Tipi da spiaggia … ovvero: L’ Italia ha lunghe coste ma troppi bagnanti

di Corrado Fois - Liberacittadinanza - 12/12/2019
“se dovessimo parlare solo di ciò che sappiamo , l’umanità vivrebbe in un silenzio angosciante”( Bloch ) - “Preferisco i mascalzoni agli imbecilli perché i primi, talvolta, si concedono una pausa” ( Dumas) - “ C’è del marcio in Danimarca, scriveva Shakespeare. Fatti un fine settimana in Italia, verrebbe da dirgli” ( C.F. )

Ogni tanto bisogna provare a capire quale sia , aldilà dei vari travisamenti, il reale contenuto di alcuni modi di fare e di alcuni temi che oggi il politico medio italiano incarna o dibatte ( poco in Parlamento, molto in tivvù e social ) con tetragona certezza. Assoluta tanto quanto l’incompetenza che la sostiene.  E’ un esercizio spirituale, perché guardare i tipi esotici in questione ti fa sentire migliore, più elevato, più prossimo alla santità. E se il ragionamento stesso diventasse mai di pubblico dominio, sarebbe pure un atto rivoluzionario. Eh si perché se la vera natura di questi ( intendo i modi i temi ed  i politici ) diventasse coscienza collettiva sorgerebbe in molti Compatrioti  l’immediata volontà di lasciare in tempi rapidissimi il Paese cancellandosi dall’anagrafe per diventare , in questo caso felicemente, apolidi.

Proviamo a capire di che diamine costoro dibattano ( Debito pubblico,Euro, Fisco, MES ) e come, magari riflettendo ancora una volta sulle reazioni popolari  ormai prossime alla complicità. Come si dice: ne ragioniamo insieme , con chi ha la bontà di sopportarmi,  “ un po’ per celia / un po’ per non morire “. Di rabbia.  Inoltre vorrei essere utile al sito mettendo a disposizione di Tutti le competenze professionali consolidate in 40 anni di esperienza lavorativa nel settore finanziario.

Ed ora procediamo in rigoroso ordine alfabetico , ma saltiamo a piè pari la A e la B ..ci sarebbero dentro amore, amicizia, affidabilità, bisogno, bontà, bellezza.. temi che nel nostro orizzonte parlamentare sono, come dire?, un filino sfocati. Partiamo dunque dalla C.

Consenso … la base della politica

Se andate in ospedale con un’unghia incarnita vi faranno firmare un papiro interminabile che si chiama consenso informato. Nelle righe fitte vi si illustra dettagliatamente tutto ciò che può accadervi come conseguenza dell’intervento in questione. Dopo averlo letto ve ne andrete, zoppicando sveltamente, col vostro allucione fasciato.  Non dobbiamo essere maliziosi , quel papiro non è pensato per dissuadervi e risparmiare sul risicato budget sanitario. E’ redatto nella scia della formula paralegale che una mia amica medico chiama “ medicina difensiva “. Per la serie: te l’avevo detto, mo che mi fai causa a fare??  Trattasi tuttavia di consenso trasparente.

Se la stessa formula fosse usata dai partiti in campagna elettorale ( cioè sempre, in Italia ) si recherebbero alle urne solo i parenti stretti dei candidati. Ben consapevoli del rischio di eleggerli, ma speranzosi almeno di una convenienza potenziale. Tanto nel belpaese non vige un quorum strutturale o minimo per validare l’elezione. Magari ci fosse, avremo almeno un’arma dissuasiva.

Chiariamoci prima di tutto : ma che cos’è il consenso, oggi ?

Jurgen Habermas , il sociologo tedesco, ci aiuta a capire il fenomeno. La comunicazione politica intercetta bisogni e paure mediamente comuni e le rigonfia fino a farne una sorta di verità assoluta tradotta poi  in slogan politico. Quindi oggi per i politici il consenso consiste nel  riuscire a sintetizzare queste spicciole e spesso immotivate ansie ed a trasformarle in un cocktail  di rischi reali per  risolverli  poi con una sorta di gioco delle tre carte. Esempio: ti convinco che tutto il male venga dall’immigrazione (  terrorismo, malattie, disoccupazione, furti & rapine quant’altro ) poi grido che chiudo i porti, salvo vite e creo sicurezza. Voilà c’ho il consenso. L’imbarbarimento della politica che tanto scandalizza è figlio di questo consenso disinformato. Gli attivatori sono i politici ed i complici tutti noi che ci informiamo poco e male. Secondo le ricerche effettuate su dati assoluti il sito web più cliccato dagli italiani è Porno-hub , la rivista più letta è Chi . Come si dice: la responsabilità probabilmente è di qualcuno, ma di certo la colpa è collettiva. Se non impariamo a tenerci informati siamo facili prede.

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D come debito.

Karl Marx diceva che l’unica parte della cosiddetta ricchezza nazionale posseduta dalla  collettività è il debito pubblico. Vado a memoria ma il senso era questo.

Chi non ne ha abbastanza di sentirsi dire che vive in un Paese indebitato e minacciato alzi la mano. I nostri politici, tutti, ci ricordano ogni piè sospinto quante cose belle potrebbero fare se non dovessero sminare ad ogni DEF  conti così ammalati e con ciò salvare la residua immagine di una Italia solvibile. E’ un alibi. Il nostro invece è un Paese forte e sano, tant’è che ad ogni asta mondiale i titoli italiani vanno a ruba. Gli investitori sanno benissimo che possiamo pagare, sennò lascerebbero perdere. Che poi il nostro sistema economico sia raccontato malissimo da decenni di amministratori incapaci e di negoziatori pavidi, beh questa è un’altra storia. Buttiamoci un occhio.

La  valutazione del debito che ne determina il rischio ( elemento base per il calcolo di interessi e di attrattività per l’acquisto )  si attua, in logica finanziaria elementare, con un sistema di misurazione che incrocia due vettori. Immaginiamo due braccia accostate ad L . Una, la verticale, misura il debito pubblico del Paese in oggetto, l’altra  orizzontale misura il debito privato e delle famiglie. La superficie che deriva dall’incrocio delle due assi cartesiane si chiama debito totale. Cioè il vero debito. Se leggiamo compiutamente  i dati  esistenti, peraltro forniti dalla Banca Centrale Europea, scopriremmo alcune cose singolari. Per esempio che il Paese più indebitato nel privato ( imprese banche e famiglia ) è la “virtuosa” e schizzinosa Olanda con il 273,9 % del Pil , il meno inguaiato la Germania con il 109 ( del resto in tedesco debito si dice schuld che si usa anche per dire colpa .. paese luterano! ) . E noi? Mettendo insieme debito banche, imprese, privati, famiglie siamo al 110% scarso . In ordine di grandezza il penultimo debito. Incrociando le due assi e misurandone la superficie prodotta possiamo quindi dire che siamo messi assai bene. Se poi utilizzassimo solo il parametro del debito familiare ..beh saremmo i più virtuosi.  I francesi, che danno sempre lezioni a tutti, sono i messi peggio. Il  debito totale dei cugini d’Oltralpe  è il 400% del Pil. Insomma loro sono con le pezze al culo e noi coi pantaloni di Armani. Fattuale.

Ma allora perché non si usa questo parametro assoluto e si parla solo del parziale statale?

La risposta è semplice. Se usassimo questo parametro a livello mondiale, tra i messi peggio ci sarebbero gli americani. Non a caso gli analisti a cui ci genuflettiamo ( Standard and Poors, etc ) hanno casa negli Usa. I buoni yankee , vinta la guerra mondiale, imposero  parametri  per la valutazione del debito che fossero di loro convenienza. Tutti noi, europei perdenti, subimmo. Poi, negli anni, quell’artifizio diventò convenzione comune mai ridiscussa. Ma perché non si sono applicati i parametri completi almeno in Europa, alla nascita dell’Unione monetaria? Semplice anche questo: nessuno dei nostri governanti ha avuto il coraggio necessario per mettere il tema sul tavolo e negoziare. A Francia e Germania che avevano il debito pubblico in ordine la questione parve allora secondaria. Ne avrebbero anche discusso, ma senza urgenza. Toccava a noi porre il problema. Oggi , che la visione a debito totale sarebbe per loro penalizzante, gli è assolutamente utile che tutto resti com’è .  Abbiamo perso l’occasione giusta. Perché? A suo tempo nessuno dei nostri rappresentanti , anche abili come Ciampi,  ha proposto il problema. Intimiditi dal rappresentare un parlamento instabile e rissoso e dunque privi agli occhi degli altri Paesi di vera autorità, dovendo negoziare con Francia e Germania che godevano di sistemi politici ben più stabili e forti, si sono sfilati. Ed ora tutti noi paghiamo il conto. Una politica debole, insidiata da egoismi partitici ed appetiti  personali smodati, ha giocato il futuro di un intero Popolo.  Quando poi, sulla base di questa parziale valorizzazione del debito, si è trattato di costruire una valuta sintetica che fungesse da moneta rappresentativa della nuova UE, beh.. abbiamo toccato il massimo della nostra fragilità negoziale.

Ed a proposito di ciò …. E come Euro. Ci sarebbe anche Europa, ma il tema vale una riflessione a sé.

Sulla moneta unica europea riporto,come considerazione iniziale, una frase di Joseph Stiegliz  economista progressista, di scuola keynesiana ed  antiliberista , premio nobel :  “ questa crisi europea sta nel quadro di un disastro artificiale contenuto in quattro lettere: euro”. Come dire : non tutti i critici dell’euro sono fascio-populisti.

Insomma usciamo dall’Euro, no restiamo, no usciamo. Che palle. Come si fa ad uscire da una cosa che non esiste? Eh già, perché l’euro , per chi non lo sa, come valuta non esiste affatto. L ’euro è in realtà una cambiale o meglio un assegno circolare firmato dal Presidente della BCE  di cui sono fideiussori  quei Paesi che ne hanno sottoscritto l’esistenza finanziaria  . Cosa che non è  affatto clausola d’accesso alla Ue, infatti non riguarda tutti i 28 stati membri, ma solo 19 . Quindi rifiutarsi di  comprare/ sottoscrivere Euro non implicava uscire dalla UE, fu una scelta di politica internazionale, non una economica in senso stretto. Andiamo avanti..Per mantenere il valore corrente dell’assegno  tutti  i Paesi sottoscrittori devono essere prontamente solvibili e dunque vengono monitorati con ossessiva attenzione da vari osservatori internazionali. Naturalmente sempre alla luce del solo parametro parziale di  valutazione del debito cui facevamo accenno or ora.  Ecco perché ci vogliono  con i conti pubblici sempre in ordine, siamo anche noi garanti di una cambiale in mano a molte Banche Centrali in tutto il mondo.

Euro quindi non è affatto una moneta nell’accezione classica.

Infatti perché ci sia una moneta  vera ci vogliono quattro condizioni: 1) che sia garantita da un’unica ed utilizzabile riserva aurea sottostante. Come il dollaro ad esempio. Invece ogni riserva aurea europea è proprietà del Paese che la detiene. La nostra per esempio cuba 2500 tonnellate d’oro ( la terza del mondo alla faccia del paese indebitato) e solo noi possiamo disporne. Questo fa si che Euro non sia sostenuto dall’oro, ma dalla capacità di pagamento immediato ( liquidità ) dei Paesi sottoscrittori .  2) che la valuta sia legata ad una Banca di prima decisione, cioè  in grado di imporre strategie monetarie, e di ultima istanza, cioè in grado di garantire credito ed assorbire  debito . Ruolo , in UE, oggi parzialmente coperto da un insieme di 19 Banche Centrali, sempre tra loro in polemica .  3 ) Che essa , la Banca in questione, abbia l’autorità di  gestione assoluta sulla valuta e che abbia diritto di  stampa, determinando, in prima ed unica decisione, le quantità di banconote circolanti che di volta in volta abbisognano, producendo o riducendo inflazione. La BCE non può farlo perché è soggetto coordinante non decisore .  Non può stampare valuta , non può pilotare inflazioni utili. Infatti ha inventato ( grazie all’italica creatività di Mario Draghi, the Drake  )  l’acquisto di titoli del debito statale ( quantitative easing ) costituendo una sorta di inflazione valutaria, ma con esiti solo parziali. Il che ha portato comunque l’Euro a ridurre il suo peso simbolico mondiale, che uccideva le nostre esportazioni, ed ha fatto molto incazzare il povero Trump. 4) Infine che sia essa, la valuta, politicamente governata da una unica  forma stato  di cui rappresenta, in termini finanziari, la strategia politica.

Con Euro siamo lontani anni luce dall’avere una valuta a tutti gli effetti.

Eppure , come sappiamo, Euro fu inventato per diventare l’unica valuta degli Stati Uniti d’ Europa. Ma il sogno non si è mai realizzato per colpa del nazionalismo sovranista tedesco. Peccato perché l’idea era buona , ma la valuta andava fatta dopo. Invertendo l’ordine dei fattori, in questo caso, il prodotto è cambiato. Invece di avere un’Europa unita con una valuta rappresentativa abbiamo di fatto un assegno circolante senza Patria . Ecco perché  Euro non esiste. L’ho buttata giù semplice? Si può spiegare meglio. Dipende se interessa. Fatemi sapere, ho speso dieci anni di vita professionale ad inseguire quel sogno. Facevo meglio a dar la caccia ai gatti sui tetti.

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F come Fisco , come Fiducia ( mai connessa ) come Frode potenziale e come Fesserie.

Siamo tutti potenziali evasori od almeno elusori fiscali. Anche se non vogliamo. Infatti  nessun Paese esistente ha un sistema tributario più confuso, sovrapposto, introiato  del nostro. Basta distrarsi un attimo, la Regione cambia repentinamente  le aliquote locali Irpef od Irap (  tu non lo sai perché lavori, pensi alla famiglia, dormi il necessario ) e voilà ..sei uno che fa una dichiarazione sbagliata. Paghi more, interessi etc che poi sono in realtà una forma di tassazione indiretta, perché sono il risultato di una comunicazione confusa e nebulosa nella quale, povero Contribuente, ti sei perso. In qualsiasi altro posto col fisco si parla e solo se si sbaglia si paga. Ma deve valere per tutte e due le parti in causa, Cittadino ed Agenzia delle Entrate. Invece quelli del Fisco si credono intoccabili e guai a discuterli. Ti si siedono sulla pancia e ti spulciano finché non trovano un errore ( inevitabile nel ginepraio di leggi fiscali nazionali, regionali, comunali ) e allora tronfi ti dicono “ hai visto? sei colpevole !”.  Ma come accidenti pensano di coinvolgere tutti ? Quale reciproco rispetto si instaura così ? Dice Mattarella .. chi non paga le tasse truffa la nazione. Giusto. E chi le esige, chi gestisce le entrate che fa, ha sempre ragione?  Un filino antirepubblicano come concetto. Fa parte delle varie asimmetrie italiane.

I politici, ignoranti come sono, non sanno che fare. Eppure oggi combattere ogni forma evasiva sarebbe semplice poiché tutto è ormai tracciabile. Se vado a Praga pago il taxi con la Carta, ed ecco il trasferimento è tracciato e l’evasione azzerata. Se lo fai a Roma aprono la portiera e ti fanno scendere.  Ma se tocchi i tassisti scoppia il finimondo. Che dice Giggino Di Maio? Per lui trattasi di problema dimensionale,  insomma non esiste un reato sotto un certo peso. Quindi per l’evasione non si devono perseguire commercianti ed artigiani costringendoli ( ?? ) al POS,  ma le multinazionali, veri grandi evasori. Gli sfugge la parolina anche . O l’avverbio congiuntamente. Come dicesse “ Guagliò … s’ha da punì l’omicidio mica il furto”.  Alla faccia del consenso disinformato.

Salto L come lavoro, ci vorrebbe un tomo e vado a M … MES. Tema che agita le coscienze, mobilita incliti membri del parlamento e di cui tutti i politici parlano in tivvù , senza peraltro averne capito una cippa. E tutti noi con loro. Vale da pena di spendere un minuto,dai.

Il Mes esiste da sempre, da che esiste la UE, ma era travisato in altre forme. La tragica esperienza greca ha insegnato che lasciare mano libera al Fondo Monetario Internazionale è rischioso così si è redatto un formalismo legale che dice tutto e dice nulla. Non è affatto un fondo salva stati , ma un insieme di regole che  proteggono la stabilità monetaria continentale e determinano  i casi in cui alcuni Paesi abbiano il diritto ( non il dovere ) di intervenire nell’economia gestionale  di un altro Paese indipendente, per evitare contagi speculativi. E’ una conseguenza dell’euro ( assegno circolare ) e della rinuncia ormai evidente agli Stati Uniti di Europa. Dice in sostanza che se stai per fallire a causa di elementi congiunturali ( avvertenza:  anche il default non è una tragedia.. è successo alla Svezia nei primi anni novanta..ed ora stanno assai bene..sono solo circostanze economiche non drammi ontologici )  puoi essere aiutato, purché  tu sia un bravo ragazzo che ha fatto – o sta facendo -tutte le riformine richieste. In questo caso  gli altri , se lo chiedi o se se hai sottoscritto il contratto , possono darti un po’ di pilla per tappare il buco. Solo a condizioni  ponderate  e non negoziabili. Trattasi di denaro e quindi, nel sistema capitalista, di vera religione. Il nostro teatrino di burattini ne sta facendo una sceneggiata strappa cuore, con tanto di mamme italiane in pellegrinaggio a Bruxelles capitanate dalla piccola indomita Giorgia Nazionale  che al grido  di “ Aaa belle damise na mossa! “ ha mobilitato il meglio della Capitale. Ed intanto non vedono il vero rischio sotteso, cioè l’unione bancaria. Che oggi ha un sarchiapone nascosto sotto il tappeto.

Quindi un’altra M..  Ma è possibile che questi siano così polli?  Vediamo che succede...

Come mai la Germania che in passato schifava ogni piccola idea di unificazione dei sistemi bancari ( e fiscali ) oggi la chiede insistentemente o  cerca di farla passare malcelata sotto ogni altro documento alla firma? Perché  questa improvvisa redenzione europeista ?  Molto semplice : con l’unione bancaria si ripartiscono i rischi. La Deutsche Bank, la più grande banca tedesca, sta per fallire ed ha in pancia 70 mila miliardi di titoli inesigibili e tossici, uguali ad un vero debito assoluto. Un gigantesco scoppio di carta straccia che rischia di trasformare la Germania, che da sola dovrebbe coprire il buco,  nel Burkina Faso. Per capirci il rischio finanziario tedesco oggi cuba circa 60  volte il drammatico debito greco del 2011 e  35 volte il debito italiano.  Se scoppia  ‘sto minestrone la crisi del 2008 sembrerà una vacanza a Rapallo. E’ chiaro perché l’ Angela, strenua difensore dell’indipendenza teutonica, ora voglia soci , no?  E noi  che facciamo, che posizione abbiamo?  Ma noi abbiamo quattro imbecilli in parlamento che hanno frignato a suo tempo per banca Etruria / Marche / Popolare Vicenza e Veneto Banca etc  ( tutte insieme praticamente un foruncolino sul chiappone della Deutche Bank ) ed ora, davanti alla dinamite innescata, non sanno che dire e fare, perciò parlano d’altro.

Una terza M.. . Marginali.

Del resto che mai potrebbero fare i nostri governanti di turno? Nessuno li considera più. Si è vero, mandiamo ancora qualcuno su a Bruxelles per rappresentarci, ma vanno in pellegrinaggio dei ministri a scadenza ravvicinata, come gli yogurt,  oppure talvolta ci va il Giuseppi Conte l’avvocato degli italiani ( se potessi sceglierei  Ghedini , visti i clienti serviti  mi sembra più attrezzato a difenderci ) . Tutti lo trattano ormai con sarcastica deferenza perché ieri stava coi populodestristi ed oggi coi dem. Per la morale tedesca un tipo improponibile, per quella collettiva europea , ridicolo. A proposito di Conte e del suo gradimento nei sondaggi: l’altro giorno al Bar sentivo dire “ Conte si che sa fare bene il suo mestiere, sa dare fiducia..cxx..sa dare stimoli “ rimango stupito, allungo l’orecchio “ ..e poi va detto sa scegliere bene ..guarda Lukaku! ”. Ho capito. Parlavano di Antonio Conte l’allenatore dell’Inter. Mi sa che nei sondaggi qualcuno ha confuso il nobile di turno. Personalmente, nel caso, preferisco Polo Conte. Voterei senz’altro lui. Insomma la Povera Patria è piena di conti, che poi comunque non tornano mai. Beh no, dai, a volte ritornano.

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Salto la P ..populisti ( ebbasta! ).. ignoro la Q  .. qualità e qualificante  ( figurati! )..aggiro R..riforme o  rispetto ( non mi pare il caso parlando di politici ) evito S.. il sapere , il saper fare, il saper essere ( fantascienza )...e vado di corsa a T .. tipi da spiaggia, che riguarda tutti noi.

 

Benito Mussolini , che era molto meno ignorante  dei suoi fan, diceva di non aver inventato il fascismo , ma di averlo estratto dall’inconscio degli italiani. Mica male. Una secca e scomoda  diagnosi socio politica che varrebbe la pene di usare come conclusione.  

Per arrivarci parto da Parigi.

Lassù i pensionati non stanno seduti ai giardinetti né vanno tondo tondo ai cantieri con le mani dietro la schiena a giudicare come el magutt dà la malta. Vanno in piazza e si fan sentire forte e chiaro. E’  anche vero che, mentre da noi l’Elsa Fornero ( nuova star televisiva ) ha permesso la pensione solo a veri e propri anziani, i retré francesi godono ancora di privilegi anagrafici invidiabili. Non diciamo che vadano in pensione esattamente in post pubertà, ma circa. E sono perciò in splendida forma. Rincorrono la Gendarmerie e ne scappano con alterne fortune ed invidiabile atletismo, ed inoltre non ho ancora ben capito  se quelli che scassano vetrine e saltano sulle auto siano davvero giovani casseurs  suburbani o piuttosto il circolo vecchie glorie della Renault. Misteri d’oltralpe.

In ogni caso fanno un invidiabile casino.

Da noi le Sardine vanno in piazza, ma i tonni sott’olio. E che caspita! Non che io voglia tessere l’elogio dell’incazzatura politica e sociale, giammai!,  ma è mai possibile che per qualsiasi pigna ci infilino noi rispondiamo  solo “Grazie” ? Siamo proprio tipi da spiaggia.

Ricordo che ero in Spagna una ventina di anni fa. Dopo una giornata di lavoro andai a fiondarmi davanti al televisore. Un famoso giornalista ( credo fosse  Lopez de la Calle, ma vado a memoria )  rispose in modo illuminante ad una domanda della talker   di turno . Lei chiese quale fosse il maggior problema della Spagna nell’affrontare le riforme necessarie per modernizzare il Paese e lui rispose, con un mezzo sorriso “ Ogni mattina trenta milioni di Spagnoli affrontano con intelligenza e passione le sfide del cambiamento..”  lei abboccò e  lo interruppe, saputella “ Scusi .. ma noi in Spagna siamo più di 45 milioni “ e lui serafico concluse  “ Già.. ed è proprio questo il problema, mia cara “.

Questo è il problema anche in Italia.

Abbiamo una decina di milioni di brave persone che preferiscono la più sgangherata e rozza delle destre a qualsiasi tentativo di innovazione. Coltivano il fascismo in terrazza, tra il canarino ed il poster di Toto Cutugno, perdonano a Berlusconi ogni marachella e vedono in  Salvini l’uomo forte ed onnisciente . Bello e italiano , in mutande e pancetta, stivaloni e piatto di tortellini in mano. Abbiamo ben più di un’altra decina di milioni che voterebbero la qualsiasi ( ed anche La Qualunque ) purché la dica bene, la dica grossa, la dica facile. E saltano come allo stadio facendo la ola ad ogni bubbola borbonica rifilata. Il reddito di cittadinanza , e bum!, la sanatoria a Ischia , e ribum, e via le tasse ai commercianti , e strabum. Hanno il poster di Di Maio tra quello di Gigi D’Alessio e quello di  Belem.  Restano una decina scarsa di milioni di Persone che vorrebbero ragionare con qualcuno in grado di proporre qualcosa di sensato e magari di sinistra, ma non trovano nessuno.  Gli altri trenta milioni si sono arresi, non votano più , non scendono più in piazza ( dove peraltro nessuno li chiama ) ed ormai accettano le pigne come parti  inevitabili  della vita.

Se da lottatori di strada siamo diventati tipi da spiaggia è un po’ colpa di tutti. Colpa dei politici che non hanno più il minimo pudore  e ti sconfortano con l’esplosione rutilante di cazzate che sono in grado di esporre in ogni dove. Colpa di quel loro irritante straparlarsi addosso senza mai veri confronti perché al pubblico ( cioè alla realtà ) da Agorà a DiMartedì, tocca sempre e solo la parte del fesso che applaude. Colpa di una morale collettiva in disfacimento  e colpa di tutti noi che ci siamo squagliati. Ma almeno come Cittadini abbiamo una scusante: ci muovevamo gratis, nel tempo libero dal lavoro ed a tasse pagate, senza le laute prebende da onorevoli .

E poi alla fine, dopo anni di  dai e dai  senza risultato, ti passa pure la voglia di incazzarti.

Butti via il Silvio e ti spunta il Salvini, cacci Renzi  e si rimodula come un’ameba da un’altra parte. Spappoli la DC e ti ritrovi in casa Di Maio. Chiaro che uno poi si dice “ lo sai che nuova c’è? Mi ritiro in Portogallo “. Insomma ti resta la rabbia, si,  ma senza più la speranza. Così quando il bollitore si scalda e la pentola a pressione fischia allora parli con gli amici, scrivi qualcosa, importuni gli altri ed almeno un po’ sfoghi. Lo faccio io, lo facciamo tutti noi.

Ed i vari lor signori  considerino questo cielo grigio una gran fortuna. Come si dice va di culo alla grande a questo tipo di politici ed al padronato che li guida, l’abitare l’Italia di oggi diventata così paziente. Perché,  occhio!, se mai tornasse in tutti noi la speranza … beh  conviene che siano loro a correre via rapidissimi, sperando di diventare apolidi …  Se no …

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