Whatammerica!

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 09/11/2022
Aho’ nun annate a destra, c’è sta er fossato da’marana, all right? - Sordi (Un americano a Roma )

Americani a casa loro

L’America ha votato. Eccoci, al midterm. Siamo d fronte ad una forte dimostrazione d’equilibrio dei poteri in una democrazia compiuta? Bhe, insomma, anche no.

Guardando a loro, al sistema che adottano, ai pronunciamenti anticipatori dei candidati republicans .. noi sappiamo che ci saranno brogli se perdiamo è la prova.. correggo quanto ho detto di negativo sulle nostre di elezioni. La scorsa tornata a settembre, affermai con la mia solita sicumera: abbiamo partiti che schierano varia umanità! Osservo ora che negli Usa si schiera umanità avariata. Vai che per una volta non siamo il peggio!

Ci sono due cosette insopportabili nella politica, la prima è tentare di manipolare la pubblica opinione, la seconda, in subordine, di farlo in modo maldestro. Francamente ‘sta levata di excusatio non petita dei vari candidati della banda Trump è grottesca. Pensa se lo facessero pure i democratici, sai che spoglio elettorale verrebbe fuori. Se non fosse drammatico sarebbe uno spettacolo spassoso.

La democrazia americana è ormai un pendolo che – per dirla alla Schopenhauer- oscilla tra noia e disperazione. Od in maniera meno icastica, tra due anzianotti un pochino patetici, quello col gatto morto in testa e l’altro che va in giro con il coniglio Harvey. Se ambissero al posto di Governatore dell’Alaska sarebbero tutto sommato secondari, peccato che andranno, se la natura non fa prima il suo corso, a sedersi al tavolo ovale della Casa Bianca, col pulsantone rosso a portata di mano.

E’ chiaro che si cazzeggia per evitare meste considerazioni sul tramonto dell’Occidente..

Chi esce vincente dal midterm? Difficile dirlo ma soprattutto difficile capire cosa cambia in ognuno dei due casi visto che le differenze tra parti o candidati in campo, sono – per uno sguardo europeo - abbastanza inconsistenti..

Dice: eh no, guarda i diritti individuali, le libertà personali e vedrai le diversità. Le guardo sì, ma neanche in questo campo a me son chiare le distanze. Ad esempio: tra i primi a garantire le unioni omosessuali, nel 2010, fu il governatore conservatore della California Schwarzenegger, dichiaratamente fascistone e ipernazionalista, lo stesso che in seguito mandò platealmente a farsi fottere il suo capo partito Trump. Impensabile questa doppia vita dalle nostre parti.

La rivista del CISE ( Centro Italiano Studi elettorali ) condensa in un paio di articoli molto tecnici la dinamica delle midterm. Li ho letti – a prescindere dal risultato - con interesse perché chiariscono la struttura non facilissima dell’evento elettorale. Suggerisco questo di Cucurullo ( https://cise.luiss.it/cise/2022/11/08/midterm-2022-il-contesto-alla-vigilia/).

Nella sintesi conclusiva del pezzo, il giovane ricercatore considera che Per FiveThirtyEight, la possibilità che il Partito Repubblicano ottenga una maggioranza è del 55%. Dead heat . Se ci si linka al sito in questione ci sono alcune interessanti tavole illustrative ..

Lo spoglio ci va dicendo che il prospettico è in parte realistico. Gli elementi di valutazione ad oggi ( 9 novembre ) ci mostrano che il Senato è, come prima, in sostanziale pareggio e la camera in quota crescente per i Repubblicani. Insomma: non c’è stato il terremoto che i narratori dei due partiti preannunciavano, ma, come al solito, affiora giusto qualche crepa… salvo i ricorsi per broglio già annunciati dai repubblicani, come dicevamo in apertura. Comunque sia dimensionalmente il risultato stiamo certi che la crepa, piccola o visibile, verrà enfatizzata in modo diverso dai due schieramenti.

Resta comunque interessante ed evidente che anche lì in Usa, come in tutte le democrazie, negli ultimi anni si è ristretto il campo politico in pochi metri quadrati, le distanze programmatiche da una parte all’altra sono poche e le rare idee distintive appaiono confuse. E’ questa opacità che rende l’elettore tiepido, pigro e comunque poco fiducioso in reali cambiamenti.

Dunque, cosa ha dato forma al dibattito in questa tornata, data per cruciale rispetto al proseguire del progetto politico ( posto che esista ) di Biden? La narrazione. Cioè il modo in cui i due schieramenti ed i vari candidati hanno proposto, a parole, il loro programma. L’elemento fattuale ( quale obiettivo, come conseguirlo, entro quando) era/è volutamente opaco.

Faccio un esempio: il tema del rischio ambientale. Da Obama a Biden i democratici hanno svagonato dichiarazioni continue su cosa si dovrebbe/si deve/ si dovrà fare per salvare il pianeta dando lezioni più o meno a tutti. Cosa ha fatto l’America durante le loro amministrazioni di concreto? Niente come ben sappiamo. Esattamente come Trump, negazionista ed accanito supporter del petrolio. Le differenze sono dunque nella narrazione mentre il quadro fattuale esprime unità di prassi, che è, appunto, non fare una cippa.

Comunque sia, vista dal di fuori, questa contesa elettorale americana è sembrata una rissa di condominio con l’aggravante dei futili motivi

Infatti per scontrarsi in apparenza su tutto, facendo però in modo che il tutto resti uguale, gli americani in casa loro hanno continuato per settimane ad innalzare la soglia della narrazione. Cosi abbiamo visto, come da noi, politici che si strapazzano, urlano più forte, indicano complotti o sette, evocano spettri. Ma se abbassiamo il volume della tibbù e guardiamo ai veri temi in campo come le diseguaglianze, la sanità, la tutela del lavoro, i servizi pubblici.. allora non si coglie alcuna sostanziale differenza. A vociare azzerato si vede con chiarezza il mutuo accordo tra le parti: non cambiare nulla.

L’esito finale lo vedremo solo nei prossimi giorni, dato che ogni Stato ha le sue leggi relativamente alla modalità di spoglio. Personalmente mi aspetto qualche locale canea, molte parole, qualche velata minaccia reciproca tra i vari candidati o tra i due schieramenti ed in sostanza la continuità. Bisogna ricordare –relativamente alle modalità di spoglio- che nella parte grigia prodotta da vittorie risicate, la prassi americana si fonda sul riconoscimento della sconfitta da parte del candidato. Altrimenti si devono ricontare da capo, una per una, le schede. L’abbiamo visto succedere, solo negli ultimi dieci anni, varie volte. Di recente nel celebre caso Trump/Biden con tanto di invasione del Campidoglio. Una prassi, francamente, primordiale. Ma come dicevo poco fa, chiunque vinca, cosa cambia?

Americani in casa d’altri

Ad urne aperte la Cina commenta: qualunque sia l’esito auspichiamo un miglioramento delle relazioni tra i nostri grandi paesi. Bella faccia tosta visto che con lo strumento dei social hanno fatto di tutto per incasinare l’andamento elettorale. Doppiezza tipica delle oligarchie.

Ci saranno mai questi miglioramenti? Difficile a dirsi. Sul punto della guerra commerciale sia i Dem che i Rep hanno lo stesso sostrato ideologico, proteggere gli interessi dell’economia interna e ridurre il peso della china invasion, specie nelle tecnologie. Biden ha punzecchiato Xi per mesi sul tema Taiwan, ed in cambio ha avuto la ben nota agitazione nord coreana. Manovre che coprono lo scontro in essere nell’interscambio commerciale. Un conflitto che nasce anni fa nel quadro della globalizzazione e che vede molti strumenti in mano agli USA includendo, tra questi, le citate dichiarazioni sulla difesa dell’ambiente volute per primo da Obama. Una posizione che esprime al meglio la politica estera americana, influenzare il comportamento altrui senza modificare il proprio. Di tutto quello che chiedono agli altri non c’è traccia attuativa interna, come dicevamo.

L’equilibrio politico post midterm influenzerà anche il sostegno all’Ucraina. In questi ultimi giorni si sono viste molte manovre sottobanco, i colloqui in corso con la Russia, l’invito a Zeleskj per una maggiore disponibilità al negoziato. Una sorta di nuova posizione tende ad emergere e siccome credo alla buonafede dei governanti come a Babbo Natale, con tutto il rispetto per quest’ultimo, faccio due ultime considerazioni sui perché.

Da una parte Biden sa che se la guerra prosegue finirà col peggiorare la dinamica inflattiva esogena esplosa mesi fa e ben forte negli Usa. Dato che non ha la minima idea di come arrestare questa dinamica se non alzando i tassi, cosa che rischia di innescare la stagflazione ( debole sviluppo e forte inflazione ) qualcuno nella amministrazione ha posto il problema radicale: fermare il conflitto e riequilibrare le tendenze macro economiche.

Ecco che emerge nella forzatura al negoziato la mancanza di rispetto per la volontà del popolo ucraino, cosi come peraltro non se ne mostrava prima, sostenendo la guerra ad oltranza.

Gli Americani in casa d’altri agiscono da padroni. Un comportamento non diverso dal regime russo. Sono quelle simmetrie imperialiste di cui hanno parlato molti osservatori non allineati. Tema spinoso perché l’aggressione russa è criminale, ma non accantonabile visto che l’ingiustizia nei confronti dei più deboli ha molte facce.

Il secondo timore di Biden è che Trump si candidi e lo faccia con un tema forte, mettere fine al conflitto e azzerare il rischio nucleare. TheDonald è abbastanza sfacciato da proiettarsi come leader di pacificazione, un po' per rifarsi il trucco dopo la vicenda di Capitol Hill e molto perché ha veri interessi in Russia. Come diamine gestire un Trump che dice all’America, di nuovo, basta fare i guardiani del mondo mettiamo ordine in casa nostra e troviamo la via del dialogo per un nuovo rinascimento economico? Un bel problema per Old Joe che già è dovuto scappare dall’Afghanistan e si trova impantanato con tutta la Nato in un pasticcio doloroso come la guerra.

In questo quadro confuso trova fiato l’Ungheria di Orban che vota contro il bilancio UE e gli aiuti finanziari all’Ucraina. Ed eccoci, sul tema gli americani in casa d’altri, con il segretario Nato che piomba a Roma per tastare il polso alla sora Giorgia. Vedremo come se la cava lei, compressa tra i vecchi ed i nuovi amici. Tra il sovranismo e l’atlantismo. Non la vedo messa bene. Per sua fortuna ha un’opposizione di peracottari, se no ci inciampava tutto il governo in questo equilibrismo.

Non sono quindi le elezioni di midterm in quanto tali ad essere significative, ma è la turbolenza complessiva ad enfatizzarne il peso.

Ancora una volta, in quest’epoca fondata sull’apparire e sul sentito dire via social, sarà la narrazione a far da padrona. Ci troveremo davanti a giochi di illusionismo con finti pacifisti e veri intrallazzatori, con grandi temi mostrati appena e poi fatti sparire e con un dato di fatto che prosegue nel continuo: lo scontro tra capitalismo finanziario ed industriale, e nei confini di questo, tra capitalismo privato dei 100 super ricchi e le oligarchie del capitalismo di stato.

In mezzo, come sempre manipolati e come sempre sfruttati, i paesi deboli ed i deboli dei paesi. Quelli che hanno perso la speranza per avere in cambio l’incertezza. Quelli di cui, in sostanza, non frega niente a nessuno, come i poveri Migranti fatti sbarcare a fatica perché sotto la luce dei riflettori e pronti ad essere buttati in un angolo di qualche stazione, appena farà buio.

Vabbè dai, soliloqui da vecchio socialista. Roba ormai inutile.. anche noi.

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