Viviamo un momento politico carico di contraddizioni. La corte suprema ha ritenuto fondata l’incostituzionalità della legge elettorale con cui ci costringono ad eleggere i rappresentanti del popolo. Gli atti inviati alla consulta. Da sette anni il sistema costringe il popolo a votare con una legge dalla dubbia costituzionalità. Solo un anno fa la cassazione non ha ammesso la richiesta di referendum proposto da un milione e mezzo di cittadini. Il vulnus sulla nostra democrazia è un fatto. Con la legge “porcata”, il proprietario del Pdl, ha posizionato in parlamento i suoi cortigiani. Con i nominati rappresentanti del popolo, ha fatto scrive ed approvare leggi che gli hanno garantito impunibilità. Gli avvocati, a suo libro paga, difensori nel processo, hanno coniugato la difesa del capo, con la stesura delle leggi che assicurava impunibilità per il corruttore, eletto presidente del consiglio. Il proprietario del partito presidente del consiglio, è proprietario di tre televisioni. Questo signore in quanto concessionario di autorizzazioni statali, non poteva sedere nel luogo della rappresentanza. La sua ineleggibilità, valutata non da un giudice terzo, ma da membri delle commissioni parlamentare a cui lui garantiva lo scanno.
Trovo grottesca la vulgata dominante che banalizza fatti di questa portata. Il capo gruppo al senato del Pd, dichiara, per convinta interpretazione della legge, l’ineleggibilità di questo signore. La disponibilità, del capo gruppo a votare l’ineleggibilità con i rappresentanti del M5s cozza con gli imbarazzati silenzi del Pd. I parlamentari di questo partito nicchiano. Chiamati ad esprimersi su fatto di grande rilevanza democrazia, si ritraggono. “La posizione del capo gruppo del senato è legittima posizione personale”: si affrettano a dire.
Qual è la posizione del Pd sulla ineleggibilità del corruttore impunito, non è dato conoscerla. La ineleggibilità del corruttore impunito, non è nel programma di governo. Sic! Da venti anni la politica italiana è tenuta sotto scacco dal corruttore di magistrati. I delitti di questo soggetto prescritti in virtù di leggi fatte da parlamentari a cui ha garantito il seggio. Il soggetto, condannato per evasione, ha in corso un processo per istigazione alla prostituzione di una minore, accusato di aver corrotto i parlamentari della opposizione e fatto cadere il governo. Il paese avvitato sulle malefatte di questo individuo.
Il soggetto sicuramente pericoloso, a piede libero, manipola la politica. La cronaca drammatica della crisi, racconta che centinaia miglia di cittadini sono senza reddito e senza lavoro. Le disuguaglianze sociali aumentano inesorabilmente. I diritti dei cittadini, negati. Il rispetto dei diritti la cui vigilanza delegata a procedure lente e fuorvianti se non lasciate nelle mani d’interpretazioni soggettive degli azzeccagarbugli. Ogni tentativo di responsabilizzare la politica risulta vano.
Gli strappi costanti alla costituzione, banalizzati. Il capo dello Stato rieletto, vede attivismo, non previsto dalla costituzione, sforna il governo delle “larghe intese”, la cui maggioranza si regge su alleanza Pd Pdl Centro. Il governo delle “larghe intese” mette al centro della sua attività interessi estranei agli generali. Nella manifestazione della Fiom, centinaia di miglia di lavoratori, ricordano al governo la centralità del lavoro. Il presidente onorario di LeG, già emerito presidente della corte costituzionale, ricorda che la costituzione nel suo primo articolo, recita che la repubblica italiana è fondata sul lavoro. Dal lavoro dipende la emancipazione di una intera generazione. Il Pd non partecipa alla manifestazione della Fiom.
Il traghettatore segretario, imbarazzato ex segretario generale della Cgil, dichiara che il compito del Pd è di ascoltare tutti per poi dare risposte non solo alla piazza. Il linguaggio è da puro sindacalese. Il Pd è impegnato a sostenere il governo delle “larghe intese” che ha come priorità, non il lavoro, ma l’abolizione dell’Imu. Nessuna politica industriale. Nessuna detassazione del lavoro. La priorità del governo Pd Pdl Centro, è la difesa della “roba”. Nessun rilancio economico. Nessuna detassazione per i redditi di lavoro e pensione.
Il padrone del Pdl, ha negato fino all’ultimo la crisi. Rivendica per se il merito della sospensione dell’Imu. Il cittadino lavoratore vive condizioni drammatiche. Il governo invece di rimuovere gli ostacoli alla politica di sviluppo, difende gli interessi elettorali del Pdl. Quando la sanatoria edilizia e fiscale? Questa destra ha utilizzato la speculazione immobiliare in alternativa allo sviluppo industriale. L’accumulazione immobiliare ha cementificato spiagge e montagne. La crisi ha nome e cognome.
I nominati rappresentanti del popolo, cortigiani del padrone del Pdl, si lamentano che sono insultati nei supermercati. Chiedono alle istituzioni solidarietà. “Piangono e fottono”: il loro motto. Al cittadino comune è negato il diritto di avere diritti. La violenza che patisce il cittadino è un dato di fatto.
Il Pd delle primarie, balbetta. Qual è l’idea di sviluppo per l’Italia che ha in mente questo partito? Emerge nella sua drammaticità l’inconsistenza politica del Pd. Chi in buona fede ha ritenuto che questo partito potesse rappresentare gli interessi di chi lavora, deve ricredersi. Questo partito non si batte per la dignità di chi fatica. Questo partito, mai avrebbe votato per Rodotà.
Abbiamo il dovere di mettere in cantiere la nascita di un soggetto politico in grado di dare speranza alle giovani generazioni.
Abbiamo il dovere di mettere in cantiere la nascita di un soggetto politico in grado di dare speranza alle giovani generazioni