300 presidi scrivono ai genitori: "Vicini al collasso"

di Dirigenti scolasici del Lazio - 21/05/2009
Iniziativa dei dirigenti dell'Asal (Associazione scuole autonome Lazio): partite 42 mila lettere. "Mancano i soldi per i supplenti, i servizi previsti per legge e le visite fiscali". Appello al ministro, agli enti locali e alle Regioni

ROMA - "Cari genitori, la scuola è al collasso. Non ci sono più i soldi per i supplenti, non abbiamo i fondi per le visite fiscali e a settembre non saremo in grado di garantirvi servizi previsti per legge come, ad esempio, la copertura dell'ora alternativa alla religione". Firmato, il vostro preside.
Trecento dirigenti del Lazio aderenti all'Asal (Associazione scuole autonome Lazio) si sono messi d'accordo e hanno deciso di scrivere in massa alle famiglie dei loro alunni per "spiegare cosa sta accadendo nelle scuole e perché, da settembre, rischiano di non vedere garantiti i diritti dei loro figli come quello di avere un supplente quando l'insegnante si assenta per più giorni". Stamattina sono partite 41.739 lettere, spiega Paolo Mazzoli, preside del 115^ circolo e presidente dell'Asal, "è un fatto storico, che non ha precedenti". Qualche preside si è autotassato per mandare le missive, a Gallicano ha pagato il Comune. Nella lettera i dirigenti spiegano le cause dell'emergenza: per il 2009 non ci sono fondi per il funzionamento (quelli con cui si compra tutto il materiale, anche quello per le pulizie), i soldi per le supplenze sono stati ridotti del 40%, quelli per i corsi di recupero non ci sono (tanto che quelli estivi rischiano di saltare) e neppure per le visite fiscali che il ministro Renato Brunetta (Pubblica amministrazione) ha reso obbligatorie anche dopo un giorno.Ma non finisce qui: lo Stato deve oltre un miliardo di arretrati alle scuole per i soldi che hanno anticipato negli scorsi anni per le supplenze.
Una situazione a cui si aggiungono i tagli del ministro Mariastella Gelmini (Istruzione) e l'insicurezza degli edifici (il 52% nel Lazio non ha certificato di agilbità, "se arriva un terremoto rischiano di venire giù"). Risultato: l'anno prossimo, avvertono i presidi, "le scuole saranno costrette a elemosinare più soldi alle famiglie, gli alunni senza supplenti saranno smistati altrove, il recupero sarà un terno al lotto e in molte scuole non si potrà fare l'ora alternativa alla religione. La scuola è di tutti noi- scrivono i dirigenti alle famiglie- vi invitiamo a diffondere questo appello facendo pressione sui soggetti coinvolti: ministero, comuni, province, regioni, forze politiche".
"La situazione è gravissima- insiste Pietro Perziani, preside del Viscontino di Roma- le scuole del Lazio hanno un credito di oltre 170 milioni di euro nei confronti dello Stato per spese anticipate, in Italia fanno 1,5 miliardi, ma i soldi non arrivano. Da settembre noi saremo costretti a non pagare più i supplenti per non andare troppo in sofferenza. Dovremo dividere i bambini". "Da settembre la bolla finanziaria- chiudono i presidi- comincerà a scoppiare negli istituti con un effetto domino. Chi non potrà più pagare fallirà come succede nelle imprese. Bisogna intervenire prima".

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