Ci provò nel 2006 Berlusconi a colpi di maggioranza più o meno artefatta e poi nel 2016 Renzi a colpi di maggioranza di nominati vieppiù artefatta dall’ignobile pasticcio calderoliano.
Ora tocca a Di Maio, ultrapersonalizzatore, travestirsi sguaiatamente da padre costituente con un paio di forbici in mano. Col taglio lineare minoranze reali ingigantite nei numeri o eterodirette potranno fare ciò che vogliono della Carta fondamentale. Bibbia laica degli italiani la chiamò l’azionista mazziniano
Azeglio Ciampi.
Non è il vangelo, è anche forse migliorabile. Ma non così con le forbici ispirate da un Grillo che definendolo un paradosso, dice che funzionano meglio le dittature. Appartiene al popolo di cittadini senza tessere e non alle caste dei nominati di turno.
Mettere in sicurezza la Costituzione rafforzando i meccanismi di revisione ex art.138 Cost. era l’impegno assunto e presto dimenticato dal Comitato referendario nazionale “Salviamo la Costituzione” presieduto dal presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro, del cui Consiglio promotore e direttivo ho avuto l’onore di fare parte, dopo il vittorioso referendum che bocciò sonoramente la riforma proposta dal governo Berlusconi nel 2006, tanto per cambiare a colpi di maggioranza.
Si trattava, in proposito venne anche presentato un disegno di legge costituzionale che non ebbe purtroppo esito, e che fu abbandonato, di prevedere sempre in caso di riforme costituzionali approvate dal parlamento, a prescindere dalle maggioranze parlamentari votanti la riforma, anche in caso di maggioranze superiori ai 2/3 o unanimi, la necessità automatica del referendum popolare ex art.138 cost.
Il disegno di legge abbandonato era il frutto di una larga spinta popolare della grande maggioranza dei cittadini che respinse la riforma, riappropriandosi della propria Costituzione ed entrò tra i primi punti del programma di governo Prodi.
A ben vedere l’apogeo della democrazia diretta e del potere costituente dei cittadini titolari unici della sovranità. Oltretutto in tempi di leggi elettorali che da tempo alterano il principio costituzionale di cui all’art.48 cost.per cui il voto è personale, uguale, libero e diretto.
Ora con il taglio, complice anche la legge elettorale dei nominati, cambiare la Costituzione sarà possibile a forze nelle realtà minoritarie avvantaggiate dal sistema elettorale e dalla impossibilità di avere un parlamento realmente rappresentativo e viceversa squilibrato.
Un motivo in più per votare No e tirar fuori dal cassetto quel disegno di legge. Sarà un onore che dobbiamo al nostro senso civico votare per la terza volta NO.