Di seguito la lettera inviataci da un nostro lettore.
Vi invio questa Lettera aperta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, scritta dall'amico Franco Bianco, che anch'io ho sottoscritto e postato sul sito della Presidenza della Repubblica. Se la condividete, vi invito a fare lo stesso il più velocemnete possibile: sottoscrivete la lettera, copiatela, postatela sul sito della Presidenza (http://www.quirinale.it/ - mappa - posta - inserite la lettera) anche con la vostra firma e diffondetela tra i vostri amici e le vostre conoscenze.
Marcello Paolozza
Vi invio questa Lettera aperta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, scritta dall'amico Franco Bianco, che anch'io ho sottoscritto e postato sul sito della Presidenza della Repubblica. Se la condividete, vi invito a fare lo stesso il più velocemnete possibile: sottoscrivete la lettera, copiatela, postatela sul sito della Presidenza (http://www.quirinale.it/ - mappa - posta - inserite la lettera) anche con la vostra firma e diffondetela tra i vostri amici e le vostre conoscenze.
Marcello Paolozza
Lettera aperta al
Presidente della Repubblica
Egregio Presidente della
Repubblica, On.le Giorgio Napolitano,
se Lei permetterà al pregiudicato-condannato Silvio Berlusconi di guidare o comunque partecipare alla delegazione di Forza Italia per le "consultazioni" il Quirinale, la "casa degli italiani", ne sarà imbrattata in modo incancellabile. Non c'è nulla che possa giustificare un tale oltraggio: il Presidente è il custode della Costituzione e delle Istituzioni che da essa discendono, non ci può essere ragione politica che possa consentire all'arroganza di un malfattore sentenziato in via definitiva, espulso dal Parlamento ai sensi delle leggi vigenti, di negare nei fatti il dominio della Legge e della Magistratura che la applica e farsi beffe dell'una e dell'altra; se quel condannato-interdetto varcherà la soglia del Quirinale, esponendo tutta l'Italia alla vergogna ed attirando su tutti gli italiani la derisione dei Paesi civili e democratici, la nostra Carta Costituzionale ed i codici che regolano lo Stato di diritto saranno sommersi da un fango e da un putridume dal quale rischieranno di non emergere più.
Presidente Napolitano, non faccia questo al Paese per il quale Lei e tanti altri avete combattuto, per sottrarlo alla vergogna fascista e riportarlo nel contesto civile che gli compete. Lei, Presidente, dovrebbe avere la forza di rifiutare l'incontro con un condannato e di motivarne pubblicamente la ragione, consapevole di essere nel giusto e di avere il diritto e la morale dalla Sua parte; se non sente di disporre di tale forza d'animo - della cui mancanza farebbe allora bene a trarre quanto prima le dovute ed inevitabili conseguenze - può almeno aggirare formalmente l'ostacolo decidendo che le "delegazioni" siano costituite unicamente e rigorosamente dai soli presidenti dei gruppi parlamentari, in modo da escludere la nauseabonda presenza di un condannato che non fa parte, e giustamente, delle assemblee parlamentari.
Faccia come crede, Presidente Napolitano, ma non sottoponga l'Italia e le sue Istituzioni ad un tale oltraggio, che rischierebbe di scavare un fossato incolmabile e definitivo fra lo Stato ed i cittadini: gli Italiani hanno molti demeriti, sicuramente, ma non meritano di essere puniti ed umiliati fino a questo punto, non da Lei, non per una Sua decisione evitabile e da nulla necessitata.
Presidente Napolitano, non faccia torto alla Sua stessa figura ed alla Sua storia: Lei non merita di consegnarsi ad un ricordo così infamante per le Istituzioni. Non lo faccia, Presidente: Lei lo sa che non deve essere fatto, non inganni Se stesso e la Sua coscienza.
se Lei permetterà al pregiudicato-condannato Silvio Berlusconi di guidare o comunque partecipare alla delegazione di Forza Italia per le "consultazioni" il Quirinale, la "casa degli italiani", ne sarà imbrattata in modo incancellabile. Non c'è nulla che possa giustificare un tale oltraggio: il Presidente è il custode della Costituzione e delle Istituzioni che da essa discendono, non ci può essere ragione politica che possa consentire all'arroganza di un malfattore sentenziato in via definitiva, espulso dal Parlamento ai sensi delle leggi vigenti, di negare nei fatti il dominio della Legge e della Magistratura che la applica e farsi beffe dell'una e dell'altra; se quel condannato-interdetto varcherà la soglia del Quirinale, esponendo tutta l'Italia alla vergogna ed attirando su tutti gli italiani la derisione dei Paesi civili e democratici, la nostra Carta Costituzionale ed i codici che regolano lo Stato di diritto saranno sommersi da un fango e da un putridume dal quale rischieranno di non emergere più.
Presidente Napolitano, non faccia questo al Paese per il quale Lei e tanti altri avete combattuto, per sottrarlo alla vergogna fascista e riportarlo nel contesto civile che gli compete. Lei, Presidente, dovrebbe avere la forza di rifiutare l'incontro con un condannato e di motivarne pubblicamente la ragione, consapevole di essere nel giusto e di avere il diritto e la morale dalla Sua parte; se non sente di disporre di tale forza d'animo - della cui mancanza farebbe allora bene a trarre quanto prima le dovute ed inevitabili conseguenze - può almeno aggirare formalmente l'ostacolo decidendo che le "delegazioni" siano costituite unicamente e rigorosamente dai soli presidenti dei gruppi parlamentari, in modo da escludere la nauseabonda presenza di un condannato che non fa parte, e giustamente, delle assemblee parlamentari.
Faccia come crede, Presidente Napolitano, ma non sottoponga l'Italia e le sue Istituzioni ad un tale oltraggio, che rischierebbe di scavare un fossato incolmabile e definitivo fra lo Stato ed i cittadini: gli Italiani hanno molti demeriti, sicuramente, ma non meritano di essere puniti ed umiliati fino a questo punto, non da Lei, non per una Sua decisione evitabile e da nulla necessitata.
Presidente Napolitano, non faccia torto alla Sua stessa figura ed alla Sua storia: Lei non merita di consegnarsi ad un ricordo così infamante per le Istituzioni. Non lo faccia, Presidente: Lei lo sa che non deve essere fatto, non inganni Se stesso e la Sua coscienza.