Il Times, che aveva ironizzato
sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi che consigliava agli sfollati del
terremoto de L’Aquila (Abruzzi) di ”passare il fine settimana al mare”,
si è visto immediatamente bacchettare da un comunicato ufficiale, mercoledì 8
aprile: ”Se l’inviato speciale britannico fosse stato sul posto, avrebbe
potuto verificare la reazione positiva degli sfollati alle parole di conforto
(…), pronunciate con un tono divertente, per convincere le famiglie a lasciare
le tende per recarsi in uno degli alberghi della costa messi a loro disposizione”.
Un altro quotidiano britannico, The Guardian, ha anch’esso avuto diritto
a rimostranze ufficiali per avere scritto che la fusione fra i partiti Alleanza
Nazionale e Forza Italia avrebbe fatto nascere una formazione ”post-fascista”.
Il quotidiano spagnolo El País e il settimanale tedesco Der Spiegel
hanno ricevuto una lettera di rimprovero da parte degli ambasciatori d’Italia
in Spagna e in Germania. Il primo per avere scritto che Berlusconi è uno dei
leader ”più sinistri”, il secondo per aver pubblicato in prima pagina un
titolo giudicato sprezzante per l’Italia: ”Lo stivale puzzolente”.
Suscettibile, Silvio Berlusconi? Si, ma non più degli italiani, che rifiutano
di riconoscersi nello specchio che la stampa straniera mette loro davanti.
Eppure non sono avari di critiche su loro stessi. Hanno perfino inventato una
parola per questo, autolesionismo, per evocare la loro propensione a
vedersi come gli ultimi della classe, i disprezzati d’Europa. Ma se qualcun
altro lo fa al posto loro subito gli stessi che si descrivevano come ”abitanti
di un Paese dove nulla funziona” inforcano il cavallo dell’orgoglio
nazionale. L’atteggiamento pieno di dignità offesa di Silvio Berlusconi che
rifiuta l’aiuto internazionale dopo il dramma de L’Aquila ne è
un’illustrazione.
Questa questione dell’identità dell’Italia come viene percepita all’estero è
stata perfino oggetto di un intervento durante un seminario per gli ambasciatori,
il marzo scorso. Invitati dalla Farnesina (il ministero italiano degli Affari
etseri), il corrispondente del Wall Street Journal e quello di Le
Monde sono stati pregati di spiegare come essi vedevano l’Italia e in che
modo ne dessero notizia. I due giornalisti si sono trovati d’accordo nel dire,
in termini altrettanto diplomatici di quelli usati dal loro uditorio, che
almeno quattro ostacoli impedivano loro di fare l’elogio quotidiano della
Penisola: la mafia (e le sue declinazioni locali), l’inefficienza
dell’amministrazione e dello Stato in generale, la politica xenofoba esaltata –
e talvolta messa in atto – dalla Lega Nord e le pessime battute di Silvio
Berlusconi.
”Saremo sempre gli italiani di un tempo”, si è lagnato qualche giorno fa
il quotidiano Il Giornale (proprietà del fratello di Berlusconi) dopo la
comparsa sulla stampa straniera di articoli che riguardavano le violenze contro
gli stranieri. Le vittime dei pregiudizi: Il Paese della pizza e del
mandolino è diventato il Paese dei razzisti”.
L’Istituto Ipsos ha presentato a Siena, nel dicembre 2008 e in occasione di un
incontro organizzato dalla Fondazione Intercoltura, un sondaggio qualitativo
centrato sulla percezione della Penisola da parte di una dozzina di testate
estere, fra le quali Le Monde, realizzato fra giugno e settembre 2008. Secondo
questo studio soltanto gli argomenti che riguardano coltura e patrimonio
[artistico] portano all’elogio. Per il resto, l’evocazione della “dolce
vita” provoca ”ironia”. La crisi economica e finanziaria porta a
giudizi ”sovente negativi”, l’azione del governo è valutata con un ”approccio
critico e severo”. I più indulgenti? La stampa russa e indiana. I più
critici: i giornali francesi e argentini. In conclusione, Ipsos spiegava: ”Come
riuscire a fare parlare delle cose belle e positive? Questa è la sfida per il
futuro degli italiani e dell’Italia”.
Per la stampa che preferisce i treni che arrivano in ritardo a quelli puntuali
l’Italia è un paradiso. I giornali della Penisola, che sono anch’essi una delle
fonti d’informazione dei corrispondenti stranieri, traboccano di storie di
malversazione, d’incuria, di corruzione, di crimini mafiosi. Silvio Berlusconi,
che possiede più dell’80% dei mezzi audiovisivi italiani in quanto presidente
di Mediaset e del Consiglio, tiene ugualmente d’occhi i giornali. Rimprovera
loro di non vedere l’Italia con gli occhiali rosa e si lagna di essere
maltrattato, poco amato, mal giudicato: ”Sono tentato di applicare misure dure”
nei confronti della stampa, ha dichiarato recentemente.
Il terremoto de L’Aquila gli verrà in aiuto? I quotidiani italiani cominciano a
lodare l’energia che ha ostentato per rassicurare le vittime e sovrintendere
all’organizzazione impeccabile dei soccorsi. Perfino El País gli ha
dedicato un editoriale elogiativo. La notizia è stata bene diffusa,
sicuramente. Affinché ci ispiri?
Da un mese a questa parte Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio, rettifica tutte le informazioni pubblicate dalla stampa estera ritenute offensive per l’Italia e gli italiani