Anche quest'anno il solito rituale dell'8 marzo ripropone le due anime di Napoli.
Quella, per così dire, impegnata, che con tecniche tipicamente maschili esibisce il potere o la vicinanza ad esso. Quella ludica che va di scena di sera a caccia di streap tease di maschi in perizoma e per una notte dà l'assalto alla città in versione raid.
La prima è più sconcertante.
Leggiamo il programma: "Città femminile, plurale". Ebbene sì. I temi della vivibilità urbana e la qualità della vita. Ci colpisce che nonostante il tema della manifestazione sia del tutto assente un dibattito sulla gestione dei rifiuti, il malgoverno della città.
Eppure ce ne sarebbero di cose da dire visto che il sistema campano/italiano è il più insostenibile d'Europa e già più volte condannato dal Parlamento Europeo.
Come mai non si parla della devastazione dell'ambiente e del territorio, di cui i governanti locali sembrano non avere la consapevolezza, a cominciare dal degrado ecologico che tante conseguenze comporta sulla salute pubblica?
Ma dove hanno vissuto queste donne nell'anno dei rifiuti? Dove erano in quelli che Marco Imarisio chiama i giorni della vergogna? Possibile che neppure un dibattito sia dedicato ad una politica seria di gestione dei rifiuti, alla invivibilità per uomini e donne che in città come tutti noi erano costrette a scavalcare i cumuli di spazzatura e ad inalare la diossina dei roghi?
Ma dove hanno vissuto nei giorni in cui il mondo si chiedeva: come è possibile che tutto ciò sia accaduto sotto gli occhi di tutti?
Ma dove vivevano in quall'anno orribile di cui donne ed uomini di questa città stiamo pagando le conseguenze per una classe dirigente irresponsabile e colpevole di uno dei più grossi inquinamenti e disastri ecologici?
Ma ricordate la puntata di Report di qualche tempo fa? Mostrava oltre alle immagini dei rifiuti tossici anche quelle dei personaggi di questo film dell’orrore: le facce dei ministri, dei sub commissari, dei responsabili delle società fantasma e di vari dirigenti di partito che sembravano scesi da Marte. Ignari di tutto. Ma ancor oggi avvinghiati alle poltrone.
Ma noi ci saremmo aspettati che le donne denunciassero con forza e determinazione questa ennesima violenza subita nella nostra città ad opera di amministratori locali che vorrebbero che noi dimenticassimo. Che delusione! Una città distrutta da cui viene voglia di fuggire non solo per i miasmi che ancora ammorbano l'aria ma per la vergogna che ci hanno costretto a provare. E ora la consegna del silenzio.
Costanza Boccardi
Tiziana Iorio
Giuliana Quattromini
Enrica Strina
Titti Tidone
Tina Tallarino
Paola Turco