E’ un periodo questo in cui noi poveri cittadini siamo rintontiti da una valanga di verbosità che cala su di noi, travolgendoci, come quella di fango che ha distrutto Giampilieri e Scaletta. Parole, paroloni, parolacce: soprattutto parolacce, se apre la bocca il cavaliere. Insulti, insinuazioni, accuse, minacce, ritorsioni: lo straripamento del Nilo lascia meno fango dove passa. E’ davvero una situazione grottesca e si capisce come negli altri paesi del mondo siano allibiti e increduli davanti a una nazione che elegge a rappresentarla un personaggio di così basso profilo. E davanti alla stampa straniera che giustamente lo critica, invece di prendere atto che non è possibile che tutti i giornali del mondo abbiano torto e siano comunisti e riflettere su di sè, li attacca a sua volta sostenendo che con lui stanno insultando l’Italia intera... già: ha detto proprio così, alla “ festa della libertà” di Benevento: che la stampa straniera attaccando lui “sputtana” (sic!) tutto il paese. Mai sentito un primo ministro che usa questo linguaggio. Mai visto un primo ministro di nessun paese del mondo così inadeguato al ruolo che ricopre. Siamo al di sotto del minimo di dignità e di decoro richiesto da un qualsiasi ruolo di rappresentanza.
Non c’è mai fine alla sua volgarità: su RaiNews 24 è stato trasmesso per intero il suo discorso alla “festa della libertà” di Benevento: un discorso prolisso e allucinante, in cui dopo le autocelebrazioni di rito e le millanterie d’obbligo ( è a lui che si deve la distensione fra USA e Russia) riassume tutto l’iter del Lodo Alfano a modo suo e minaccia la riforma della magistratura, come una vera e propria forma di ritorsione.
Berlusconi infatti e i suoi avvocati non si aspettavano che il Lodo Alfano sarebbe stato bocciato: lo si è capito dal fatto che il cavaliere è partito a testa bassa come un toro infuriato prendendo a cornate tutto e rovesciando insulti e minacce addosso a tutti: dal Presidente Napolitano, alla Corte Costituzionale e perfino offendendo Rosy Bindi, nel corso di una surreale e agghiacciante puntata di Porta a Porta. Qualcuno dovrebbe fermare quest’uomo che crede di potersi permettere tutto, anche di insultare le persone, anche di prendere a calci le istituzioni. Non è più tollerabile la mancanza di spina dorsale di questa classe politica, che gli ha consentito tanto spazio e impunità!
Il Lodo Alfano è stato bocciato? E allora già si parla di ripristinare l’immunità parlamentare, prevista dall’articolo 68 della Costituzione e sospesa nel 1993, in piena bufera di “Mani Pulite”. Allora c’era ancora un minimo di dignità nei nostri parlamentari e sotto l’onda di sdegno dei cittadini, non se la sentirono di mantenerla in piedi. Anche perché l’immunità parlamentare è nata per uno scopo ben preciso: i padri fondatori uscivano da un ventennio di dittatura, in cui non era stato possibile esprimere le proprie idee, e l’immunità serviva a dare la possibilità ai parlamentari di esprimere il proprio pensiero e anche la propria censura, senza venire puniti in alcun modo. Era una libertà di opinione quella che era garantita, non la libertà di insultare gli altri o di approfittarsi dell’immunità per usarla contro terzi. Questa è una degenerazione intollerabile usata da persone ignobili, che pensano di poter urlare insulti e contumelie senza pagarne il fio. Leggiamo bene cosa dice l’articolo 68: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza.»
Chiaro ciò di cui si sta parlando, no? Un parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni non può essere chiamato a rispondere delle opinioni e dei voti espressi in Parlamento. Non stiamo parlando di un parlamentare che va in un talk-show e prende a parolacce un’altra persona! La legge non è fatta perché qualche cafone se ne approfitti. Non è certo questo lo spirito con cui è stata scritta.
Dunque se fosse correttamente applicata non servirebbe da scudo ai maleducati. E tantomeno ai delinquenti! Perché non abbiamo sentito fare questo semplice ragionamento a nessuno dei nostri parlamentari? Perché nessuno cerca di far capire a tutti quelli che credono nelle bugie del cavaliere, che esiste un’altra verità? E’ necessario infatti svegliare dal sonno ipnotico una anche troppo vasta parte di cittadini, che sembra non riescano più a ritrovare la capacità di pensare in modo autonomo.
Quindi la strada che dobbiamo percorrere ora non è chiedere a gran voce elezioni anticipate. Perché è vero quello che dicono quelli del PdL e cioè che se torniamo alle urne rivince lui. Ma non perché il cavaliere sia quel gran ganzo che credere di essere, ma perché a sinistra non sono pronti, non si sono accordati su nulla e non hanno preparato una alternativa e nemmeno si son dati da fare per trovare delle facce nuove. In realtà Berlusconi è la loro polizza vita: finchè c’è lui possono contare sui voti dei poveracci del centro sinistra che non sopportano di vivere nel regime berlusconiano. Se il cavaliere sparisse dal panorama politico si vedrebbero cose dell’altro mondo alle elezioni e questa classe dirigente di molluschi dovrebbe tornarsene a casa.
Non solo noi elettori del CS, però, siamo stufi del cavaliere: lo sono anche quelli della sua parte, ma nemmeno loro fanno nulla, perché ancora non sono d’accordo sul “dopo-berlusconi”, su chi prenderà le redini del potere. Infatti non è così automatico che toccherebbe a Gianfranco Fini: la Lega certamente non sarebbe favorevole, infatti se il cavaliere si togliesse dai piedi non ci sarebbero problemi per i finiani a dare un calcio nel sedere a quegli insopportabili prepotenti della Lega e a guadagnarsi il centro, riunendosi alle truppe dell’UDC di Casini. E a quel punto si aggiungerebbero forse anche Rutelli e gli altri “teodem” o “convertiti” neo democristiani del PD (speriamo si portino via anche la Binetti).
Dunque quello che dobbiamo chiedere a gran voce non sono le elezioni anticipate, ma le dimissioni di Berlusconi. Usiamo le contraddizioni interne alla destra, agevoliamo il processo di sgretolamento e di spaccatura. Aiutiamoli a liberarsi di un personaggio ormai così imbarazzante a livello planetario, e intanto prendiamoci il tempo necessario a creare un organismo nuovo, a sinistra, capace di catalizzare i malumori e le attese di un elettorato ormai stanco di votare turandosi il naso.
Anche le nostre parole possono essere pietre: usiamole in modo intelligente per costruire una alternativa.