Fosco Maraini
Gnòsi delle Fànfole
Collana Le Formiche, 26
Baldini Castoldi Dalai Editore
Milano, 1994
di Sans Souci
Quando la realtà mi lascia senza parole - il che avviene più frequentemente di quanto mi piace ammettere - mi torna sempre in mente la "poesia metasemantica" (come la chiamava Fosco Maraini, il suo autore) e, se sono a casa, scappo a prendere, dallo scaffale della poesia, questo prezioso libriccino per rileggermi una poesia di Fosco (ma ormai le conosco a memoria!) in cui ritrovo il senso, l'umore della mia giornata e l'immaginifica ingenuità del vecchio ragazzino che sopravvive in me. Così, giorni fa, quando zappettando in giardino fui colpito da un'immagine e da un ricordo particolarmente belli e cari, m'è venuto naturale avvicinarmi ad una bella pianta di rose gialle e declamare ad alta voce "Il giorno ad urlapicchio", così:
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi
col cielo dagro e un fònzerogongruto
ci son meriggi gnàlidi e budriosi
che plògidan sul mondo infragelluto,
ma oggi è un giorno a zìmbagi e zirlecchi
un giorno tutto gnacchi e timparlini,
le nuvole buzzìllano, i bernecchi
ludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;
è un giorno per le vànvere, un festicchio
un giorno carmidioso e prodigiero,
è il giorno a cantilegi, ad urlapicchio
in cui m'hai detto "t'amo per davvero".
Già, perché la poesia metasemantica va letta ad alta voce, va declamata in modo che il suono, il ritmo, il colore, il calore, l'enfasi e la metrica esprimano il senso che le parole (meta-semantiche, appunto) suggeriscono. Oppure criptano impietosamente per chi è sordo di cuore e di mente, nonostante le improbabili note esplicative - di grande garbo ed arguzia - aggiunte dal curatore del volumetto, Maro Marcellini.
Fin dagli albori della civiltà la formazione delle parole e delle lingue ha seguito il naturale procedimento di inventare parole (o suoni, se volete) che dessero corpo e vita alle cose, agli oggetti, ai pensieri, alle emozioni. Con la poesia metasematicainvece avviene proprio il contrario: Fosco Maraini crea parole e suoni nuovi e ti invita a dar loro emozioni, valori, significati, nuovi, magari dettati dalle tue esperienze, dal tuo sentire, daltuo inconscio. Se vogliamo ti invita ad un viaggio alla scoperta delle tue esperienze, di te stesso.
Debbo la scoperta della poesia metasemantica di Fosco Maraini a una mia nipote,Federica, giovane,bella, intelligente e curiosa (un pleonasmo,perché tutte le persone intelligenti sono curiose). Purtroppo Gnòsi delle Fànfole è fuori catalogo. E' probabile che l'editore provveda presto ad una ristampa, viste le pressioni esercitate su di lui. Ma io, testardo, eho continuato a cercarlo, spesso trovandolo su bancarelle o siti di libri usatiper poter regalare queste preziose novanta pagine a quei pochi, selezionati amici che ritenevo in grado di apprezzare un piccolo grande tesoro di intelligenza, di fertile profonda ingenuità, stimolante gioco alla comprensione di se stessi, degli altri edel mondo intorno a noi.
Fosco Maraini fu un grande viaggiatore, uno studioso, un antropologo, un etnologo, un raffinato orientalista. Visse a lungo in Giappone con la moglie, TopaziaAlliata di Salaparuta di antica nobiltà siciliana, e con le figlie Dacia, Yuki e Toni. Insegnò in diverse università italiane e straniere.