- Il passaggio dal sistema a capitalizzazione contributiva a quello retributivo, in base alla media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni di lavoro, con un incremento sostanziale delle pensioni (circa il 20%);
- La possibilità di andare in pensione di vecchiaia con 40 anni di lavoro, indipendentemente dall’età, con circa l’80% del salario lordo (98% netto) ;
- Inoltre la possibilità di avere una pensione sciale per i lavoratori che hanno raggiunto i 65 anni senza avere 20 anni di contributi.
- 1) Dalla “riforma” AMATO del 1992, inizia il periodo di contro-riforme con:
- la modifica del meccanismo di perequazione automatica delle pensioni al costo della vita sganciandolo dalla variazioni dei salari, legando le medesime all’inflazione;
- inoltre fu fatta la modifica di calcolo della pensione media retributiva, che è passata da 5 anni a 10 anni;
- sempre nel 1992, l'adeguamento al costo della vita , da semestrale diventa annuale;
- restano le pensioni di anzianità con 35 anni di contributi indipendentemente dall’età .
- calcolo contributivo anziché retributivo per chi entra al lavoro a partire dal 1996 con un calo della pensione di circa il 40% rispetto al sistema retributivo, mantenendo il sistema retributivo SOLO per coloro che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di contributi ;
- calcolo della pensione legato all'aspettativa di vita;
- la cancellazione delle pensioni di anzianità a 35 anni senza vincolo di età mettendo un vincolo anagrafico;
- la introduzione di “finestre” che obbligava ad attendere 3 mesi per aver diritto all'uscita pensionistica;
- riduzione delle pensioni per i superstiti.
La contesa politica di quegli anni stava nel fatto che il PCI stava per superare alle elezioni la DC , e la DC senza che vi fosse stata alcuna richiesta da parte delle OO.SS. elaborò le pensioni Baby per il pubblico impego che considerava un proprio feudo.
ESSA PREVEDEVA : 14,6 anni per le donne sposate con figli (dipendenti statali, comunali, provinciali), 20 anni per i dipendenti statali, 25 anni per quelli comunali e provinciali. L’entità era tra il 40 e 50% dello stipendio media ultimi tre mesi.
- a) un fondo speciale CON CONNOTAZIONI CLASSISTE, dei dirigenti delle aziende industriali, che era perennemente in perdita per questi motivi :
- I contributi che versavano erano il 25% dei loro stipendi mentre quelli dei lavoratori erano e sono del 33% DELLO STIPENDIO;
- Percepivano pensioni d’oro (Tra i 5000 ed i 15.000 euro mensili) con l’80% del salario lordo solo dopo 30 anni di lavoro, mentre i lavoratori dipendenti dopo 40 anni:
- Questo portava ad un bilancio annuo in perdita di circa 4 miliardi annui , che così vennero accollati al fondo dei lavoratori dipendenti INPS, quindi i dipendenti delle aziende private pagavano anche per fare prendere le pensioni doro ai Dirigenti delle Industrie .
- La situazione resterà così (circa 10 anni) fino al 2012 , quando anche per loro è cambiato il meccanismo da retributivo a contributivo con un aumento dei contributi che varia dall’1% al 6%;
- 5) Nel 2004 ,Altra riforma BERLUSCONI/MARONI, prevedeva anche che a partire dal 2008, le pensioni di anzianità con 35 anni di contributi potranno essere recepite solo da coloro che hanno almeno 60 anni di età (61 autonomi) e dal 2010 61 anni di età (62 se autonomi);inoltre le finestre passano da trimestrali a semestrali;
- inserisce una sola finestra mobile che manda i lavoratori in pensione solo a partire da dopo un anno (prima erano 3 mesi dopo 6 mesi ed infine 1 anno) per la maturazione dei requisiti per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per quelli autonomi ;
- inoltre aumenta innalzamento dell'età pensionabile in base all'aspettativa di vita , ogni 3 anni anziché ogni 5; anche i coefficienti di trasformazione verranno aggiornati ogni tre anni .
- fa saltare il diritto ad andare in pensione con 40 anni di contributi assicurativi;
- innalza l'età pensionabile oltre i 67 anni; ora 67 e 6 mesi, stabilisce il sistema contributivo per tutti coloro che vanno in pensione dal gennaio 2012,(ad eccezione di quelli che avevano 18 anni di contributi al 31/12/95, ma verrà cancellata successivamente ) ;
- crea il dramma di coloro che sono anziani e non hanno più un lavoro e nemmeno il diritto di andare in pensione dovendo aspettare i 67 anni (esodati) ;
- inoltre blocca l'indicizzazione al costo della vita per le pensioni superiori di due volte il minimo ( è stato alcolato che il bocco delle indicizzazioni su una pensione di 1500 euro mensili abbia causato una penalità di circa 100 euro mensili) .
- Inoltre nel 2015 , a seguito del giudizio incostituzionale da parte della Consulta in merito al blocco delle indicizzazione stabilite dalla Fornero sulle pensioni superiori a 1400 , ha restituito tra il 5% e 10% del maltolto.
- 11) nel 2016, il RIFORMA GOVERNO RENZI CON:
- cerca di migliorare marginalmente la riforma Fornero con la definizione dell’APE, con la possibilità di andare in pensione con 20 anni di contributi e 63 anni di età, ma attraverso un prestito bancario molto oneroso da restituire alla banca in 20 anni;
- da la possibilità di mandare in pensione con 41 anni di contributi i “precoci” cioè tutti coloro che sono entrati al lavoro prima dei 19 anni di età;
- definisce la possibilità di andare in pensione a 61,7 mesi di età e 35 anni di contributi i seguenti lavoro usuranti : lavoratori delle cave e gallerie, conce, lavoro notturno, gruisti, conduttori treni e camion, infermieri, lavoratori addetti alla catena di montaggio, cantieristica navale;
- la concessione della 14° per le pensioni minime (da 500 a 650 euro l’anno ai pensionati al minimo) .
12) il 28 gennaio del 2019, il primo GOVERNO CONTE , introduce
- la possibilità di andare in pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età (quota 100) , per tre anni dal 2019 al 31 dicembre del 2021;
nella finanziaria di DRAGHI, era prevista la possibilità di andare in pensione con quota 102, 64 di età 38 i contributi, per il 2022 , dopo tornerà in vigore la “riforma” Fornero , quindi i lavoratori potranno andare in pensione o con 67 e mezzo di età, e con 42,10 di contribuiti se uomini o 41,10 mesi se donne (stato attuale);
- Il taglio delle rivalutazioni delle pensioni medie e basse nel biennio 2023, 2024 di 950 euro per le pensioni di 1.500 euro al mese ed un taglio, un taglio di 3.500 per una pensione di 2.500 euro mensile. Questo comporta un risparmio per lo Stato di 10 miliardi, che il governo ha destinato alla riduzione delle tasse ai ricchi autonomi fino a 85.000 euro attraverso la flat tax ed ha sostituito le tasse prima annunciate e dopo annullate, sugli extraprofitti delle banche ;
- Viene reinserito il meccanismo della legge Fornero , che era stato abolito nel 2019, riguardante l’innalzamento dell’età pensionabile e la svalutazione delle pensioni in base alla aspettativa di vita;
- Dal 2025 per andare in pensione non basteranno più 42 anni e 10 mesi di lavoro e contributi, ma aumenteranno a secondo del dato Istat sull’aspettativa di vita ben al di sopra dei 43 anni di contributi, mentre in campagna elettorale avevano promesso di mandare in pensione tutti con41 anni di contributi;
- Chi potrà andare in pensione con quota 103, avrà la pensione ridotta di circa il 30% in quanto verrà applicato a tutti il sistema contributivo annullando i periodo maturati con il sistema retributivo;
- Vengono peggiorate anche le condizioni dei lavori gravosi, delle categorie deboli e fragili con l’allungamento dell’età pensionabile di 5 mesi;
- L’opzione donna viene annullata e sostituita con l’opzione” mamma”, per cui una donna senza figli dovrà lavorare 3 anni in più.
- Un’altra forte penalizzazione è prevista per i lavoratori della sanità pubblica e degli enti Locali peggiorando di molto con un taglio di circa 1.000 euro l’anno , la “Legge Fornero”
BUGIE : Da molto tempo, un “fronte” conservatore composto da politici di centrodestra e centrosinistra, Confindustria, economisti ben pagati , giornalisti al soldo degli editori, Unione Europea, ecc... si sono inventate bugie clamorose sul presunto costo pensionistico che in Italia sarebbe stato il più alto d'Europa... con statistiche mistificanti, falsi buchi di bilancio dell'Inps, fondi i privati e pubblici aperti o chiusi... false illusioni sulla bontà delle pensioni integrative sostenute da chi detiene il potere economico/finanziario e mediatico, ecc...
- La cosa più curiosa , E’ SENTIRE COMMENTATORI AL SOLDO DEL GOVERNO E DI CNFINDUSTRIA , DIRE CHE SE I VECCHI VANNO IN PENSIONE PRIMA DEI 70 ANNI FANNO LAVORI IN NERO E RUBANO IL LAVORO AI GIOVANI... MENTRE E’ ESATTAMENTE IL CONTRARIO... OPPURE ASCOLTARE TESI DI alcuni Onorevoli, presunti economisti e giornalisti allineati, SULLA NECESSITA’ del ritorno alla Fornero, per garantire una pensione dignitosa ai giovani, aggiungendo che bisognerebbe anche tagliare tutte le pensioni a coloro che sono andati in pensione con il sistema retributivo, rifacendo i nuovi calcoli con il contributivo abbassando le pensioni… salvo dirsi contrari al taglio della loro pensione d’oro.
- che il taglio delle pensioni è necessario perché l’INPS altrimenti fallirebbe . Anche questo è falso :
- Hanno inventato anche un buco all’INPS , senza mai dire che il buco si è creato SIA NEL 2003 DA BERLUSCONI QUANDO E’ STATO ACCORPATO IL FONDO INPDAI DEI DIRIGENTI INDUSTRIALI CON L’INPS (gia’ ricordato) , SIA E SOPRATTUTTO nel 2011 quando ANCORA il governo Berlusconi/Tremonti di allora, decisero di fare confluire ANCHE le pensioni del settore Pubblico ed amministrativo INPDAP DI CUI HO ACCENNATO PRIMA, , con quello dei lavoratori privati INPS;
- Nessuno dice che con l’accorpamento INPDAP/INPS , il deficit Inps dipende soprattutto dal fatto che le aziende pubbliche e le amministrazioni dello Stato , non pagavano e non pagano regolarmente i contributi assicurativi dei propri lavoratori dipendenti facendoli gravare sui contributi versati dai lavoratori privati dell’Inps . Contributi assicurativi che invece dovrebbe pagare in toto lo Stato , o ripianare i debiti delle aziende pubbliche;
- Infine insistono nel lamentare Il deficit dell’Inps, ma non dicono che esso non dipende dal costo delle pensioni , ma che il fondo INPS dei lavoratori privati sarebbe più che in attivo se non facessero pesare sull’INPS, ma sullo Stato l’assistenza sociale (come avviene negli altri Paesi Europei) mentre lo Stato Italiano anziché provvedere direttamente, fa gravare sulle casse Inps , la cassa integrazione, la mobilità, la liquidazione e le 3 ultime mensilità ai lavoratori delle imprese fallite e la indennità di malattia... Con una spesa complessiva molto alta per l’ Assistenza, mentre dovrebbe gravare sulle casse dello Stato ...
- Entrate complessive sono state di Euro 472 miliardi di entrate e uscite di 479 miliardi , con un disavanzo di 7.152 milioni.
- la crisi pandemica ha fatto ha ridotto il gettito contributivo di oltre 11 miliardi di euro;
- Sono aumentate le uscite per prestazioni sociali , che dovrebbero gravare sullo stato e non sull’Inps , di 4 miliardi e 605 milioni di euro ;
- Il sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti ed autonomi dovuti alla pandemia , ha pesato per 12 miliardi e 442 milioni ;
- 65 miliardi sono stati ripianati da parte dello Stato a copertura delle aziende ed amministrazione pubbliche ex Inpdap, che non hanno pagato i contributi. ai dipendenti, mentre nel 2017 erano stati 107 miliardi;