Il Governatore Draghi non è qui per mantenere in piedi quel che resta di una politica in profonda crisi. E’ qui per darle il colpo di grazia.
L’ho detto varie volte e più guardo come gira la ruota più me ne convinco. I partiti si sono appena disintrecciati dal gruppo statuario modello Laoconte .. sottosegretari tuoi no miei no loro. Ed ora già sibilano sottili distinguo, emettendo esangui lamenti. Ancora in pubblico si fingono artefici del futuro italiano, ma di fatto ormai contano quanto ciò che sanno esprimere. Nulla.
Un paio di giornalisti altolocati, quelli che scrivono pezzi affascinanti sugli intrecci della politica e da sottili esegeti danno patenti di bravo o cattivo, si domandavano in contemporanea su diverse testate .. cosa ci sia di concreto nei primi passi del Governo VolemoseBene spa..
Offro a queste menti eccelse un piccolo conforto marginale, in due battute. Primo : la riduzione significativa dello spread permette all’Italia di pagare molti meno interessi sui debiti di Stato. Una cifra prossima a quella sottratta alla Sanità Pubblica dai precedenti governi, buttando una intera generazione in mano al covid. Secondo: Draghi sta dimostrando ai Cittadini cosa nei fatti valga la chiacchiera di tutti lor signori che frignano dichiarando l’amore per l’Italia. La grottesca bagarre – pubblica - che ha accompagnato l’attribuzione delle poltrone, oscillando tra il ridicolo e l’orribile li ha definitivamente sputtanati. Basta andare in giro orecchie aperte per verificarlo.
Con il primo risultato il Governatore mette in sicurezza le asfittiche finanze nostrane, e credo tutti ne siamo grati visto che abitiamo questa casa. Ma è con l’altro che mira al cuore del problema creando le condizioni per spazzare via il sistema attuale.
Risolve un’urgenza mirando alla sostanza.
Ha imbarcato tutti i partiti, per non salvarne nessuno. Manco la sora Giorgia, che fa l’opposizione responsabile.( Ed a proposito : insultare in quel modo, esimio professore Nonmiricordoki, una donna, un avversario, una minoranza è roba da fascisti, lasciamola fare a loro.)
Lentamente da tempo ed inesorabilmente adesso l’intero parlamento finisce di affondare. Quando dico che siamo al tramonto della seconda Repubblica credo proprio di non sbagliare. Draghi è qui per accertarsi che accada, presto e bene.
Quando un intero sistema politico si trova nelle condizioni di dover affidare la salvezza dei Cittadini ad un processo decisorio di stampo imprenditoriale decreta la sua fine, almeno nelle forme oggi conosciute.
Sul che cosa avremo in cambio abbiamo discettato qui e la .. mi pare non ci siano dubbi. Un sistema verticale di governo, con accentramento di poteri in capo al Premier od al Presidente della Repubblica – a seconda del modello calato, tedesco o francese - ed una rappresentanza parlamentare ( forse monocamerale ) eletta col sistema proporzionale. Così da accentuare il potere del vertice grazie alla cronica incapacità dei partiti vari di trovare strategie negoziali basate almeno sul buon senso.
Data l’ormai evidente sparizione della sinistra, la cosa dal mio punto di vista è secondaria.
A che accidente serve un dibattito politico se stanno tutti avvinghiati, in barba al distanziamento, in uno spazio politico centrista? Adesso pure il Di Maio ha riposizionato il movimento ..come lo ha definito? Ah si ..Liberale e moderato. Praticamente il suo spazio politico sta tra Tabacci e Toti . E tanti saluti all’area progressista.. fine della gioiosa macchina da guerra ipotizzata da Zingaretti?
Se non esiste un confronto tra posizioni ideologiche e tra modelli alternativi di Repubblica, se il tutto .. e da molto tempo.. si limita ad un dibattere fazioso di questioni pratiche .. beh tanto vale che questo gestire amministrativo sia affidato a chi sa farlo funzionare ed ha la competenza necessaria almeno per evitare i guai. Soprattutto in circostanze drammatiche come le attuali.
Tanto drammatiche che Arcuri va via con un salutemesoreta ed arriva un generale. Finché Draghi tiene i generali alla sanità nessun problema .. vabbè… basta che non ce li ritroviamo agli interni ed alla difesa. Per ora almeno.. Faccio sommessamente notare che comunque si è creato un bel precedente : l’esercito risolve i problemi.
Le oligarchie ed i tecnocrati in tutta Europa verranno a capo di questa emergenza perché ne conoscono l’intima natura avendone creato almeno le condizioni base . L’insistenza sul debito, la rinuncia all’investimento sociale, la difesa di astrusi parametri sono solo alcune delle molte cause dell’emergenza attuale. Superata la contingenza si troveranno la strada sgombra da ogni possibile contrappeso e la gestione resterà saldamente in mano loro, con il consenso acritico del Popolo Sovrano da tempo distaccato dalla prassi governativa e deluso da ogni nuova proposta politica.
La domanda che prima di tutto ho fatto a me stesso e che dibatto con altri è semplice : cos’altro si poteva fare in una situazione di tale urgenza?.. i fatti dimostrano che la domanda è sbagliata, per due ordini di motivi.
Primo: il punto non è discutere cosa puoi fare davanti ad un incendio della casa, ovvio chiami i pompieri e metti mano agli idranti. Il punto è perché diamine e chi ha costruito una casa in legno e pece! Secondo : il punto non è scegliere la persona più indicata per spegnere l’incendio, ma cosa gli si consente di fare, perché se per salvare il salvabile distrugge le fondamenta allora la cura è peggio del danno.
Il punto dunque non è cosa si è costretti a fare adesso, ma cosa da tempo si doveva fare per non giungere a questo punto. Questa è esattamente la vera domanda … perché ci siamo ridotti così, chi ne è responsabile.. e cosa, in conseguenza di una caterva di errori, ci troviamo oggi di fronte.
Ci accingiamo a lasciare la Repubblica in mano all’Amministratore Delegato dell’Italia SpA? Sembrerebbe di sì. Comprendo l’urgenza dei tempi, ma le gravi circostanze attuali giustificano solo l’ultimo metro, non il cammino percorso per arrivarci. Di certo non questa possibile conclusione.
Personalmente trovo anche solo l’ipotesi scandalosa quanto pericolosa.
Dopo settant’anni questa democrazia italiana, forse infiltrata, talvolta irritante, spesso incerta ma comunque sostanzialmente libera , si avvia al tramonto. A consegnarla alle oligarchie hanno provveduto gli stessi partiti con la loro supponente ed ormai cronica incapacità di ascolto sociale e di elaborazione politica ed infine suicidandosi in pubblica piazza.
Dal mio punto di vista tutti hanno fatto, in questo triste quadro, la loro parte. Ma imputo la responsabilità più grande al Partito Democratico. Il mio. Quello che ho votato, quello che ho sostenuto dovunque ho potuto .. con molte critiche, delusioni e irritazioni, ma con continuità ventennale, sperando sempre di vedere rinascere la chiarezza dall’ambiguità.
In quanto rappresentante di ciò che resta della sinistra, il Partito aveva il dovere di essere custode della politica alta, che meglio rappresenta i valori cardine della Costituzione e della Repubblica. Non lo è stato. Perché non si rispetta la carta fondante solo difendendola da malaccorte riforme, salvo sottoscriverne altre ed altrettanto sgangherate per mero calcolo, ma applicandola pienamente e con rigore.
Il primo dovere era di consentire a Tutti pari opportunità di istruzione e lavoro. Il secondo era mettere in condizione il Cittadino, di qualsiasi credo ideologia colore o fede, di esprimere se stesso ed essere rappresentato. Il terzo di garantire la difesa del patrimonio culturale storico ed ambientale. Il quarto di costruire un Paese inclusivo, giusto ed equo. Il quinto di ripudiare la guerra in ogni sua forma e sconfiggere la povertà.
In ognuno di questi doveri il Partito Democratico ha fallito.
Qui non si tratta più di discutere la rinuncia ad ogni parvenza di ideologia che incarna la storia e la prassi della sinistra, nemmeno di rimarcare la rimozione di ogni proposta politica socialista. Si va ben oltre . Qui ci si trova di fronte all’incapacità di far funzionare la democrazia, per come descritta nella carta costituzionale. Qui si valuta come il Partito attuale non sia più all’altezza dei valori repubblicani che caratterizzavano le radici comuniste e socialiste. Quelle che nella sua prima fase , ricca di sofferenza e di speranza, erano ancora vitali e distintive. Quelle che garantivano ad una larga parte del Paese la difesa di classe.
Una storia lunga, una storia onorata, disciplinata e giusta viene oggi smentita quando non rimossa.
Comportamenti distorti, fatti precisi indicano le responsabilità della classe dirigente.
Imputare a Renzi il peggio senza domandarsi come costui sia potuto approdare alla guida del Partito e da li al governo del Paese , vuol dire essere ciechi davanti alla responsabilità.
Dare la colpa di ogni sfascio morale a Berlusconi rimuovendo dalla coscienza le decine di amministratori del Partito finiti sotto processo vuol dire coprire le proprie magagne morali, la propria incapacità di controllo interno, con quelle altrui.
Parlare di diseguaglianza sociale, di estremo sfruttamento e di esclusione senza aver fatto nulla per contrastarne la progressione vuol dire essere ipocriti.
Festeggiare l’arrivo al potere dei tecnocrati, per la seconda volta in dieci anni, in piena rinuncia ad ogni ruolo di opposizione vuol dire essere deboli e rinunciatari.
Rimuovere ogni politica volta a contrastare l’assunzione del potere da parte , senza intermediari, del capitalismo finanziario vuol dire essere complici.
Qualunque dichiarazione in senso opposto, che neghi i fatti e nasconda la responsabilità diretta, è sola una manovra per non mettersi in discussione. Si è passati dal rigorismo dottrinario alla disinvoltura morale senza ascoltare il dubbio quando non il tormento dei dissenzienti. La diaspora della sinistra, la sua frammentazione attuale è figlia di un verticismo acritico, di un personalismo stucchevole che ha consentito a personaggi torbidi di emergere e condurre un’intera area politica, per anni.
La responsabilità della debolezza della posizione alternativa accompagnata dalla smania di governo, rimuovendo il ruolo storico di contrappeso determinante assunto dal Partito Comunista Italiano per 50anni, è da ascrivere alla presenza democristiana cosi irresponsabilmente portata al vertice. Quasi ci si vergognasse di essere stati, in passato, una rappresentanza di classe.
La frustrazione di ogni militante di fronte all’insipienza ed alla totale mancanza di ascolto manifestata dalla dirigenza ha già prodotto e produrrà ulteriormente l’erosione della base. La sinistra, stento a denominarla ancora così, ha perso il suo peso politico perché ha rinunciato alla sua presa sociale, alla sua ragione di esistere, regalando la rappresentanza del disagio al populismo.
Mi domando cosa oggi rappresenti .. e chi .. il Partito Democratico per com’è, per come agisce.
Mi addolora dire queste cose. Ho sempre avuto motivi di insoddisfazione, vuoi per faziosità vuoi per incapacità di comprensione, ma sono stato sempre dentro, per come ho potuto o saputo fare.
E’ tempo di andare, perché oggi mi trovo oltre. Mi trovo fuori.