Firenze. “La coda del corteo è ancora a chilometri di distanza siamo più di 40000”. Quando Matteo Moretti, rsu della GKN, dal furgone alla testa del corteo ha fatto questo annuncio, prima che la manifestazione si inerpicasse per raggiungere Piazzale Michelangelo, abbiamo tutti avuto la conferma che stava succedendo qualcosa di importante e da tanto tempo atteso.
Poco prima il corteo si era fermato per ascoltare interventi di lavoratrici e lavoratori e aveva accolto con una ovazione il saluto di Nicoletta Dosio, che oltre al sostegno dei NOTAV portava la richiesta di solidarietà per Emilio, da pochi giorni in carcere. Tutta la manifestazione del resto aveva espresso una partecipazione entusiasta, ritmata ad ogni passo da canti e slogan, che la marea di giovani presenti rilanciava senza sosta. E il punto comune era: noi contro i padroni lottiamo e non molliamo.
Sì, già durante il corteo tra gli abbracci di compagne e compagni che ci sono sempre stati, in mezzo a chi dopo tanto tempo tornava a manifestare e a chi ci veniva per la prima volta, abbiamo sentito che l’aria era cambiata. Poi l’annuncio di Matteo ce lo ha confermato: attorno alla lotta GKN sta nascendo una mobilitazione che unisce Alitalia a Whirlpool, la logistica alle scuole, il pubblico impiego all’industria. Certo è presto per dire che il blocco sociale del lavoro si stia ricostituendo, che la lotta di classe degli sfruttati e degli oppressi sia ripartita, quella dei padroni non si è mai fermata. Però i quarantamila di Firenze questo segnale lo hanno dato.
I lavoratori della GKN sono consapevoli che il governo non sta facendo niente, se non assecondare la multinazionale con qualche lacrima di coccodrillo. Essi sanno che il sistema politico e padronale si aspetta da loro una sola cosa: che si arrendano e che accettino la chiusura della fabbrica in cambio di tante chiacchiere e un po’ di cassa integrazione a perdere. Draghi, Giorgetti, Orlando, il sindaco Nardella, son tutti lì a preparare una truffa come quella perpetrata ai danni dei lavoratori Embraco. E per questo negli interventi in piazza i rappresentanti dei lavoratori hanno detto no a questi signori; e a tutti quelli che a parole condannano i licenziamenti e poi in pratica li accettano. Le delocalizzazioni e le chiusure per profitto non devono essere permesse, punto e basta. Invece il governo e il sistema politico le vogliono legittimare con qualche gentilezza e cortesia in più da parte di chi licenzia.
È proprio questa volontà dei lavoratori GKN di non piegarsi ai ricatti e alle elemosine di padroni e governo, di rifiutare le strade senza uscita che finiscono nel nulla, che sta suscitando la mobilitazione attorno alla loro vertenza. È la loro resistenza che fa rialzare la testa, che diffonde sempre più una parola: basta.
Basta con le chiacchiere illuminate su mercato e sviluppo, mentre lo scarto e lo sfruttamento delle persone dilagano. Basta con l’ingiustizia e la sopraffazione sociale presentate come innovazione e modernità. Basta con il sacrificio della vita in nome del profitto, e proprio a Firenze mentre ci preparavamo a manifestare un altro operaio è stato massacrato e ucciso dalla criminale assenza di sicurezza.
Basta con quarant’anni di regressione e oppressione ai danni del lavoro, iniziati proprio con la marcia dei quarantamila crumiri in FIAT. Oggi la buona marcia dei quarantamila di Firenze, promossa non da grandi organizzazioni ma da un collettivo operaio, è la prima vera incrinatura di un sistema che si riproduce nella ottusa convinzione di essere intoccabile. E invece le cose possono cambiare e hanno cominciato a farlo.
L’11 ottobre lo sciopero unitario del sindacalismo di base darà un altro segnale e poi si dovrà continuare, c’è un mondo da riprendere. Grazie compagne e compagni della GKN.