L’abbinamento delle manifestazioni organizzate dal Collettivo di Fabbrica della GKN di Campi e dal movimento Friday for Future, rispettivamente per il 25 e 26 marzo, intende esplicitamente sollecitare un salto di qualità nelle decisioni politiche, non più rinviabili e che si tenta invece di bloccare contrapponendole come alternative, necessarie per realizzare quella transizione ecologica e sociale che sola può consentire di uscire dalla crisi attuale.
Nel documento congiunto che convoca le manifestazioni l’indicazione è esplicita: “Non è possibile portare avanti una vera transizione climatica mentre milioni di persone - per povertà salariale o per precarietà - sono concentrate sulla propria sopravvivenza economica, sono sotto ricatto lavorativo o non hanno alcun orizzonte se non lottare per il proprio contratto in scadenza.” e conferma l’originalità della vertenza della fabbrica toscana, che sin dall’inizio ha puntato a coinvolgere nella propria vicenda l’intera opinione pubblica, ottenendo moltissime espressioni di concreta solidarietà, ma che è ancora in attesa di riprendere il lavoro.
E’ forse utile ricordare che la chiusura della fabbrica del comparto automotive e il suo trasferimento all’estero, di fatto motivati solo con la possibilità di maggiori profitti grazie al minori costi del lavoro e minori controlli ambientali, vennero annunciati con un atto di inaccettabile arroganza padronale: la comunicazione del licenziamento ai dipendenti mediante un semplice messaggio di posta elettronica.
La vertenza GKN, superando i confini della fabbrica, è così divenuta emblematica della necessità di nuove politiche in grado di contrastare strategie imprenditoriali puramente speculative e di affrontare concretamente i problemi ambientali e sociali, che per ora non trovano una adeguata coerenza nei programmi governativi.
Non a caso, attraverso la collaborazione tra i rappresentanti dei lavoratori e un gruppo di giuristi, è stata elaborata una proposta di legge contro le delocalizzazioni produttive che in seguito è stata fatta propria e presentata alle camere da alcuni parlamentari.
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, ricordando che l’iniziativa economica privata “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.” (art 41 Cost.), aderisce convintamente a entrambe le iniziative, auspicando la prosecuzione e l’ampliamento delle convergenze su temi, come l’ambiente e il lavoro che devono trovare con urgenza soluzioni coerenti.