In questi mesi ci giochiamo tutto sull’acqua. Serve una mobilitazione forte perché il Parlamento finalmente approvi una legge sull’acqua che rispetti il Referendum del 2011. In quell’occasione 26 milioni di cittadini hanno votato per togliere l’acqua al mercato, perché su un bene così scarso e prezioso non si può fare profitto. Dopo otto anni e ben cinque governi, ancora aspettiamo una legge. Anzi, tutti e cinque hanno favorito la privatizzazione dell’oro blu.
Ma i comitati per la gestione pubblica dell’acqua, insieme al Forum, non hanno mai smesso di ricordare alla politica il dovere di obbedire al Referendum, perché l’acqua è uno bene comune fondamentale, oggi messo in pericolo dal surriscaldamento del pianeta: avremo sempre meno acqua potabile disponibile. Ecco perché le multinazionali cercano di mettere le mani sull’oro blu, per venderlo come il petrolio.
Sarebbe una tragedia per l’umanità, soprattutto per i più poveri. Per fortuna papa Francesco nell’enciclica “Laudato Si” ha ricordato a tutti che “l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano, essenziale, fondamentale e universale perché determina la sopravvivenza delle persone. È un diritto alla vita”. Un termine, vita, in campo cattolico usato per l’aborto e l’eutanasia. “Un’affermazione di radicale importanza – afferma la teologa americana Christiana Peppard –, un contributo essenziale al dibattito pubblico nell’era della globalizzazione economica”.
Mossi da questa convinzione non abbiamo mai smesso di premere perché i governi obbediscano al Referendum. Solo con i governi Renzi e Gentiloni la commissione Ambiente della Camera aveva preso in considerazione la legge di Iniziativa Popolare, proposta dal Forum e dai Comitati, ma l’aveva poi stravolta. E noi l’avevamo ripudiata. Ora con il governo gialloverde la Commissione Ambiente della Camera ha di nuovo ripreso in mano il testo originale della legge e il 30 gennaio scorso l’ha approvato. E nella prima settimana di marzo questo disegno di legge verrà discusso alla Camera.
È un momento cruciale. Il Disegno di Legge prevede la ripubblicizzazione dell’acqua con il meccanismo dell’Azienda Speciale (come abbiamo a Napoli) e avrà una forte opposizione in Parlamento. Dobbiamo mobilitarci. Per questo il Forum dei movimenti per l’acqua invita i rappresentanti dei Comitati all’Assemblea Nazionale di Roma il 23 febbraio al Millepiani Coworking. È un momento storico, per cui lanciamo un pressante appello a:
– Comitati dell’acqua, perché facciano pressione sui parlamentari della propria regione sia per telefono o web con mailbombing;
– CGIL, UIL, CISL, perché si schierino per la gestione pubblica dell’acqua e premano sul Parlamento;
– ACLI, AGESCI, Azione Cattolica, ecc.. perché, come si sono spesi per il Referendum, si impegnino ora per la nuova legge;
– Conferenza Episcopale Italiana (CEI), perché sulla scia di papa Francesco, prenda posizione sulla ripubblicizzazione;
– Parroci e sacerdoti, perché aiutino i fedeli a capire, con le parole di papa Francesco, quanto sia importante la ripubblicizzazione dell’acqua;
– Giornalisti, perché aiutino a rompere il silenzio mediatico su questo tema;
– Cittadini, perché facciano sentire la loro voce utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione.
Credenti e laici, insieme, possiamo ottenere una prima grande vittoria per il più importante dei beni comuni. L’Italia sarebbe la prima nazione Ue a farlo, un esempio che potrebbe trascinare il resto dell’Europa. Diamoci da fare per questa legge che ripubblicizza l’acqua, che è la Madre della vita. È mai possibile privatizzare la madre? Diamoci da fare perché vinca la vita.
Da 8 anni (e da 5 governi) aspettiamo una norma che recepisca il referendum del 2011