Caro Marco Travaglio,
I cittadini nulla sanno sul voto referendario del prossimo 20 settembre, o sono “informati” con inesattezze che trovo anche nel suo fondo di oggi.
Posto che il numero dei parlamentari in Europa non va raffrontato tra democrazie uni e bicamerali, l'Italia è attualmente a metà della classifica europea; se vincesse il SI' si posizionerebbe tra gli ultimi posti in termini di proporzione elettori/eletti.
Ha evidenziato i nomi di chi (forse) voterà NO, facendo notare che votarono SI' alla controriforma Renzi-Verdini del 2016: può usare tutto il sarcasmo che crede, ma il fronte del NO - di cui non fa parola - è tutt'altro e molto articolato.
Sono tanti cittadini che (come nel 2006 e nel 2016) sono convinti che simili modifiche della Costituzione - non a caso oggetto di continui tentativi di revisione giocati esclusivamente su convenienze politico-governative del momento - possano cambiare irrimediabilmente la forma di stato e la forma di governo della nostra democrazia costituzionale.
Sin dall'Assemblea Costituente si parla del numero di eletti: per nostra fortuna prevalse allora chi riteneva che maggiore fosse stato il divario tra numero di eletti e numero di elettori, maggiore sarebbe stato il rischio di un regime antidemocratico. Umberto Terracini disse a questo proposito: “Quando si vuole diminuire l'importanza di un organo rappresentativo si incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti” (seduta A.C. 18.9.1946).
Rammenta che la democrazia rappresentativa non dipende dal numero di eletti: è vero, dipende dal rispetto della funzione che la Costituzione ha assegnato all'organo legislativo. Ma con questo dà adito ad equivoci: un bel taglio netto dei parlamentari (perché non ancora più drastico di quello proposto?) descritto come una manna dal cielo e nessuna riflessione sulla esclusione di interi territori del Paese dalla rappresentanza e sulla esclusione di forze politiche dal Parlamento.
Ha ragione a puntare il dito su un Parlamento riempito di nominati grazie ai Porcellum, Italicum, Rosatellum, ma usa l'argomento per esprimere sarcasmo verso i tanti cittadini che a quelle leggi elettorali si sono opposti, anche in sede giudiziale e che paventano la riduzione come emblema dell'antiparlamentarismo e dell'antipolitica che quelle leggi elettorali hanno prodotto.
In attesa della chimera di una legge elettorale proporzionale, una riduzione del Parlamento si ripercuoterà sull'elezione del Presidente della Repubblica, sulla composizione e il lavoro delle Commissioni parlamentari, sugli immodificati regolamenti parlamentari.
Il continuo gioco al massacro sulla nostra Costituzione mi fa pensare che chi ha votato SI' in aula vedrebbe volentieri un bel taglio... alla Carta. Spero di leggere a breve le ragioni del NO sul suo quotidiano. Un cordiale saluto
avv. Silvia Manderino (vicepres. Comitato per il NO-Coordinamento Democrazia Costituzionale) Mestre, 5.8.2020