Non dimentichiamo, anche se lontano, l’anniversario della morte del colonnello sovietico Petrov che è riuscito a salvare l’umanità dalla terza guerra mondiale e nucleare, con un semplice gesto, il giorno 26 settembre del 1983, in piena guerra fredda. Per questa sua nobile azione di disobbedienza civile, di disobbedienza e ripudio degli ordini imposti dall’alto, dal potere, quest’uomo ha subìto il più terribile vilipendio, la persecuzione, il carcere, per l’unica colpa di aver dato una possibilità di sopravvivenza e riscatto all’umanità tutta.
Petrov. Condannato e incarcerato. Per aver salvato l’umanità.
Petrov ha sventato la guerra nucleare. E condannato e imprigionato per questo atto di disobbedienza al potere. Per aver tutelato l’esistenza di nostra madre terra dall’annientamento totale e invece riscattarla nella coscienza planetaria della cultura della terrestrità, come sostengono i partigiani e padri costituenti dell’ONU Hessel e Morin.
La derivazione da madre terra e dalle stelle e dagli astri e dalla dimensione astrale fonte di fraternità e sororità.
La cultura della terrestrità rende donne e uomini e ogni essere vivente sul pianeta strettamente collegati in spazi e tempi di fraternità e sororità con tutto l’esistente, con il divenire universale nella cosmicità dell’universo infinito. Un giorno il grande dio denaro ha inventato la guerra mondiale, dando così un putrido segnale all’istinto bestiale insito purtroppo nel genere umano: ha bruciato, distrutto, stuprato. Interi paesi e città dati alle fiamme, bombardamenti a tappeto. Dresda: centinaia di migliaia di morti. E l’apice degli autoritarismi e delle dittature nazifasciste con Auschwitz e Mauthausen. E il culmine dell’odio e della violenza con Hiroshima e Nagasaki.
E’ necessario pensare la pace: da Gaza al conflitto mortale tra Russia, Ucraina, Usa, Europa, Nato.
E necessario ripensare una pace al femminile, dove le donne siano coinvolte come portatrici di azioni nonviolente di disarmo, amore, solidarietà e attivatrici dell’alternativa e del cambiamento. Portatrici della bellezza che salverà il mondo.
Le donne che sono vittime della più terribile arma di guerra: lo stupro.
Pensare la pace, ripensare alla bellezza del cosmo, è un sentimento al femminile nella dolcezza dello sguardo della madre, della grande madre, della madre terra.
Ripensare la pace avvicinarsi al mondo femminile dove le donne sono la parte di umanità più povera di tutti i sud del mondo.
La pace è femminilità.
Le donne che danno la vita.
Le donne che mettono alla luce.
Le donne che procreano.
Le donne che fanno la pace.
Ripensare una pace al femminile dove madre terra, la grande procreatrice del genere umano e i cicli cosmici, le combinazioni astrali guidano il nostro agire quotidiano, il nostro percorso terreno e creano la nostra linfa vitale. L’obiettivo principale di Agenda Onu 2030 è la pace connessa alla risoluzione della povertà nel mondo. La povertà che è donna. La semplicità che è donna con il nesso della pace ricca di fecondità lunare.
La pace è cura.
La pace è dedizione.
Il femminile racchiude l’essenza, l’emblema del cambiamento, della mutazione implicita nei processi e percorsi di pace: il cammino della nonviolenza.
Il cammino di Pace e Nonviolenza che dobbiamo imparare a percorrere. Salviamo Gaza, madre di civiltà e di culture millenarie
Pace e non violenza sono i motori del cambiamento umano. Delle grandi lotte di Mandela, di Gandhi, di Martin Luther King e delle grandi donne di pace come, tra le tante, Rosa Parks che hanno minato alla base e sovvertito la tracotanza razzista, la superbia maschilista, la supponenza patriarcale rendendosi portavoce di pace e nonviolenza tra genti, popoli e minoranze. E ricordiamo la gravità attuale più eclatante e abominevole. Il genocidio perpetrato a Gaza dalla violenza fascista e sionista. Perché Gaza riguarda tutti noi, la Terra, il Pianeta, il Mondo, il Cosmo.
Il femminile è l’essenza della salvezza, il volto della madre, la genesi del cosmo
La donna è il principio femminile che salverà il mondo dall’estinzione planetaria globale che si sta compiendo con i dissesti climatici, l’energia nucleare, l’ingiustizia cosmica. Il femminile è l’essenza della salvezza, il volto della madre, la genesi del cosmo. La patria delle patrie: il nostro universo dal locale, a partire da Gaza, il crogiolo della civiltà all’universale, la nostra discendenza astrale e cosmica.
Siamo figlie e figli delle stelle parafrasando Margherita Hack
Partendo dai grandi padri partigiani e dalle grandi madri costituenti della democrazia, da Agenda ONU 2030: la pace vive! Pedagogia della pace, didattica della storia, narrativa della memoria, ecodidattica sono locuzioni di senso e significato che implicano un interesse nei confronti della storia passata, della tutela dei grandi beni comuni della pace, della memoria e dell’ambiente.
Le Stelle della Resistenza contro il male assoluto
Partendo dai grandi padri partigiani e dalle grandi madri costituenti della democrazia da Stéphane Hessel a Giuseppe Pinelli a Edgar Morin a Giovanni Pesce, da Tina Anselmi a Teresa Mattei a Nilde Iotti e molte altre nostre stelle polari della Costituzione e della Resistenza, abbiamo concepito il fatto e elaborato l’idea, nel corso del presente storico contemporaneo, di vivere in una terrestrità sistemica e complessa che ha creato il genere umano e che tutti gli essere umani devono farsi portavoce e attivisti della tutela e della salvaguardia dell’ambiente circostante come bene supremo e prioritario.
L’amore cosmico del genere umano
La pace e la memoria sono i veicoli e i vincoli di questa tutela protettiva dettata da un amore cosmico tra esseri umani e la memoria storica insegna gli errori che l’uomo ha compiuto nella storia e la necessità di una pace duratura: pace e nonviolenza come supporto ai grandi problemi dell’umanità, alle emergenze che incombono sul genere umano come la miseria, la guerra, la tutela ecologica, lo Stato sociale, la disuguaglianza sociale mondiale. Quindi nonviolenza non come semplice assenza di guerra, ma come azione attiva e strategia vincente contro tutti i ‘virus’ che incombono e affliggono l’umanità e annichiliscono l’assetto di nostra madre terra.
La genesi della Costituzione. Madre della democrazia: la Resistenza Partigiana Antifascista
La costituzione nata e dettata dai nostri padri e dalle madri costituenti è la stella polare del nostro agire, della nostra azione strategica nonviolenta quotidiana. La terra non ha bisogno di un nuovo patto costituzionale, perché la storia dei secoli e la storia contemporanea hanno insegnato e lasciato in eredità le costituzioni nate dalla Resistenza Antifascista: le carte della terra, le Cop per il clima, l’Agenda Onu 2030, il TPAN, ossia il trattato Onu per il disarmo nucleare universale che è valso a tutti noi attivisti il premio Nobel per la pace nel 2017.
La strategia nonviolenta della Terrestrità: l’appartenenza a Madre Terra
In base ai dettami sanciti da questi patti costituzionali noi esseri umani possiamo agire con il tramite di una strategia nonviolenta per proteggere il nostro futuro e l’avvenire di tutti gli ecosistemi terrestri, per prevenire il collasso del sistema mondo, del nostro villaggio globale e della terrestrità del cosmo circostante. La memoria è la storia che guida nel percorso e nel cammino della nonviolenza per non ripetere gli errori e gli orrori che l’uomo ha compiuto nel corso della storia.
L’Ecodidattica per affrontare le sfide del Terzo Millennio
La didattica dell’ambiente e l’ecodidattica forniscono gli strumenti per affrontare le sfide del Terzo millennio per tutelare il nostro habitat dalla costante della minaccia e dell’emergenza di catastrofi climatiche e nucleari. Il rischio di un inverno e di un’apocalisse nucleare sono sempre più imminenti dato l’avvicendarsi sempre efferato della corsa agli armamenti e del riarmo nucleare, per cui le spese militari nel mondo sono in continuo incremento e fomentano pericoli e disastri per l’umanità come ad esempio il fenomeno apocalittico di un inverno nucleare.
L’inverno atomico e l’apocalisse nucleare. A partire da Gaza, culla della civiltà
Basterebbe lo scambio di alcune gittate nucleari tra due paesi belligeranti, ad esempio, India e Pakistan, che sono da sempre ai ferri corti, oppure una bomba nucleare sulla striscia di Gaza come minacciava il Ministro Israeliano, per dare sfogo a un inverno nucleare, ossia il collasso dell’assetto climatico terrestre per cui si assisterebbe a una trasformazione climatica dell’ecosistema che provocherebbe almeno un miliardo di morti e innumerevoli carestie e soprattutto l’inquinamento radioattivo che porta la morte inesorabile di ogni forma di vita.
Non c’è più tempo. Necessitiamo di dialogo tra genti, etnie, culture, popoli e minoranze
Dalla scuola deve partire un percorso progettuale di educazione ambientale e di cittadinanza attiva e globale per una presa di consapevolezza dei rischi imminenti che contrastano l’umanità e il pianeta intero. L’obiezione alle spese militari e nucleari è un atto di coraggio importantissimo, una presa di posizione che deve coinvolgere tutte e tutti e ciascuno e nessuno escluso. La scuola in primis e l’associazionismo culturale e di impegno civile come l’Anpi-Associazione Nazionale Partigiani d’Italia devono porsi come veicoli fondanti di questa azione strategica nonviolenta, valida e indispensabile per la tutela del nostro imminente futuro. Perchè non c’è più tempo.
Laura Tussi
Nella foto: Stanislav Petrov, tenente colonnello dell’esercito sovietico che con il suo eroismo ha salvato il mondo dallo scoppio della Terza Guerra Mondiale