Dopo la rimozione a Milano dell'innocuo striscione "Restiamo umani" durante il comizio di Salvini, la Digos fa togliere anche quello della Uil a Roma, altrettanto privo di insulti. Salvini - tra l'altro Ministro dell'Interno - prende pilatescamente le distanze. "Mi occupo di lotta alla mafia non di cartelloni".
Tutto risolto? Tutt'altro, visto che questi attacchi stanno scalfendo la libertà di pensiero. Che nelle democrazie è il primo baluardo a cadere nella fase della loro dissoluzione. Quindi i Sindacati devono reagire a quest'ultimo oltraggio, facendone una questione costituzionale. E chiamando in causa tutta la catena di comando: la Questura di Roma, il Capo della Polizia e il Ministero dell'Interno da cui dipende, con la specifica richiesta della rimozione del Questore Carmine Esposito e la diffida a non ripetere altri simili atti di censura.
"Per primi scoprire le insidie" (Primi insidias icere) è il motto della Digos, che facciamo nostro.
La libertà muore quando i liberi non si accorgono delle prime inside che la minacciano. Dopo è tardi, perché gli indifferenti si accodano ai prepotenti.