LA CGIL ED IL SINDACATO DI STRADA

di Umberto Franchi - 10/04/2021
PERCHE’ LA CGIL NON DIVENTERA’ MAI IL “SINDACATO DI STRADA” COME RICHIESTO DA LANDINI ?

In una intervista rilasciata a Luciana Castellina,  pubblicata sul Manifesto del 6 aprile 2021, il Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini, lancia la proposta di una rifondazione del sindacato che dovrà diventare “la CGIL di Strada” ... e lo fa con motivazioni che ritengo giuste , ma che a mio parere,  non riusciranno a modificare l’attuale realtà della CGIL e tanto meno della CISL ed UIL .

Le motivazioni di Landini a sostegno del “Nuovo Sindacato di Strada” nascono da queste considerazioni:

  • Perché la crisi economica e sociale a seguito anche della crisi sanitaria pandemica, ha ampliato l’emergenza sociale con l’aumento della povertà anche in fasce che mantengono un lavoro, la precarizzazione del lavoro, la frantumazione del lavoro , i disastri ambientali, la distruzione di parte dei territori ;

  • Perché il quadro ambientale è radicalmente mutato, ed impone anche al sindacato di doversi misurare con una crescita che mantenga le risorse naturali, acqua, terra, aria, ecc... perché esse non sono infinite, quindi serve un modello di sviluppo nuovo che non metta n discussione la vita delle persone e del Pianeta;

  • Perché in questo contesto Il sindacato, deve cercare di tornare a misurarsi con le controparti sul tema  del “cosa produrre, come produrre, per chi produrre”  (parole di Landini), quindi misurarsi sul tema della grande transizione ecologica  a partire dalle centralità del lavoro e della sua trasformazione. Il sindacato deve inoltre  occuparsi anche e soprattutto  del risanamento delle aree urbane, della mobilità collettiva, del suolo, dell’aria, della sanità, della formazione, delle energie rinnovabili, della ricerca e della cultura (sempre parole di Landini.

 Landini nella sua intervista sostiene giustamente che questo progetto non casca dall’alto ma può essere portato avanti solo se si riesce ad organizzare il mondo del lavoro precario e frantumato, se si sviluppa la contrattazione sia nei posti di lavoro che nei territori , attivando i soggetti presenti (associazioni, comitati, movimenti) con i lavoratori che devono dire la loro e lottare assiema ai movimenti, associazioni e comitati,   affinché   gli indirizzi degli investimenti delle imprese siano funzionali ad un nuovo modello di sviluppo;

QUINDI SECONDO IL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL ,  SERVE UN “SINDACATO DI STRADA”, per rivitalizzare la mobilitazione della società, organizzando anche la realtà del precariato fatto di catene di appalto, subappalto, esternalizzazioni, delocalizzazioni, lavoro frammentato ecc..  con nuove strutture confederali e di categoria che devono tornare nei territori per cercare di riunificare il mondo del lavoro che è stato diviso e frantumato, dando vita ad un progetto di trasformazione sciale.

 Ora personalmente   sono stato una vita nella CGIL,  ricoprendo incarichi di Direzione a livello Provinciale, Regionale e Nazionale...e credo di conoscere molto bene tutta “la macchina della CGIL” per affermare che essa già a partire dalla metà degli anni 80, si è gradualmente e “genicamente” modificata, per cui    IL PROGETTO DI LANDINI, pur essendo sostanzialmente giusto    NON  ANDRA ‘ AVANTI ... soprattutto non basta certo una intervista , ma dovrebbe fare un Congresso o come minimo attraverso   una conferenza di Organizzazione .  Ma credo che la nuova proposta di Landini   finirà come è già avvenuto anche nel passato per altre proposte simili, finendo per   arrenarsi e senza modifiche veramente sostanziali sia  della linea sindacale e soprattutto  della struttura CGIL, cioè “della macchina organizzativa”.

Ricordo Antonio Pizzinato segretario CGIL   dal ,11 marzo 1986 al 29 novembre 1988  (era un operaio come Landini ) e già allora lanciò l’idea  della trasformazione della CGIL in un sindacato del territorio capace di organizzare i lavoratori  delle piccole  aziende, degli appalti, subappalti, dei lavoratori non organizzati sindacalmente e sfruttati nelle microimprese, ecc...  per cercare di  riunificare il mondo del lavoro già in  parte frantumato , con precari di vario tipo.

Pizzinato propose  di decentrare i dirigenti e funzionari  dalle sedi centrali Nazionali, Regionali, Provinciali , che dovevano “rinnovarsi”  andando   con i camper nei territori... fu considerato “un po' matto” ed  inadeguato...  e dopo 2 anni  e 8 mesi fu sostituito.

 Gli successe “l’intellettuale” Bruno Trentin che il 31/7/1992, firmò la resa sull’abolizione della scala mobile e si dimise. Fu detto che la rinuncia all’adeguamento automatico dei salari al costo della vita  era inevitabile (sic)  a causa del trattato Europeo di Maastricht , con il quale veniva chiesto ai lavoratori una dura politica di sacrifici.  Le dimissioni furono respinte,  ma Trentin subì  delle grande contestazioni operaie che gli lasciarono il segnò.

 Il mondo del lavoro successivamente ha subito nuove gravi sconfitte e nuove gravi processi di precarizzazione e frantumazione tra cui la legge n. 30 “Biagi” sul lavoro precario e  l’abolizione dell’art. 18, la controriforma  delle pensioni, ecc.. .

Lo Stesso Landini Segretario della FIOM,  nel marzo del 2015,  fece una proposta di unificazione delle lotte andando alla costituzione di una “Coalizione Sociale”  che doveva vedere la creazione  nei territori di Gruppi di lavoro “Coalizione”   di Dirigenti sindacali,  funzionari e delegati della FIOM, assieme  alle associazioni, I Comitati, i Movimenti , presenti nel territorio. Con la stesa motivazione della nuova proposta di Landini : “al fine di   sviluppare assieme  azioni rivendicative sia nei luoghi di lavoro che nei territori” ... ma la CGIL Confederale e le altre  categorie ai vari livelli , accusavano proprio la FIOM di voler andare a costituire “Associazioni politiche” e non più sindacali e bocciarono  la proposta che successivamente lo stesso   Landini  abbandonò la sua proposta.

Credo quindi che anche la nuova proposta di Landini del “Sindacato d Strada”  non andrà avanti.


Ma quali sono i veri motivi?

 Questi:

  • Oggi la classe operaia è su posizioni difensive, con un ruolo dei sindacati Confederali e di Categoria del tutto inadeguato, che non sviluppa più una vera contrattazione “sul come e per cosa si lavora”... ;

  • Gli iscritti alla CGIL diminuiscono non solo per i processi di ristrutturazione in atto, ma perché i Dirigenti si spendono poco nel cercare di organizzare i lavoratori delle piccole imprese , i precari... il lavoro frantumato ;

  • La CGIL non riesce più a fare fare il proprio “mestiere” contrattando con le lotte ed il conflitto necessario, i  miglioramenti delle condizioni di lavoro, delle normative sociali , dei diritti, degli orari , dei salari  e dei  cambiamenti sostanziali sul cosa produrre , del come produrre, del per cosa e quali finalità produrre... ma si limita a cercare di governare in termini a   assistenziali  le ricadute negative sui lavoratori , sui pensionati e sui cittadini,  delle scelte che invece  vengono fatte dalla Confindustria, dalla finanzia , dal governo....

Ora se  la classe operaia si è indebolita...  non è solo per colpa delle scelte fatte dell’avversario:  “Padronato/Governi”  che hanno colpito duro... ma anche e soprattutto perché  i gruppi dirigenti del sindacato non hanno mobilitato con la lotta i lavoratori opponendosi alla distruzione dello Statuto de Lavoratori, delle pensioni, della sanità pubblica, dello Stato Sociale, dei salari, ecc...

Oggi la maggioranza dei Gruppi Dirigenti  (anche se non tutti) sono posteriori a quella grande stagione di lotte iniziate nel 69 con “l’autunno caldo”  proseguite negli anni 70... sono cresciuti sindacalmente negli anni successivi quando  il sindacato nel suo complesso era già subordinato alla logica della centralità dell’impresa e non del lavoro. Quindi   hanno “cambiato pelle”,  divenendo “funzionari autoreferenziali che si gratificano nel ruolo che rivestono attraverso la parola, ma non l’azione ...

Cioè “la macchina della CGIL” si è burocratizzata , “i Dirigenti”  sono diventati bravi parlatori, si sono specializzati nell’oratoria... ma ciò che riescono a produrre  sono qualche riunione/convegni ,  i direttivi Confederali o di Categoria ai vari livelli,  dove fanno l’apertura o le conclusioni del dibattito su gli argomenti all’ordine del giorno...  fanno inoltre qualche assemblea in aziende significative.. rinnovano gli accordi aziendali con sempre più difficoltà e contenuti striminziti, la  dove esistono... rinnovano con sempre più difficolta e pochezza di contenuti, i Contratti Nazionali di Lavoro .. . MA NELLA SOSTANZA  NON PRODUCONO PIU’ UNA VERA CONTRATTAZIONE VERTENZIALE nei luoghi di lavoro, nei territori, e generale,  capace di incidere sui processi ed indirizzare la qualità e prospettive dello sviluppo industriale,  economico e sociale.

Inoltre   e soprattutto ,  non organizzano quasi più  i lavoratori  delle piccole aziende, i lavoratori precari...  perché  per cercare di organizzare quei lavoratori ,  dovrebbero lavorare molto... “farsi il culo”... e al massimo distaccano qualche  delegato dall’azienda per mandarlo nel territorio...  mentre loro “Dirigenti Provinciali, Regionali, Nazionali”  si sentono tutti “grandi dirigenti” che dicono agli altri cosa devono fare...

Quindi , oggi per fare quello che sostiene Landini sarebbe (ancora una volta )  necessario “Rovesciare la struttura Organizzativa della CGIL:  mandare nei Territori , nelle Zone, (sindacato di Strada)  una parte di Dirigenti e Funzionari che oggi hanno incarichi Provinciali, Ridurre o Sciogliere la Struttura Regionale che non ha quasi nessun ruolo...  Mandare  gran parte dei Dirigenti  e funzionari  Nazionali  di categoria e confederali , nei territori ... per cercare di organizzare il mondo del lavoro frantumato, precarizzato, indebolito... e riaprire un fronte di lotte vertenziali assieme ad altre realtà sociali presenti,  per cercare di incidere nel come e nel per cosa si lavora...  facendo appunto  “ la CGIL di strada”...

Ma se provate a chiedere  ad un Segretario Regionale o Provinciale o Nazionale di andare a “sgobbare” e fare il proprio mestiere nel cercare di contrattare e di organizzare i lavoratori disorganizzati... nelle piccole fabbriche,  nelle zone...  per cercare di organizzare i lavoratori in appalto, subappalto,  quelli precari,  quelli delle piccole aziende ecc... ti risponderanno tutti,  che è giusto...  ma se lo fanno gli altri e non loro... perché loro hanno appunto raggiunto un incarico che gli permette lo “Status  Symbol e gli va bene lo “status quo” ...

 Quindi  “il male oggi del Sindacato “ è il suo imborghesimento , l’aver cambiato  culturalmente pelle,  per cui dubito molto che la proposta di Landini andrà avanti.

 

Umberto Franchi

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