«Per me uccidere una persona è il delitto peggiore che esista, grida vendetta al cospetto di Dio. E non dovrebbero esistere graduazioni. Ma a lume di buon senso, quanto al danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia?». Renato Farina, Il Giornale di lunedì scorso.
Ora, al di là del fatto che il signor
Farina a suo tempo è stato radiato dall’Ordine dei giornalisti,
c’è da rilevare che dietro questa frase ripugnante c’è tutta
una filosofia di vita condensata in uno strisciante messaggio
razzista, che la destra insinua vilmente nella testa del suo
popolo-bue. Salvo poi nascondersi, davanti all’incalzare sempre più
numeroso delle aggressioni, dietro falsi messaggi di solidarietà. E’
evidente invece che i fascistelli, i bulli di quartiere e tutti quei
disadattati sociali, complessati e imbecilli, che girano per le
strade armati di spranghe per “punire” gli omosessuali – ma
anche i clandestini e gli zingari - si sentano autorizzati,
legittimati e anche giustificati a diventare “giustizieri della
notte”, da una propaganda che li ha aizzati contro il “diverso”
di ogni tipo. A questo proposito qualcuno forse ricorda che il figlio
di Bossi, Renzo detto la trota, aveva inventato il gioco web
“rimbalza il clandestino” in cui si annegavano gli emigranti (poi
tolto da Facebook dopo la denuncia di Repubblica.it), ma
certamente nessuno ha dimenticato il proclama dell’ex sindaco
Gentilini di Treviso che diceva " faremo
pulizia etnica contro i culattoni"(sic).
Il
sistema di questo paese è marcio, gli esempi di inciviltà che si
danno e restano impuniti sono questi: una legge può arginare i
fenomeni di intolleranza e di razzismo? No. Una legge non può far
diventare civili, ma forse una buona legge può arginare dei fenomeni
di violenza, e tuttavia non basta: bisogna educare la gente al
rispetto degli altri.
Ma se il modello che tutti hanno davanti è un primo ministro che insulta gli avversari, non ha rispetto per la dignità delle donne, esibisce pateticamente un machismo d’accatto e si fa dettare l’agenda politica da leghisti razzisti, mi dite come si fa a rieducare i bulletti ignoranti che vedono solo i programmi televisivi delle sue reti, con ragazzotti buzzurri e sculettanti fanciulle, aspiranti escort degli enturage presidenziali? Viene un po’ in salita.
Oltre a tutto l’equilibrio del cavaliere non è il suo punto forte, come si ricorderà fu proprio lui a dire che l’Italia che lui voleva non era multietnica, né multiculturale. Della serie “Il paese è mio e lo gestisco io”, per riciclare un vecchio, ironico slogan. Ma che lui invece ci creda sul serio lo si evince dall’ultima esternazione di ieri mattina, a Sofia (evidentemente l’aria bulgara lo ispira... ma poi che caspita c’è andato a fare?): ha detto che farà la riforma della Magistratura anche cambiando la Costituzione da solo, alla faccia di tutti. Insomma adatterà il paese su di sé, perché lui si sente l’ombelico del mondo. E infatti ha aggiunto:
"Sono convinto che la cosa migliore sia essere amato e io faccio di tutto per farmi amare non solo dai media ma da tutti. Ritengo di essere persona buona, forse troppo buona, certamente una persona giusta e mi piacerebbe che tutti riconoscessero questo fatto".
Qualcuno ha parlato di deriva peronista, ma qui si tratta più che altro di delirio di onnipotenza, che non può essere più tollerato.
Ora, date queste premesse, è più chiaro come sia difficile recuperare questo sfacelo morale, istituzionale, culturale, etico, solo con una legge. Tuttavia, come dicevamo, una buona legge potrebbe almeno intimorire e intimidire i protervi. Poteva essere quella di Anna Paola Concia, bocciata in Parlamento? A costo di essere fraintesa mi sento di dire di no e di aggiungere che certamente la sua è stata una sortita infelice. Ovviamente non perché io sia contro una legge che li protegga, ma dev’essere una buona legge, che non diventi un pericoloso boomerang.
Vediamo di spiegare come sono andate le cose.
In cosa consisteva la legge della Concia? In realtà non era affatto una proposta di legge, articolata e organica, ma si trattava soltanto di una proposta di modifica all’articolo 61 del Codice Penale, che si occupa di stabilire quali siano le circostanti aggravanti di un reato. Vediamo cosa dice:
Art.
61 Circostanze
aggravanti comuni
Aggravano il reato, quando non ne sono elementi costitutivi o
circostanze aggravanti speciali, le circostanze seguenti:
1)
l'avere agito per motivi abbietti o futili;
2) l'aver commesso il
reato per eseguirne od occultarne un altro, ovvero per conseguire o
assicurare a se' o ad altri il prodotto o il profitto o il prezzo
ovvero la impunita' di un altro reato;
3) l'avere, nei delitti
colposi, agito nonostante la previsione dell'evento;
4) l'avere
adoperato sevizie, o l'aver agito con crudelta' verso le persone;
5)
l'avere profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona
tali da ostacolare la pubblica o privata difesa;
6) l'avere il
colpevole commesso il reato durante il tempo, in cui si e' sottratto
volontariamente alla esecuzione di un mandato o di un ordine di
arresto o di cattura o di carcerazione, spedito per un precedente
reato;
7) l'avere, nei delitti contro il patrimonio, o che
comunque offendono il patrimonio, ovvero nei delitti determinati da
motivi di lucro, cagionato alla persona offesa dal reato un danno
patrimoniale di rilevante gravita';
8) l'avere aggravato o
tentato di aggravare le conseguenze del delitto commesso;
9)
l'avere commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei
doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio,
ovvero alla qualita' di ministro di un culto;
10)
l'avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona
incaricata di un pubblico servizio, o rivestita della qualita' di
ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato,
ovvero contro un agente diplomatico o consolare di uno Stato estero,
nell'atto o a causa dell'adempimento delle funzioni o del servizio;
11) l'avere commesso il fatto con abuso di autorita' o di
relazioni domestiche, ovvero con abuso di relazioni d'ufficio, di
prestazione di opera, di coabitazione, o di ospitalita'.
Ecco, a questo elenco si è aggiunta
un’altra voce: l'aggravante per i reati
commessi in ragione dell’orientamento sessuale della vittima ovvero
per omofobia, con un ulteriore articolo:
«11-quater)
l'avere, nei delitti non colposi contro la vita e l'incolumità
individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà
personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per finalità
inerenti all'orientamento o alla discriminazione sessuale della
persona offesa dal reato».
A questo punto è stato facile per l’UdC – probabilmente imbeccato da ambienti vaticani – sollevare una eccezione di incostituzionalità; ed ecco in sintesi i punti salienti del testo dell’UdC: violazione dell’articolo 3 della Costituzione che dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e inoltre "l’inserimento tra le circostanze aggravanti comuni previste dall’articolo 61 del codice penale della circostanza di aver commesso il fatto per finalità inerenti all’orientamento sessuale ricomprende qualunque orientamento ivi compresi incesto, pedofilia, zoofilia, sadismo, necrofilia, masochismo ecc". Inoltre per la pregiudiziale di costituzionalità «non essendo possibile accertare nell’interiorità dell’animo l’autentico movente che spinge alla violenza, ne conseguirebbe che chi subisce violenza, presumibilmente per ragioni di orientamento sessuale, riceverebbe una protezione privilegiata rispetto a chi subisce violenza tout court».
Al PdL non è sembrato vero di avere una scappatoia per non votare e ha chiesto di rimandare la legge in commissione per gli opportuni arrangiamenti, ma qui le cose si sono complicate, perché mentre la Concia, presentatrice della legge, era favorevole al rimando in commissione, i suoi compagni di partito – senza avvisarla - avevano già chiesto invece di metterla subito in votazione, piuttosto che rimandarla sine die. Come c’era da aspettarsi la legge è stata respinta a maggioranza. La Concia, furente e presa in contropiede, non ha potuto ormai fare altro che astenersi, mentre la Binetti ha votato serenamente con la destra, con la scusa del voto di coscienza. Un bell’escamotage, che le consente sempre di fare il franco tiratore a favore della destra o dell’UdC. Cosa aspettino a invitarla a raggiungerli una volta per tutte, è un mistero.
Al di là della votazione, che certamente andava evitata, il fatto è che purtroppo, in questo caso, quello che hanno detto Casini & c. non è del tutto sbagliato. Infatti per come è stato formulato il nuovo articolo, in effetti, senza una precisazione su cosa si intenda per orientamento sessuale, la legge poteva finire per agevolare anche incestuosi e pedofili! Inoltre questa aggiunta lasciava fuori altre categorie di persone che andrebbero ugualmente tutelate, come disabili, vecchi e minori...insomma: siamo onesti: era una proposta inadeguata. Fatta certamente con le migliori intenzioni, ma mal riuscita.
Quello degli omosessuali è un caso che va trattato con attenzione, si dovrebbe magari fare una norma apposita ( e non una semplice aggravante aggiunta) che punisca severamente chi aggredisce immotivatamente altre persone a causa della loro razza, credo religioso o omosessualità, garantite per altro dalla nostra Costituzione. Deve essere ben chiaro l’intento discriminatorio, razzista e punitivo dell’aggressore e ben specificati tutti i casi e i motivi.
Detto questo, dobbiamo farci alcune domande fuori dai denti sull’utilità e l’opportunità di una legge contro l’omofobia. Perché c’è un tarlo che mi rode: ma non sarà che con questa legge si voglia fare una sorta di schedatura degli omosessuali? Mi spiego meglio: come si fa a sapere che un qualsiasi tizio che passa per strada è un gay, se non è vestito come Michel Serrault ne “Il vizietto”? Non lo puoi sapere. E allora se degli omosessuali che non si trovino né nei pressi di locali gay, né in atteggiamenti affettuosi con altri uomini, vengono aggrediti per strada, che faranno? Si appelleranno alla legge? Evidentemente no, perché la motivazione che ha spinto l’aggressore deve essere quella di “punire” la loro diversità. E se invece sono stati aggrediti col chiaro intento omofobo: come si sono accorti gli assalitori della loro “diversità”? Chi li ha informati? Non sarà il caso anche di guardare bene nel cerchio delle loro conoscenze? Ma tutto questo non porta a una schedatura delle persone gay?
Forse allora invece di norme specifiche e comunque ghettizzanti, non sarebbe meglio che tutte le aggressioni fossero punite molto più severamente di adesso? Non sarebbe meglio invece di rischiare di schedare i gay, schedare i violenti e punirli con pesantissime condanne alla seconda manifestazione di violenza? Ma soprattutto è necessario, fondamentale che queste pene le scontino per intero!! Perché in questo paese non va in galera nessuno. Perfino chi ha massacrato genitori o figli per cause di interesse, dopo pochi anni è fuori. E’ ovvio che se non c’è la certezza della pena, hai voglia a fare leggi!
Il problema della omofobia ha radici lontane: nella Bibbia addirittura! Ma certamente quelli che maggiormente si sono distinti nella caccia all’omosessuale, sono i nazisti.
Heinrich Himmler scrisse su di loro:: "dal 7 al 10% di uomini sono omosessuali. E se la situazione non cambia, ciò significa che il nostro popolo sarà annientato da questa malattia contagiosa...”
Eh già, perché l’omosessualità era vista come una malattia o un vizio, qualcosa che andava curato o punito, ma non capito e accettato.
In Germania, alla fine dell’800, anche prima del nazismo dunque, c’era una norma contenuta nell'articolo 175 del Codice penale che recitava testualmente: "Un atto sessuale innaturale commesso tra persone di sesso maschile o da esseri umani con animali è punibile con la prigione. Può essere imposta la pena accessoria della perdita dei diritti civili". La medicina dell'epoca, poi, aveva classificato l'omosessualità come una degenerazione genetica o come un disturbo patologico della personalità. Normalmente medici e psichiatri della fine dell'Ottocento distinguevano poi tra una omosessualità "innata" ed una "acquisita". Studiosi come Krafft-Ebbing (il teorizzatore del sadismo) e von Westphal elaborarono queste teorie offrendo soluzioni di controllo sociale che, invariabilmente, assumevano caratteristiche repressive. Fu Karl Heinrich Ulriches che per primo, tra il 1860 ed il 1865 teorizzò l'uguaglianza sociale degli omosessuali e, soprattutto, il medico e psicologo Magnus Hirschfeld che nel 1897 fondò il Comitato Scientifico Umanitario. Scopo del Comitato era l'abolizione dell'articolo 175, la diffusione di corrette idee scientifiche intorno alla sessualità e alla omosessualità, il supporto ai movimenti omosessuali.
All’avvento del nazismo c’erano numerosissimi locali per gay e pubblicazioni, riviste e spazi gestiti da omosessuali, che naturalmente furono spazzati via, mentre tutti gli omosessuali venivano umiliati e schedati e costretti a cucirsi sul petto un triangolo rosa.. L’operazione fu facilitata dal fatto che gli omosessuali ghettizzandosi e creandosi degli spazi solo loro erano facilmente individuabili. Circostanza che dovrebbe far riflettere.
Inoltre mi domando se fare una legge oggi contro l’omofobia non diventi un alibi per non fare altro, per non impegnarsi in un risanamento morale e globale del paese. Sono tutte cose che andrebbero
prese in esame e soppesate con grande oculatezza e serenità. A fare una legge ci vuole poco, ma non serve se poi viene disattesa e le punizioni non vengono inflitte.
Ma forse siamo a una svolta: la Carfagna si è zelantemente proposta di presentare lei una leggina sull’omofobia... eh, beh, allora siamo a posto, no?