In anni non molto lontani, per la Chiesa di Roma i non cattolici erano un problema. Erano esseri in un certo qual modo inferiori e, corentemente, andavano convertiti. Fortunatamente, negli ultimi anni – e soprattutto grazie a papa Francesco – l’atteggiamento della Chiesa è decisamente cambiato: oggi Francesco è in prima linea fra coloro che condannano sine ira et studio le politiche, gli atteggiamenti e le vergognose provocazioni di chiara impronta razzista degli energumeni di casa nostra.
Nel corso dell’altrui conquista delle loro terre, i nativi americani subirono quello che fu forse il più grande genocidio della storia e se dietro a quello sterminio pianificato dalla cattolicissima Spagna c’era la corsa all’Eldorado, non irrilevante fu anche la spinta della caccia al selvaggio da convertire, per salvargli l’anima - ammesso che l’avesse - prima di bruciargli il corpo. Chi ha letto – e chi leggerà - quel gioiello ch’è la trilogia di Eduardo Galeano, scrittore e pensatore uruguaiano, Memoria del fuoco, appunto, non potrà che restare profondamente turbato: le pagine di quei libri si leggono solo attraverso un velo di lacrime ch'è solo in parte mitigato dalla fascinazione di una narrazione poetica irresistibile. Ai genocidi dei conquistadores ne sono negli anni e nei secoli successivi seguiti tanti altri – senza nulla dire del genocidio degli ebrei, degli zingari, dei diversi, di individui di “razze impure” del XX secolo, secondo la per nulla ardita equazione di papa Francesco con le parole e gli atti dell’attuale nostro osceno ministro dell’interno - chi non ha visto in vita sua quel vecchio manifesto pubblicitario della fabbrica di armi Savage con un ritratto di Toro Seduto e la scritta “Savage guns make bad indians good” (da interpretarsi nel senso di quell’altro manifesto con su scritto “A good indian is a dead indian”), che in termini di analisi logica fa il paio con le posizioni razziste, nazionaliste, primatiste, di quell’altro mostro d’oltreoceano, attualmente in carica alla Casa Bianca ?
Ma, a proposito di questo dispregio razziale, io avverto un pericolopiù subdolo e non meno pervasivo: entranelle nostre società grazie ad una tambureggiante campagna di certi nostri (e altrui) uomini pubblici che hanno costruito le loro fortune politiche sul tema della caccia al diverso e della sua cacciata dalle nostre sponde. Quale alternativa, si pretende di richiedere allo straniero che legittimamente vive tra noi che si adegui, si integri, si mimetizzi. Questa integrazione, nei fatti coatta, è una forma di “accoglienza” altrettanto discriminatoria, dal momento che nega al “diverso” il diritto alla sua diversità, una qualità, questa, che ci arricchisce non meno di quanto ci abbia arricchito nei secoli la frammistione di tanti popoli che, dall’Africa alla penisola iberica, dal nord Europa all'est Europa, dalla Grecia al medio-oriente, hanno portato a noi i tanti doni connessi con la diversità.
Questa sfrenata corsa all’omologazione mi fa paura: si tratta di una versione trasfigurata della conquista dell’America da parte delle nuove potenze, il grande e diversificato mondo del potere finanziario (e i governi nazionali e sovranazionali che le assecondano). Sembra che il mondo non debba essere che un singolo mercato planetario, la sola dimensione di scala cui aspirare, con l’obbiettivo di ridurre all’osso i costi sulla pelle degli ultimi e rimpolpare i profitti, il potere economico, il potere politico. Non credo esistano dubbi sul fatto che la tanto decantata “caduta dei muri e delle ideologie” sia stata solo la caduta dei muri e delle ideologie che si frapponevano al grande successo del vampirismo: tanti anni dopo l’89 è chiaro che ben altre forme di servitù sono state imposte, altrettanto pericolose ma più ingannevoli perchè vengono presentate (imposte) come conquiste dell’uomo moderno. In nome della globalizzazione, della libertà, del “libero” mercato. Forse bisognerebbe aggiornare il nostro vocabolario: non più scrivere globalizzazione bensì glebalizzazione.
Eduardo Galeano
Memoria del fuoco, Una trilogia.
1. Le origini
2. I volti e le maschere
3. Il secolo del vento
Sansoni Editore, Firenze 1989