I venerdì per il futuro si susseguono coinvolgendo un numero sempre maggiore di ragazzi e adulti, la mobilitazione inizia a coinvolgere istituzioni (vedi la bella iniziativa del Ministro Fioramonti di autorizzare le giustificazioni scolastiche per gli scioperi per il clima). In poco più di tredici mesi Greta ne ha fatta di strada: dalla protesta solitaria davanti al parlamento svedese alle decine di milioni di persone che si sono mobilitate venerdì scorso in tutto il mondo. Sta cambiando qualcosa, si sta veramente mettendo in moto un movimento che potrà portare ad una azione globale, coerente e tempestiva per fermare la deriva climatica creata dall’uomo ed i devastanti effetti di cui abbiamo fino ad ora avuto pochi, impressionanti, assaggi?
Ovviamente siamo in moltissimi ad augurarcelo, non solo, ad impegnarci per un cambiamento, anche culturale, ormai non rimandabile.
Ci sono e ci saranno forti opposizioni, opposizioni che si declinano nei modi più disparati, incluso l’attacco violento, sessista, generazionale nei confronti di Greta e di coloro che la seguono e sostengono le stesse idee; vedi in particolare l’articolo di Manginobrioches del 24 settembre, sul complesso di Laio.
Dove non ci si spinge all’attacco volgare, si argomenta stravolgendo i dati climatici e gridando al complotto. Vi sono ormai più esperti in clima in Italia che allenatori di calcio, che è tutto dire.
Greta è portatrice di un messaggio di una semplicità rivoluzionaria: “listen to science”, non ascoltate me, ascoltate la scienza.
E allora facciamo due passi per rinfrescare a noi stessi di che cosa stiamo parlando, che cosa ci dice, insomma, la scienza.
La paleoclimatologia è il campo di ricerca che ricostruisce gli elementi del clima, in particolare la temperatura, delle epoche passate usando una grande varietà di tecniche consolidate, sviluppate nel corso del tempo. Tra le molte cose si studiano i depositi marini, gli strati del ghiaccio del polo sud, archivi fedeli di quello che è successo al clima migliaia o milioni di anni fa.
Il grafico che segue contiene una grande mole di dati: rappresenta la temperatura media globale del pianeta rispetto alla media della seconda metà del secolo scorso, negli ultimi 500 milioni di anni! La scala orizzontale non è lineare, altrimenti sarebbe impossibile avere una visione di insieme: il primo quadrante copre 500 milioni di anni, il secondo 50 milioni di anni, il terzo 5 milioni di anni, il quarto un milione di anni, il quinto 20.000 anni arrivando fino ai giorni nostri.
Possiamo notare molte cose nell’andamento della temperatura. In epoche lontane, nel Permiano, la temperatura ha oscillato, più volte, complessivamente di 18 gradi, nell’ambito di un centinaio di milioni di anni.
Però dal Pliocene in poi, cioè da quando apparvero gli ominidi, circa 5 milioni di anni fa, la temperatura ha continuato a scendere, partendo da circa 4 gradi sopra i valori attuali, e arrivando 4 gradi sotto il valore attuale nei periodi più freddi del Pleistocene, l’ ultimo milione di anni in cui si è sviluppato l’Homo Erectus. Negli ultimi 60.000 anni periodo in cui si è affermato l’Homo Sapiens, abbiamo assistito un “lungo” periodo freddo e arido, seguito da una risalita ed un periodo di estrema stabilità (entro più o meno un grado) negli 11.000 anni cui si sono sviluppate tutte le civiltà storiche. Notiamo nel grafico due puntini rossi all’estrema destra, corrispondenti al 2050 e al 2100, un periodo brevissimo su questa scala, in cui improvvisamente la temperatura potrebbe superare quella che c’era all’inizio del pliocene, cinque milioni di anni fa quando i mari erano 25 metri più alti di oggi.
Rivediamo i dati su una scala temporale di 11.000 anni: si conferma una variabilità molto modesta fra meno 0,2 gradi e più 0,3 gradi. La zona in azzurro chiaro da una idea dell’ incertezza sui valori riportati (poco più di un decimo di grado). A destra in fondo c’è il solito picco rosso che schizza sopra i 0,4 gradi in un intervallo di tempo molto breve.
Concentriamoci ora sugli ultimi 1200 anni, come riportato nel grafico seguente. Le oscillazioni sono ben all’interno di circa mezzo grado, tranne quando schizzano verso l’alto di quasi un grado nell’ultimo secolo. Notiamo in questo grafico che il periodo “caldo” fra il 900 DC ed il 1300 DC, chiamato Anomalia Climatica Medioevale, corrisponde ad un valore di un paio decimi più alto della fine del secolo scorso, ed il periodo “freddo” corrispondente alla piccola glaciazione avvenuta tra il 1400 ed i 1900, corrisponde a valori di 3-4 decimi di grado sotto il valore della fine del secolo scorso.
Cosa si impara da questi dati? In primo luogo, la nostra specie si è sviluppata in un contesto particolarmente stabile dal punto di vista climatico. Poi, che tutte le società esistite su questo pianeta si sono sviluppare nel corso di 11.000 anni di straordinaria stabilità climatica. Le piccole variazioni della temperatura globale, corrispondenti a meno di mezzo grado, hanno portato a cambiamenti climatici molto importanti, periodi caldi o mini glaciazioni, che hanno influenzato sostanzialmente la vita della specie umana.
Infine, che non vi è mai stata in tutta la storia del clima, una variazione così rapida come ai giorni nostri. Durante le glaciazioni la temperatura variava di 1 grado ogni mille anni, nell’ultimo secolo è salita di 0,8 gradi (8 volte di più), e oggi sta salendo di 0,15-0,20 gradi ogni dieci anni, 20 volte di più!
È un fenomeno che non è mai stato osservato in tutta la storia del pianeta. A cosa è dovuto? Andiamo per indizi: la rivoluzione industriale, in meno di due secoli ha moltiplicato enormemente l’impatto dell’uomo sul pianeta (aria, acqua, materie prime, agricoltura). Prima del 1800, l’impatto umano sul clima non poteva che essere molto limitato. Ma questo non basta a dimostrare che l’influenza è sufficiente a modificare la temperatura.
Ci servono due altri grafici (poi ho finito). Il primo mostra la concentrazione di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera negli ultimi 400.000 anni, il secondo l’andamento della temperatura media nello stesso periodo.
Attenzione: la scala dei tempi è rovesciata, lo zero corrisponde ad oggi e via via che si va a destra si va indietro nel tempo.
Notate la perfetta corrispondenza tra gli aumenti della CO2 nell’aria e gli aumenti della temperatura?
Notate il picco della CO2 all’estrema sinistra del primo grafico? Quel picco ripidissimo e anomalo, corrisponde all’ultimo secolo della crescita industriale, e, guarda caso, alla corrispondente rapidissima crescita della temperatura : nell’ultimo grafico, nemmeno è visibile a causa della scala compressa, ma era visibilissima nei grafici precedenti.
Credo che ora abbiamo a disposizione argomenti oggettivi per controbattere chi sostiene che il clima è sempre cambiato e che non l’uomo non c’entra nulla. E’ assolutamente vero che la temperatura è cambiata in modo importante su tempi lunghissimi, ma non è mai successo negli ultimi cinque milioni di anni di vedere una variazione così veloce come negli ultimi 150 anni.
Il collegamento tra la presenza dei gas serra e la temperatura è chiarissimo; di nuovo, l’aumento repentino di gas serra nell’ atmosfera è una caratteristica del periodo post rivoluzione industriale.
Il colpevole è stato scoperto.
Elementare Watson, grazie Greta. #listentoscience