Il caso di Borrelli è emblematico. Da oltre vent’anni al lavoro nello scalo intitolato a Gabriele D’Annunzio, è oggi nel mirino dell’azienda GDA Handling per il solo fatto di aver detto la verità. Il 25 giugno aveva denunciato il passaggio previsto di missili. Per questo, il 9 luglio ha ricevuto una nuova contestazione disciplinare. L’accusa? Aver “reso note informazioni riservate” e descritto pubblicamente, in un convegno promosso da USB e dal Centro Giuridico Abdel Salam, il clima di intimidazione crescente nei confronti di chi si oppone alla partecipazione attiva dell’aeroporto alle logiche di guerra.
Non è la prima volta che viene colpito: sanzioni, multe, sospensioni, sempre per aver rifiutato di partecipare alle operazioni di movimentazione del materiale bellico. E ora si tenta di colpirlo anche per aver avuto il coraggio di difendere pubblicamente la sua posizione. “È un chiaro segnale intimidatorio”, scrive l’USB. “Chi si oppone al trasporto delle armi se la vedrà brutta, a meno che non chinino la testa alla volontà dell’azienda”.
Ancora più inquietante è il ruolo della Commissione istituita dalla legge 146/90 per limitare il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. In un paradosso che sembra uscito da un racconto distopico, la Commissione arriva a mettere sullo stesso piano armi, medicine e pane. Le armi diventano così “beni essenziali”, tutelati da un impianto normativo che dovrebbe invece garantire la sicurezza dei cittadini, non la logistica militare.
Eppure, denunciare il coinvolgimento dello scalo civile di Montichiari nella guerra è diventato un atto di disobbedienza. È vietato parlarne. È vietato opporsi. È vietato dire no.
Ma la risposta non si fa attendere. Per giovedì 17 luglio, dalle 16.30 alle 19.30, l’Unione Sindacale di Base ha convocato un presidio in piazza Paolo VI a Brescia, davanti alla Prefettura. “Non abbiamo bisogno questa volta di firme o di solidarietà virtuale”, si legge nell’appello. “Abbiamo bisogno di persone in carne e ossa, di corpi che dicano con la loro presenza che trasportare armi non è come trasportare pane o medicine. Mettiamoci la faccia e facciamoli smettere”.
Il presidio è sostenuto anche da Potere al Popolo di Brescia e Provincia. Si chiede al Prefetto un incontro per discutere della militarizzazione crescente dello scalo e del diritto sacrosanto di lavoratrici e lavoratori a non essere coinvolti in attività che contribuiscono alla guerra e al genocidio.
Perché Montichiari, ormai, non è solo un nodo logistico. È diventato un potenziale bersaglio, un obiettivo strategico in uno scenario di guerra che molti fingono ancora di non vedere, ma che si avvicina ogni giorno di più. “La scelta scellerata di trasformare l’aeroporto D’Annunzio in uno scalo di movimentazione bellica – denunciano i promotori – sta facendo diventare Montichiari un potenziale bersaglio nel caso, sempre meno remoto, di un conflitto aperto tra NATO e Russia”.
Mentre a Roma si è tenuta la conferenza internazionale farsa per la ricostruzione dell’Ucraina, i leader che hanno alimentato il conflitto e tollerato la soppressione delle libertà politiche a Kiev si riempiono la bocca con parole come “pace” e “democrazia”. Ma la verità – denuncia l’USB – è che non si può parlare di libertà finché si obbligano i lavoratori a caricare missili sui cargo. Non si può parlare di democrazia se si reprime chi rifiuta di essere complice della guerra.
Luigi Borrelli oggi è il volto di una resistenza silenziosa ma determinata. È il simbolo di chi sceglie la pace e il coraggio civile contro la complicità e la rassegnazione. La sua lotta è la nostra. E la sua voce, che alcuni vorrebbero spegnere, oggi risuona più forte che mai.
“Il presidio di protesta e lo sciopero indetto dall’Usb ha dato i suoi risultati – ha detto in una nota Dario Balotta portavoce Europa Verde Brescia -. E infatti nell’aeroporto civile di Montichiari il carico di missili proveniente da Livorno con un Tir e diretto a Doha con la compagnia cargo Silkway è stato soppresso”.
“Lo scalo di Montichiari è uno scalo commerciale e non militare pertanto i lavoratori non possono essere costretti a movimentare armi. Non solo, le strutture sono inadeguate e la movimentazione di missili e non di merci avverrebbe in prossimità di edifici civili. I lavoratori non sono stati arruolati nell’esercito Italiano lavorando a Montichiari. E’ inoltre grave che la commissione nazionale sugli scioperi abbia dichiarato che l’astensione dal lavoro sarebbe in violazione della legge perché trattasi di servizi essenziali. La commissione confonde (volutamente) i trasporti sanitari ed alimentari e non si cura di redarguire il ministro dei Trasporti che glissa sulle pessime condizioni di trasporto delle migliaia di pendolari dei treni, questi si essenziali, che ogni giorno subiscono gravi disagi”.
Laura Tussi