Costituzione e Resistenza

di Rosario Patanè - 11/08/2023
Di chi è “figlia” la Costituzione ? La Costituzione Repubblicana del ’48 non si può definire “ nata della Resistenza “

Ho letto con fatica il “ comunicato stampa” redatto dal coordinamento operativo “ La via maestra “ per l’organizzazione della manifestazione romana del 7 ottobre prossimo. Non certo per discordanza di contenuti ideali e programmatici ( a parte l’incomprensibile ultimo periodo dell’elenco puntato ) bensì per l’esageratissima lunghezza di esso e l’altrettanto ridondanza del periodare che ne fanno un ingarbugliato documento che mi ricorda quello alla fine dei vecchi congressi di partito. Traspare in esso la preoccupazione di comunicare una forma identitaria che ,da un lato, si rivolge chiaramente “ a noi stessi” rinfocolando la fiamma della “mobilitazione” ,dall’altro adopera e tratta i contenuti alla maniera di slogan “allungati” nell’ansia di dire tutto e nella forma assolutamente sbagliata che un’audience non omogenea alla nostra e che è quella che si dovrebbe, anzi si deve, cooptare e convincere alla manifestazione pubblica in tanti gravosissimi “ banchetti” .A cominciare da quella affermazione esclamativa che vedo sempre ricorrere della “ Costituzione nata dalla Resistenza “.

Avverto già gli echi di “ revisionista ,etc..” ma non me ne cale molto perché a 74 anni posso ben affermare che la mia vita è stata tutta dedicata - e lo è oggi assai concretamente ancor di più – alla sua esaltazione e difesa accorata come stella polare di ogni Sentimento democratico e valore morale. Piuttosto, colgo l’occasione per cercare di spiegare il mio disaccordo con la suddetta affermazione.

Non occorre ribadire come la luminosissima pagina storica della Resistenza vide un movimento popolare variegatissimo e diffuso in ogni dove,con modi e metodi peculiari,che ebbe principalmente lo scopo disucitare e praticare l’insurrezione contro i cascami del regime fascista e l’invasione feroce della germania nazista della nostra Terra. Ebbe anche senza ombra di dubbio una forte componente politica idealista e una visione generale del futuro ,ma tutta o quasi ricondotta nel principale obiettivo della Libertà, demandando di fatto al futuro prossimo la costruzione di una Società libera e giusta, della quale la Libertà ne era ineludibile premessa.

Non a caso essa portò quella Liberazione che ancora oggi assumiamo come Luce simbolica della festa della Democrazia riconquistata.

Se ci soffermassimo con più acutezza interpretativa sulle “parole” di questa meravigliosa Carta, vedremmo che essa compone in un larghissimo scenario giuridico, civile ,statuale, morale una costruzione sociale sulla scorta di modelli, i più diversi e profondi , di pensiero e di azione che seppur non possono prescindere dal valore rivoluzionario ,insurrezionale ,partecipativo di masse popolari della Resistenza ,ad esso,s olo ad esso non si possono ricondurre.

E se inalberati come una forma di esclusiva raffigurazione della Costituzione, finiscono con presentarla in forma esclusivamente identitaria “ di sinistra” ,quando non espressamente “comunista” tout-court ,e ciò sarebbe un ostacolo non da poco nel momento in cui ci apprestiamo a scendere nelle piazze non per una serie di comizi o cortei ,ma per spiegare con paziente tenacia,in tante postazioni di incontro con le persone, proprio con quelli che ,purtroppo, hanno avuto inculcato o da loro stessi coltivano il disprezzo del concetto di Costituzione-Resistenza .

Ricavo ( con molta rassicurazione interiore ) queste considerazioni dall’attenta lettura del mirabile discorso di un uomo eccezionale ,il Padre nobile più significativo ,per me ,della Carta costituzionale e comunque uno dei pilastri portanti di essa, quel Giuseppe Dossetti (1 ) che così si esprimeva nel corso della sua celebrazione della Memoria dell’altro grande Costituente Giuseppe Lazzati :

..Alcuni pensano che la Costituzione sia un fiore pungente nato quasi per caso da un arido terreno di sbandamenti postbellici e da risentimenti faziosi volti al passato.

Altri pensano che essa nasca da una ideologia antifascista di fatto coltivata da certe minoranze, che avevano vissuto soprattutto da esuli gli anni del fascismo.

Altri ancora .. si richiamano alla Resistenza, con cui l’Italia ha ritrovato il suo onore ..e si potrebbe continuare a lungo nella rassegna delle opinioni o sbagliate o insufficienti.

In realtà la Costituzione italiana è nata ed è stata ispirata – come e più di altre pochissime costituzioni – da un grande fatto globale, cioè i sei anni della seconda guerra mondiale.

Questo fatto emergente della storia del XX secolo va considerato, rispetto alla Costituzione, in tutte le sue componenti oggettive e al di là di ogni contrapposizione di soggetti, di parti, di schieramenti, come un evento enorme che nessun uomo che oggi vive o anche solo che nasca oggi, può e potrà accantonare o potrà attenuarne le dimensioni, qualunque idea se ne faccia e con qualunque animo lo scruti…

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Egli continua ,nei termini che lo spazio qui mi permette solo di accennare , di valutazione “oggettiva” :dal massacro e distruzione mai visti ,allo sconvolgimento di quella che chiama “la mappa del mondo” che ha “dato vita a due blocchi mondiali contrapposti guidati, con ideologie antitetiche e con schieramenti militarmente paurosi, dalle due nuove superpotenze e al rivelarsi della debolezza intrinseca e della insostenibilità morale dei grandi imperi coloniali, dando l’impulso decisivo a una quasi totale decolonizzazione, e alla conquista progressiva dell’autonomia di molti paesi nuovi in Africa e in Asia: e la Cina e l’India, con un totale di due miliardi di soggetti (2 )

L’esito della seconda guerra mondiale vede da una parte l’affermazione, in larga parte dell’umanità, del cosiddetto “socialismo realizzato” e dall’altra il crescere impetuoso di un neo capitalismo che muta radicalmente costumi individuali e collettivi e modi di vita uniformi in tutto il pianeta in conseguenza dei nuovi mezzi di comunicazione sociale, la televisione soprattutto.

Le forme della produzione industriale, con la “conseguente trasformazione radicale della carattere dell’economia e della finanza. mutano profondamente con sempre più complesse conseguenze e ,assoluta novità sul piano delle grandi religioni : «sionismo realizzato» nuovi fermenti critici e dinamici nel cristianesimo; e nuove ideologie, con il risveglio dei popoli arabi e il conseguente rialzarsi mondiale dell’islam..essa ,poi, ha lasciato due terribili eredità che hanno condizionato l’ultimo mezzo secolo e che ancora condizioneranno gli anni a venire:

la V2, il missile lanciato sull’Inghilterra a partire dal settembre 1944,

la bomba atomica, esplosa per la prima volta a Hiroshima il 6 agosto 1945,precipitando il mondo nell’equilibrio del terrore..

A causa di ciò ,quindi ,l’acuirsi delle ideologie appena ritrovate e l’asprezza dei contrasti politici tra i partiti appena rinati, e lo stesso nuovo fervore orgoglioso determinato dalla coscienza resistenziale non potevano non inquadrarsi in più vasti orizzonti, e non inserirsi in una nuova realtà storica globale mondiale per spingere in qualche modo tutti a cercare, in fondo, al di là di ogni interesse e strategia particolare, un consenso comune, moderato ed equo..

la Costituzione italiana del 1948 si può ben dire nata da questo crogiolo ardente e universale, più che dalle stesse vicende italiane del fascismo e del postfascismo: più che dal confronto scontro di tre ideologie datate, essa porta l’impronta di uno spirito universale e in certo modo trans-temporale…occorre ricordare che questa base di largo consenso – nonostante i dibattiti assai vivaci lungo il corso di tutti i lavori e gli antagonismi che dividevano allora il paese – portò a una votazione finale del testo della Costituzione che raggiunse quasi il 90% dei componenti dell’Assemblea costituente ..”

 

Questi pensieri profondi e lungimiranti di un così grande Costituente rincuorano la mia modestissima considerazione iniziale e rafforzano in me l’auspicio profondissimo che si esca una buona volta per tutte dalla pedissequa ripetizione di un lessico politico vetero identitario che finisce col diventare motivo di incomprensione diffusa per le nuove generazioni e ,per certe parti cosi numerose purtroppo nel nostro Paese, repulsivo,oggi come non mai favorite dallo stravolgimento socio politico di questa destra così “ autentica”

Occorre ,dunque, far vivere con il massimo impegno e la massima devozione laica possibile la Carta Costituzionale come frutto mirabile e fecondo espressione di una Civiltà improntata alla Libertà e ai valori altissimi , sui quali essa specialmente si fonda,della Persona Umana e della Giustizia sociale e del Diritto naturale.

Valori che oggi come non mai debbono potere essere compresi da un larghissimo uditorio senza lo schermo di richiami non più comprensibili.

Nella consapevolezza di un mondo nuovo e di una dinamica economico-sociale ben diversa dai tempi delle grandi identità di massa, marxiste o liberali o confessionali che siano.

 

Rosario Patanè

NOTE :

( 1 ) “.. Nella scelta della Resistenza, si consolida la sua profonda scelta antifascista: non un antifascismo superficiale o d’occasione, ma quasi esistenziale, quasi con radici religiose. Il nazifascismo aveva prodotto l’immane catastrofe della seconda guerra mondiale e dello sterminio degli ebrei: era anticristiano alla radice e i cristiani ad esso si dovevano opporre, sempre, senza titubanze, senza indulgenze, senza concessioni. Nella Resistenza nasce il suo fermo e definitivo rifiuto di un ruolo conservatore dei cattolici in politica, quel conservatorismo pigro e comodo, come lo chiamerà in seguito, che caratterizzava gran parte della cristianità italiana e che lui sentiva del tutto in contrasto col ruolo del cristiano nel mondo.. cristiani, per il nuovo Dossetti, dovevano essere l’avanguardia dei movimenti politici che si battevano per il cambiamento in nome dei più deboli, non la retroguardia.I cristiani dovevano essere i più coraggiosi nell’impegno per la giustizia sociale, per la pace, per la dignità del lavoro, per la casa, per l’istruzione, per l’emancipazione, insomma, delle classi popolari, per il riscatto degli umiliati e offesi che rappresentavano la maggior parte della popolazione mondiale…”Cfr. https://www.itlodeo.info/2001/03/27/giuseppe-dossetti-e-la-notte-della-politica/

( 2 ) “..in questo enorme evento globale sono incluse anche le conseguenze che esso ha provocato per l’Italia: più di 400.000 morti tra militari e civili; stragi e deportazioni senza limiti; incalcolabili distruzioni e rovine (nel 1945 la produzione industriale era ridotta al 30% di quella del 1938; la produzione cerealicola a 41 milioni di quintali di fronte agli 81 milioni del 1938; l’inflazione era salita spaventosamente (da 22 miliardi di lire circolanti nel 1938 a 319 miliardi nel ’45, che arrivarono nel ’49 a 869 miliardi); e ancora e soprattutto l’aggravarsi culturale ed etico-sociale, oltre che economico-politico, dello squilibrio tra il sud (occupato dagli alleati) e il nord (occupato per quasi due anni dai tedeschi); e infine la distruzione di ogni tessuto e istituzione civile e politica.E di diritto e di fatto questo evento mondiale fu ben presente sin dagli inizi ai lavori ella Costituente..”

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