Estratti da Pamphlet ecologico, il libro postumo di Virginio Bettini
Ad un anno dalla sua uscita su “Nuova Ecologia” Alcuni brani tratti dalla pubblicazione del primo direttore della Nuova Ecologia
Prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici a Pamphlet Ecologico di Virginio Bettini
In questa prefazione al libro Pamphlet ecologico, vogliamo menzionare i rapporti di collaborazione che abbiamo con Virginio Bettini perché stimiamo la sua autorevolezza come maestro dell’ecologia politica e come europarlamentare e professore e docente di grande valore e prestigio a livello mondiale, che, tra gli altri, ha collaborato anche con il celebre ecologista Barry Commoner.
I contenuti del libro di Bettini espongono quanto abbiamo proposto, insieme all’autore, spesso anche con Alfonso Navarra, cui dobbiamo la postfazione, nelle iniziative e nelle presentazioni in pubblico di vari nostri libri.
Con Virginio Bettini, in particolare negli ambienti ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, proponiamo i moniti del grande Partigiano Deportato, Padre Costituente dell’ONU Stéphane Hessel “la nonviolenza come cammino che dobbiamo imparare a percorrere” e “Esigete un disarmo nucleare totale”, a partire da ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, che è stata insignita Premio Nobel per la Pace 2017 e di cui tutti noi attivisti per il disarmo nucleare siamo parte attiva. Bettini, insieme a Giorgio Nebbia e Gianni Mattioli, è stato tra i più grandi e principali oppositori al progetto del nucleare in Italia. Un vero riferimento dell’ecologismo politico equiparabile ad altri maestri come Laura Conti e Alexander Langer. Tutti questi grandi ecologisti sottolineano come i temi dell’ecologia urbana, del paesaggio e del nucleare civile devono essere approfonditi così come le problematiche relative alle riemergenti tecnologie nucleari, che cercano sempre di rialzare la testa nonostante le sconfitte.
Abbiamo sempre registrato, durante le presentazioni dei nostri libri in pubblico, una grande attenzione dei giovani agli interventi orali di Virginio Bettini in queste iniziative molto partecipate; e ora invitiamo i nostri lettori in particolare a leggere il Pamphlet di Bettini, perchè, nella dispiegata ed argomentata forma scritta, l’autore inquadra sistematicamente la questione ecologica nei suoi attuali termini scientifici, e nei diversi aspetti in cui si articola.
Basta scorrere l’indice per capire che tutta la complessità dell’ecologia è scomposta e trattata da Bettini in modo semplice (non semplicistico) nei vari elementi, senza perdere le connessioni e gli intrecci delle diverse problematiche che concorrono a rappresentare il terreno di lotta per una unica, letteralmente vitale alternativa al malsviluppo dominante.
Nel cammino nonviolento che dovremo percorrere per uscire positivamente dalle emergenze che ci stanno minacciando, tra cui i dissesti climatici, il rischio della guerra nucleare e la disuguaglianza sociale globale, proponiamo il portato valoriale dell’ecologia sociale ed in essa non dimentichiamo il Pamphlet ecologico di Virginio Bettini.
Pamphlet Ecologico (Edizioni Mimesis)
a cura di Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi
Introduzione di Maurizio Acerbo
Intervento di Paolo Ferrero
Prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici
Postfazione di Alfonso Navarra
Contributo di David Boldrin Weffort
“I contenuti del libro di Bettini espongono quanto abbiamo proposto, insieme all’autore, nelle iniziative e nelle presentazioni in pubblico di vari nostri libri.
Con Virginio Bettini, in particolare negli ambienti ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, proponiamo i moniti del grande Partigiano Deportato, Padre Costituente dell’ONU Stéphane Hessel
“la nonviolenza come cammino che dobbiamo imparare a percorrere” e “Esigete un disarmo nucleare totale”, a partire da ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, che è stata insignita Premio Nobel per la Pace 2017 e di cui tutti noi attivisti per il disarmo nucleare siamo parte attiva. Bettini, insieme a Giorgio Nebbia e Gianni Mattioli, è stato tra i più grandi e principali oppositori al progetto del nucleare in Italia. Un vero riferimento dell’ecologismo politico equiparabile ad altri maestri come Laura Conti e Alexander Langer. Tutti questi grandi ecologisti sottolineano come i temi dell’ecologia urbana, del paesaggio e del nucleare civile devono essere approfonditi così come le problematiche relative alle riemergenti tecnologie nucleari, che cercano sempre di rialzare la testa nonostante le sconfitte.
Abbiamo sempre registrato, durante le presentazioni dei nostri libri in pubblico, una grande attenzione dei giovani agli interventi orali di Virginio Bettini in queste iniziative molto partecipate; e ora invitiamo i nostri lettori in particolare a leggere il Pamphlet di Bettini, perchè, nella dispiegata ed argomentata forma scritta, l’autore inquadra sistematicamente la questione ecologica nei suoi attuali termini scientifici, e nei diversi aspetti in cui si articola.
Basta scorrere l’indice per capire che tutta la complessità dell’ecologia è scomposta e trattata da Bettini in modo semplice (non semplicistico) nei vari elementi, senza perdere le connessioni e gli intrecci delle diverse problematiche che concorrono a rappresentare il terreno di lotta per una unica, letteralmente vitale alternativa al malsviluppo dominante.
Nel cammino nonviolento che dovremo percorrere per uscire positivamente dalle emergenze che ci stanno minacciando, tra cui i dissesti climatici, il rischio della guerra nucleare e la disuguaglianza sociale globale, proponiamo il portato valoriale dell’ecologia sociale
ed in essa non dimentichiamo il Pamphlet ecologico di Virginio Bettini…”
Intervento di Paolo Ferrero
già Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea
“…Il volume che avete tra le mani, a cura di Laura Tussi, Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, è quindi un omaggio a Bettini ma un favore a noi: la sua qualità non è facilmente riscontrabile nel panorama editoriale odierno. La proposta scientifica dell’Ecologia del paesaggio, come punto di incontro delle relazioni sociali con quelle naturali, è una pietra miliare imprescindibile per la trasformazione sociale. Questo libro giustamente la ripropone e aprirà nuove prospettive a chi non ne ha mai sentito parlare.
Da ultimo, questo è un libro che fa pensare su noi stessi. E’ un libro postumo di Bettini, che nell’introduzione ricorda Alex Langer e Laura Conti ed è dedicato a Giorgio Nebbia, altro padre fondatore dell’ecologia politica italiana. Questo libro segnala come la schiera degli scienziati rossi ed esperti, capaci di analizzare la realtà e di progettare percorsi di trasformazione, si stia molto assottigliando e sottolinea la difficoltà che abbiamo a riprodurre la cultura critica di alto livello. Per questo è una testimonianza – una rammemorazione come avrebbe detto Walter Benjamin – è un libro sul che fare, ma è anche un invito a studiare, perché la trasformazione chiede lotta e passione ma anche intelligenza e preparazione”.
Introduzione di Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
“…E’ impossibile riassumere il suo enorme contributo di studioso e attivista, come militante politico e di movimento, come rappresentante istituzionale. Il suo ruolo nei Verdi e poi l’avvicinamento e la
candidatura con Rifondazione Comunista. Il movimento antinucleare gli deve tantissimo e ogni volta che in una lotta prepariamo le osservazioni per la VIA dovremmo rendergli omaggio. Da Virginio abbiamo sicuramente da tenere ferma la lezione che l’impegno ambientalista non può essere solo enunciazione di principi o trasformarsi in ideologia, ma deve utilizzare in maniera critica i saperi scientifici confrontandosi con la complessità della realtà. Non è mai diventato un politicante e ci ha lasciato una miniera che va custodita e esplorata, un patrimonio di passione e ricerca che chi non rinuncia a un impegno rossoverde non può che considerare essenziale. Questo pamphlet ce lo ricorda come compagno “commoneriano” (sia nel senso di Commoner che di commons, beni comuni) appassionato e ironico che fino all’ultimo ha cercato di cercare di interpretare il mondo e di cambiarlo”.
La lezione di Virginio Bettini
Contributo di David Boldrin Weffort
“…Per troppo tempo la maggioranza degli scienziati ha idealizzato una posizione di osservatori estranei e neutrali ai processi storici, relegando il loro ruolo a semplici consiglieri tecnici al servizio del potere. Nicholas Maxwell, filosofo della scienza, ha recentemente definito l’attuale impresa scientifica un tradimento della ragione e dell’umanità, poiché incapace d’influenzare e migliorare il presente nel suo miope accumulo di conoscenza. Ora, “suonato l’allarme” per la crisi climatica, la scienza può ritirasi nella torre d’avorio o agire coerentemente con azioni di disobbedienza civile come recentemente esortato da Charlie J. Gardner e Claire F. R. Wordley sulla rivista Nature Ecology and Evolution. L’impresa scientifica ha, dunque, l’opportunità di riassumere quel carattere liberatorio che ne ha caratterizzato gli albori, quando la rivoluzione copernicana ha sovvertito l’oscurantismo medioevale. In particolare, l’ecologia, come ha affermato Murray Bookchin, ha un carattere intrinsecamente
rivoluzionario perché studiando le relazioni tra organismi e il loro ambiente, non può sottrarsi dalla critica dei sistemi sociali che determinano le relazioni tra la specie umana e l’ambiente. Virginio Bettini lo aveva capito prima di molti altri muovendosi disinvolto dalle cattedre accademiche alle assemblee dei tanti comitati per la difesa del territorio. E oggi, più che mai, dobbiamo seguire il suo esempio”.
Postfazione di Alfonso Navarra
Questo prezioso manualetto di Virginio Bettini va inquadrato in un contesto pre-pandemico: nella cronologia di scrittura, appartiene ad un “prima” della crisi da coronavirus. Allora non era così chiaro come adesso che il “dopo” la catastrofe sanitaria in corso pone in modo evidente e pressante un “cambiamento di rotta” della barca comune dell’Umanità che la porti in via definitiva fuori dal mare delle tempeste in cui rischia di naufragare.
Questo porto sicuro del “dopo” si potrebbe chiamare Green New Deal mondiale ed esso può essere raggiunto solo se si segue la bussola culturale della terrestrità, un concetto che in qualità di portavoce dei Disarmisti esigenti ho elaborato partendo dalle intuizioni base di Morin-Hessel (la coscienza planetaria), dalla visione dei popoli indigeni (l’umanità e’ figlia della Madre Terra) e dalla consapevolezza gandhiana che “la nonviolenza efficace sono i progressi nel diritto internazionale”.
La rete di educazione alla terrestrità promossa dai Disarmisti esigenti, connessa all’iniziativa della Carta della Terra, vuole creare le premesse culturali per l’armonizzazione di campagne e strategie politiche, a partire da ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) – Premio Nobel per la Pace 2017, che concretizzino i diritti dell’Umanità e della Natura cui deve essere subordinata la legittimità degli Stati: la terrestrità è, a conti fatti, il
necessario antagonista culturale del sovranismo militarista, la deriva in cui rischiamo invece di inabissarci.
Il libro di Virginio Bettini, con la prefazione dei giornalisti e attivisti Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, è ricco di informazioni concentrate, attendibili, essenziali, una miniera di idee e di indicazioni per la costruzione del Green New Deal globale e delle sue varie articolazioni continentali, nazionali, locali, persino di comportamenti personali.
Appartiene ad un “prima” la crisi pandemica che prepara un “dopo” di reale svolta, di reale trasformazione: cioè un dopo, in cui l’Umanità fa la pace con la Natura violentata ed in questo percorso fa la pace anche con sé stessa.
Da questo punto di vista, per tutti i movimenti alternativi, mi sento di consigliarlo come strumento imprescindibile di dati e di riflessioni, capace di lasciare un segno di crescita intellettuale, ma anche morale ed emotiva, a disposizione delle persone che stanno maturando ed approfondendo una conversione ecologica.