I comitati locali che, con varie denominazioni, si battono da anni per impedire lo stravolgimento della Carta costituzionale e la realizzazione delle sue indicazioni programmatiche, hanno sempre rifiutato di legarsi a singoli soggetti politici in qualunque forma di collateralismo.
La coerenza di questa scelta è fin troppo ovvia: la democrazia parlamentare si fonda sul pluralismo delle idee, che consente ai cittadini, non solo col voto, di esercitare la loro sovranità. Difendere la democrazia significa difendere le regole che consentono di esprimere una scelta, non decidere a priori chi vincerà.
A mio avviso questo non significa estraniarsi, anche come soggetti organizzati, dal dibattito elettorale, specialmente in una situazione come l’attuale, che credo sia lecito definire drammatica; né accettare il ricatto del “voto utile”, che di fatto impedisce all’elettore di esprimere liberamente la sua vera scelta.
Chiariti questi “paletti” penso che dovremmo spendere quel poco di credibilità che ci siamo guadagnati “sul campo” per lanciare un appello in favore dell’unità di tutte le organizzazioni che si riconoscono nella Costituzione repubblicana e contro l’astensionismo, che ha raggiunto livelli inaccettabili.
Chiediamo a tutti di riconoscersi in un programma elettorale fondato sui Principi costituzionali: eguaglianza, solidarietà, pace, giustizia, centralità del Parlamento; di rinunciare a personalismi e vecchie bandiere (a cui dobbiamo comunque rispetto e gratitudine) per fare largo a una nuova classe dirigente.