Lettera ad un nipote

di Ochi Breschi - 03/07/2019
Leggere i classici non è un modo (idiota) di considerare buono solo il passato e di non accettare a priori il moderno, il presente.

Caro Lorenzo,

 Mi chiedi perché dovresti leggere i classici, oltre alle letture scolastiche obbligatorie.

Ma perché sono quelli che ti fanno sopravvivere. Perché sopravvivere è di per sé un atto di resistenza. Classico è qualcosa che rimanda al passato, è qualcosa che resiste al presente, che contrasta con la mera attualità, con ciò che spesso è pregiudizialmente o subdolamente orientato. Per questo nessuno può seriamente fare a meno dei classici. Se non possiedi i tuoi classici, cioè se non li conservi nella testa e nel cuore, sei un moderno che vive sotto la cappa del presente, disarmato, fagocitato dall’ hic et nunc, senza la distanza critica che i classici forniscono e che ti permettono di non esserne schiavo.

Leggere i classici non è un modo (idiota) di considerare buono solo il passato e di non accettare a priori il moderno, il presente. Invece, vuol dire darsi gli strumenti per resistere alla tirannia del momento con lucidità ed essere in grado di operare scelte mature e  consapevoli. Infatti i classici non sono visti di buon occhio da chi - per scelta di campo o per vocazione - esercita un qualsiasi controllo sociale, perché resistono nel tempo, quindi sono una testimonianza, garantiscono memoria, quindi sono pericolosi.

Dovremmo forse discutere su che cosa sono i classici: per me sono classici Euripide, Tacito, Ariosto e Leopardi ma anche Majakovskij, Ungaretti, Flajano, Buzzati, Brecht, Orwell, Mahler e i Beatles. Ma soprattutto, per capirci, chi ha letto i classici (e ognuno si scelga i suoi) conserva memoria, acquisisce esperienza e conoscenza. E allora, difficilmente chi legge i classici (e quindi chi legge tout-court) potrà in buona fede accettare questa destra e questa sedicente (in senso strettamente etimologico) sinistra e quindi l’uso ch’esse fanno del potere. Perchè “sa”, è in grado di giudicare uomini e vicende umane con distacco laico e critico. Testimoni di una nemesi storica riparatrice, i classici sono uno spietato, impietoso spartiacque antropologico culturale e sociale, quale si era raramente verificato nell’era moderna. Io credo che risieda nei classici la assoluta incompatibilità con la destra oggi al potere di chi ha letto i propri classici (e chissà, magari si è anche mitridatizzato con la coraggiosa lettura del Manuale del Venditore di Successo, edito da Publitalia di Berlusconi, splendido esempio di squallido gergo da bacheca aziendale).

P.S. L’originale americano, una vera chicca, intelligentemente autoironico - e di cui il libercolo berlusconiano è solo un volgarissimo plagio - era in vendita mesi fa per 10 Euro dall'amico libraio aretino Roberto Campagna:

(Frank Bettger,  Il venditore meraviglioso, Milano, Longanesi, 1954, un vol. in 16°, 12,5 x 19; cop. tela edit. con segni del tempo, piccole abrasioni; pp. 242; qualche difetto alla legat., ma interno in ottime condizioni).

P.P.S.

E comunque ti consiglio di non fare d'ogni erba un fascio dei consigli degli adulti - perché spesso i consigli degli adulti, specie se avanti negli anni, sono interessati. E soprattutto ricordati che il mondo appartiene ai ribelli.

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