1 maggio festa del lavoro… precario

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 28/04/2023
Il governo della estrema destra penalizza i lavoratori e premia i ricchi

Giusto a maggio del 1852 Marx pubblicava il libro “Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte”, in cui si trova una delle sue frasi più famose: “La storia si ripete: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. In realtà l’osservazione è di Hegel, ma Marx l’adatta al confronto fra la rivoluzione di Napoleone del 1799, e quella, veramente meschina, di suo nipote Luigi Bonaparte, nel 1851. Ma perché la cito? Perché mi chiedo: cari signori filosofi e quando la Storia si ripete più e più volte, sempre uguale, cos’è? Quando i fascisti ritornano sempre a fare le stesse cose, a rivestire gli stessi ruoli, di che caspita stiamo parlando? Vediamo se riesco a essere più chiara. Nelle elezioni politiche del 1919 ci fu la vittoria clamorosa del Partito Socialista, che col 32,28% di voti e 156 seggi si classificò il primo partito in Italia, mentre il Partito popolare di don Sturzo prese il 20,53% e 100 seggi. Buon terzo si attestò il Partito Liberale, con solo il 15,91 % e 96 seggi. Una tragedia, per chi aveva governato il Paese fino a quel momento: e adesso? Si chiesero tremebondi: solo due anni prima, infatti, c’era stata la Rivoluzione bolscevica in Russia, che aveva detronizzato lo Zar Nicola II Romanov e riempito l’Europa di profughi blasonati e liberato dal giogo russo Polacchi e Ucraini (ma guarda un po’… ). Nella morsa della paura i nostri agrari e industriali riversarono la loro attenzione su un gruppuscolo di poverazzi vestiti come beccamorti, che proprio in quel 1919 fondavano il partito fascista, per volontà del loro leader, tale Benito Mussolini, cacciato dal Partito Socialista.

I fascisti erano manovalanza sicura: il loro movimento era nazionalista, autoritario, razzista, anticomunista, populista e fautore della proprietà privata, della società divisa in classi e contrario alla democrazia rappresentativa e al liberalismo. Erano perfetti cani da guardia del vecchio regime, che aveva perso alle elezioni, perché ormai senza più nerbo e spina dorsale. Perché tutto restasse com’era, bisognava insomma che tutto cambiasse, come ebbe a scrivere Tomasi di Lampedusa nel suo “Il Gattopardo”, mettendo la frase in bocca a Tancredi, nipote del protagonista, il principe di Salina. E infatti, dopo la marcia su Roma, foraggiata da agrari e industriali, la prima cosa che fece il regime fascista nell’aprile del 1923 (giusto cento anni fa) fu di abolire la festa del 1 maggio. Era esattamente il 20 aprile del 1923. In quello stesso aprile, il 5, era stato fondato il giornale “Il Popolo” per volere di don Sturzo: durò poco, fu chiuso dai fascisti, come tutti i giornali democratici, nel novembre del 1925. Intanto c’erano state le elezioni truffa e l’omicidio di Giacomo Matteotti. Ma restano gli articoli e gli editoriali del suo direttore Donati, oggi raccolti in un volume curato da Raoul Manfrida dal titolo “ La violenza fascista attraverso le pagine del “Popolo”: aprile 1923- novembre 1925”. Edizioni Aracne.

Bene, dopo 100 anni i fascisti sono di nuovo al governo e la prima cosa che hanno fatto è togliere il reddito di cittadinanza, negare il salario minimo e abbuonare le tasse non pagate agli evasori fiscali. Eccoli di nuovo qui, cani da guardia del capitalismo, ripugnanti servi del potere dei ricchi. Come è sempre stato del resto in questi anni passati, quando organizzavano stragi per cercare di arginare l’avanzata della sinistra, dal massacro del 1 maggio 1947 a Portella della Ginestra, in Sicilia, in poi. Niente è cambiato. E allora questa ennesima volta che la Storia si ripete cos’è: masochismo?

Per anni hanno cercato di organizzare un golpe e alla fine sono riusciti a vincere le elezioni, anche inquinando i partiti di sinistra. Ricordiamoci come Iganzio Benito La Russa è riuscito a diventare la seconda carica dello Stato! A chi dobbiamo intestare questa debacle?

E intanto nei cantieri i lavoratori continuano a morire e le fabbriche a essere delocalizzate, lasciando sul lastrico centinaia di famiglie, per andare a strozzinarne altre, in paesi perfino più poveri, disagiati e affamati di noi. Ma che schifo è???

 

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Per questo 1 maggio è previsto uno sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private, anche se - come sempre - saranno garantiti un minimo di servizi. La situazione è molto grave, soprattutto a livello giovanile: i dati sull’occupazione mettono in luce un dato preoccupante: e cioè che un quarto della popolazione giovane non trova lavoro, perché non si investe abbastanza nella loro formazione professionale e nel creare posti di lavoro, per i quali i fondi europei ci sarebbero pure, anche se questo governo non è in grado di spenderli. Lo stesso papa Francesco ha detto: «Il mondo del lavoro è un ambito in cui i giovani sperimentano forme di esclusione ed emarginazione. La prima e più grave è la disoccupazione giovanile, che in alcuni Paesi raggiunge livelli esorbitanti. Oltre a renderli poveri, la mancanza di lavoro recide nei giovani la capacità di sognare e di sperare e li priva della possibilità di dare un contributo allo sviluppo della società»

La crisi demografica in corso nel nostro Paese è il risultato di politiche tafazziane, in cui i giovani sono continuamente emarginati e quelli che trovano un lavoro vengono sottopagati e vedono frustrate le loro capacità e competenze, o, come nel caso dei runner, non vengono nemmeno riconosciuti come lavoratori e quindi non tutelati da alcun sindacato e questo ci dovrebbe far riflettere anche sulle nostre mancanze. Dovrebbe dunque essere questo 1 maggio, un momento di riflessione e non di festa perché non c’è festa senza lavoro.

 

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Buon 1 maggio, cari amici e compagni e cerchiamo di applicare almeno l’articolo 1 della nostra Costituzione.

 

Barbara Fois

 Nella foto: Alberto Sordi, I Vitelloni, film di Fellini del 1953 “Lavoratori?Lavoratori della Bassa?...Prrrr!!!!”

Leggetevi questa amarissima lettera di un giovane ricercatore universitario:

https://www.agi.it/cronaca/ricercatore_universitario_ricambi_auto_generazione_tradita-1950893/news/2017-07-12/

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