I campi elettromagnetici CEM emessi da telefoni cellulari e Wi-Fi e wireless modificano la regolazione genica all’interno delle cellule. E’quanto risulta dagli esperimenti su cellule in coltura.
I meccanismi con cui i CEM influenzano la vita delle cellule non sono immediatamente trasponibili sulle persone, perché le cellule hanno meno meccanismi di difesa. Tuttavia gli effetti biologici constatati sono di grande importanza.
Le cellule restano in vita perché c’è un bilanciamento di geni che inducono morte cellulare e sopravvivenza cellulare. Quando questo bilanciamento viene alterato ad esempio in seguito alle emissioni elettromagnetiche, prevalgono dei geni che possono portare alla morte cellulare oppure possono indurre delle modificazioni tali che la cellula diventa tumorale.
In caso di esposizione ai CEM, nelle prime 24 ore c’è un’induzione di apoptosi, cioè un’induzione alla morte cellulare. Le cellule -per una certa percentuale- vengono indotte a morire perché sono troppo danneggiate.Tuttavia, passato un certo lasso di tempo, le cellule che sono sopravvissute -anche se sono aberranti cioè se hanno subito modificazioni gravi- ricevono un segnale di sopravvivenza cellulare e questo fa sì che la cosa sia ancora più pericolosa perché queste cellule possono essere potenzialmente tumorali e venongo così indotte a proliferare.
Studi epidemiologici su popolazioni esposte già dicono che ci sono influenze in questo senso e hanno constatato una maggior tumorigenicità nelle persone esposte, per quanto riguarda il rischio di leucemie indotto dalla presenza di elettrodotti per il trasporto di energia elettrica
Un altro effetto biologico dovuto a esposizione a CEM è una modificazione della permeabilità della barriera ematoencefalica per cui proteine passano nel liquor celebrale anche se non dovrebbero. In questo senso si possono consultare gli studi del prof. L.G. Salford e.a. pubblicati in Pub Med.
E per quanto riguarda i limiti di esposizione della popolazione dovremmo ridurli di almeno 10 volte rispetto a quelli attuali. E quindi proponiamo una riduzione da 6V/ m a 0,6 V/m. Perché il limiti attuali riguardano solo i sistemi fissi e non i sistemi mobili come la telefonia cellulare.
Teniamo conto del fatto che un telefono cellulare, al momento della connessione, può emettere anche 60 V / m, che significa 10 volte di più del livello permesso in un’abitazione. E purtroppo non c’è una limitazione di legge che riguarda i telefoni mobili, è stata espressamente esclusa con il Decreto 381 passato nella Legge quadro del 2003.
Il limite proposto dello 0,6 V/m non è solo dettato da principio di precauzione. E’abbastanza documentato che a già da 0,8 V/m – 1 V/m ci sono effetti biologici abbastanza drastici.
Inoltre gli effetti biologici di quello che è definitio il campo vicino, e cioè quello che riguarda le emissioni dei cellulari non sono stati studiati i in maniera adeguata anche perché non c’è una corrispondenza esatta tra campo elettrico emesso e il campo magnetico emesso e i telefoni cellulari vengono usati in una condizione di cui non conosciamo neanche la fisica esattamente
Bisognerebbe fare ulteriori studi, ma prima di esporrre decine di milioni di persone a questo tipo di campi elettromagnetici.
Il telefono cellulare è un apparecchio prezioso nei casi di emergenza, ma non è uno strumento da usare per la normale comunicazione.
Un telefono spento non emette nulla, un telefono acceso non in conversazione emette ogni tot minuti –a seconda del modello- un segnale che si collega alla cella più vicina
Questo è vero se il telefono è fermo, ma se è in movimento emette sempre un segnale di ricerca della cella più vicina. Quando il telefono si mette in comunicazione con l’antenna emette il massimo della sua potenza, poi sia l’antenna che il telefono tendono ad abbassare la potenza purché si mantenga la comunicazione.
Ma noi abbiamo la pessima abitudine di camminare parlando, per cui il telefono teme sempre di perdere la connessione e quindi emette il massimo della potenza.
La peggiori condizioni per telefonare si hanno da dentro la macchina
Il telefono dovrebbe essere colllegato all’antenna esterna. Perché le onde escono soltanto dai finestrini mentre vengono dai riflesse dai metalli. E usando l’antenna esterna, Il tettino metallico ci protegge dalle radiazioni all’interno Se telefoniamo da dentro la mcchina con il cellulare molte onde elettromagnetiche rimbalzano addosso a noi prima di uscire.
L’auricolare con cavetto aiuta molto a ridurre il campo di una decina di volte, perché si allontana il cellulare dalla testa, invece gli auricolari wireless aumentano l’esposizione perché emettono un’ulteriore frequenza per collegarsi al telefono.
Per concludere, vogliamo dire che non siamo contro la tecnologia, ma siamo a favore di un tecnologia che limiti al massimo i rischi di danni biologici soprattutto nei soggetti più esposti come bambini e adolescenti. Per questo invitiamo ad utilizzare il più possibile internet via cavo e la linea telefonica fissa. Il 5 G da questo punto di vista è una tecnologia che presenta troppi rischi e lati oscuri e il suo utilizzo senza nessuna indagine epidemiologica a priori rappresenta un pericoloso salto nel buio. Una moratoria del 5G è quindi assolutamente giustificata finché non siano stati fatti studi adeguati sui rischi di esposizione a questa nuova forma pervasiva di inquinamento elettromagnetico.
Segnale massimo rilevato dall'acuostimer (rivelatore di radiazione a microonde)
Fonte: Fiorenzo Marinelli
Istituto Genetica Molecolare del CNR di Bologna