A Nizza era, come dovunque in Francia, il giorno della festa nazionale: il 14 luglio, la presa della Bastiglia. E non importa ora sapere che nella Bastiglia in quel momento, nel 1789, c’erano solo 7 persone, di cui 2 fuori di testa, internate dai parenti. Un tempo però era stata una prigione in cui venivano rinchiusi i nobili ( trattati benissimo, per altro, perché l’égalité è sempre stata solo una parola e il privilegio è il privilegio), ma comunque ci finivano gli oppositori del potere e per questo era diventata un simbolo. E si sa che i simboli durano più a lungo di qualsiasi altra cosa. Lo sanno bene anche quei dementi di terroristi che parlano ancora di Crociate, dopo circa mille anni di storia. Come se da allora non fosse successo nient’altro…
Comunque, ieri, a Nizza sulla strafamosa ed elegante Promenade des Anglais la gente saltava, cantava e ballava, sventolando tricolori ed esclamando “ooohhh!!!” di meraviglia per ogni nuovo fuoco d’artificio. Erano tutti felici: famiglie, turisti, passanti, francesi e stranieri, improvvisamente in quell’isola pedonale festante è entrato un furgone bianco a tutta velocità: andava a zig zag contro la folla, cercando di investire più gente che poteva, poi l’autista ha cominciato anche a sparare e allora la folla è impazzita e ha cominciato a correre ovunque. Il pazzo al volante ha ucciso 84 persone e ferito un centinaio prima di essere abbattuto come un cane rabbioso. E’ la terza strage in 18 mesi: da Charlie Hebdo, al Bataclan a Nizza. Perché?
A quanto pare questo matto non era nemmeno un.musulmano fedelissimo, come molti degli attentatori delle ultime stragi. Come se l’Islam fosse solo una copertura, una verniciata che copre ciò che davvero c’è sotto questi attentati. E’ curioso ma non strano che ci sia nel contempo una rimonta della destra xenofoba e guerrafondaia ovunque, sia in Europa che negli USA e questi attentati sono i suoi migliori alleati. Se si pensa che fra un anno ci saranno le elezioni in Francia e che la Le Pen diventa sempre più forte, si può facilmente prevedere che potrebbe anche vincere. Del resto i giornali di oggi sono pieni delle sue rabbiose dichiarazioni da cui si evince la necessità di azioni violente.
In Inghilterra Cameron e i suoi Tories hanno spaccato l’UE ( e Cameron dopo aver dato le dimissioni se ne è andato canterellando, come chi ha fatto il suo dovere); in USA Trump ha soldi a bizzeffe e pochissime idee e cognizioni, ma sa bene quello che vuole ed è un’America violenta, armata, razzista e che ha bisogno di leggi straordinarie. Perché proprio adesso, infatti, stanno capitando tanti disordini fra bianchi e neri, poliziotti e civili afro-americani? E anche in questo caso le elezioni sono a un passo. Che succederà del mondo se vinceranno i “fascisti”? (e lasciatemi usare questa parola che non è così obsoleta come vorremmo)
Cari amici e compagni, le cose non sono mai come sembrano, non in un mondo come questo, in cui potere e soldi si accumulano nelle mani di coloro che vincono il gioco politico.
E poi si trova sempre un cretino che mette una bomba o spara all’impazzata e nemmeno sa chi lo manda a farsi saltare. Ma nemmeno i poliziotti sono delle volpi, se lasciano passare il furgone di un pazzo e credono all’autista che dice che sta portando dei gelati, come è successo a Nizza.
Intanto a finire ammazzati sono i cittadini ignari e incolpevoli. Dice il procuratore francese Francois Molins: “In ospedale ci sono 202 feriti, di cui 52 sono in condizioni gravissime, 25 in rianimazione. E 38 sono bambini”
Intanto i siti web dell’Isis inneggiano a questa nuova strage, anche se non è certo che sia farina del loro sacco. E questo era prevedibile. Anche se non sono loro i diretti mandanti, infatti, così fanno credere che invece siano tanti, organizzati e presenti ovunque. In realtà il mondo musulmano non è così compatto come vuol far credere e non solo per la secolare divisione fra Sciiti e Sunniti, ma anche perché la loro chiesa non è strutturata come la nostra: ogni Imam è infatti una guida per la propria comunità, ma può essere anche un fedele qualsiasi. Infatti non c’è una casta, una gerarchia di preti come nella nostra chiesa. Dunque la coesione è molto diversa e meno compatta.
Cosa dobbiamo aspettarci, dunque? E cosa fare? Non è facile dirlo, ma l’unica cosa da fare è non perdere la testa, ma anzi tenerla lucida e fredda, senza mai perdere di vista l’obiettivo finale e soprattutto senza farsi trascinare da coloro che si appellano alla pancia, alla rabbia, alla vendetta: questo è davvero il modo migliore per perdere la partita, perché perderemmo noi stessi e i principi etici e ideali che abbiamo maturato e costruito in secoli di cultura e di lotte.
Barbara Fois