale è il prezzo medio della benzina a livello regionale (doppio SIC)
MA FINO A QUANDO IL LAVORATORI ED I PENSIONATI RESISTERANNO ?
  LA CORDA NON PUO’ CHE ROMPERSI... ED ALLORA LA RIVOLTA NON POTRA’ CHE ESSERE COME QUELLA FRANCESE !

Umberto Franchi

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