"FAREMO DI NUOVO GRANDE L'OCCIDENTE"

di Lino D’Antonio - liberacittadinanza.it - 18/04/2025
Negli USA, con Trump, già è in atto una formidabile demolizione della cultura con attacchi alle più prestigiose università americane, della ricerca scientifica, della prevenzione sanitaria, con l’azzeramento di ogni umana pietà verso i migranti e i meno abbienti tramite leggi liberticide che offendono la dignità.

Meloni, pur pagando pegno con la promessa, anche a nome nostro senza il nostro consenso, di futuro acquisto di gas americano e di armamenti, non è andata a Washington per i dazi, per l’Italia, per l’Europa, né per migliorare i rapporti tra quest’ultima e gli USA. È andata colà per un progetto molto ambizioso e pericoloso da avventurieri della politica, che condivide con Trump: quello di un futuro ordine mondiale. E di sicuro, a fronte di ciò, sarà lei il punto di riferimento del despota americano. Non si tratta di fantapolitica, di illazioni o errate interpretazioni, perché è la stessa Meloni che lo afferma con grande naturalezza: “FAREMO DI NUOVO GRANDE L’OCCIDENTE”.

Quindi, l’occidente con le sue inalienabili regole democratiche, con una acquisizione sempre più vasta di diritti, con una ritrovata coscienza ambientalista, insomma con tutti i progressi civili degli ultimi decenni, nell’ottica della destra estrema mondiale, non va bene, anzi è regressione. L’attacco in Parlamento, poco tempo fa, della presidente del Consiglio contro il Manifesto di Ventotene, foriero e simbolo della nuova Europa dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, va in tal senso. Sono le loro pubbliche dichiarazioni e le leggi antidemocratiche approvate soprattutto da Trump, che ci danno tale chiara chiave di lettura. In Italia ad esempio, si può citare “il decreto sicurezza”.

E Meloni, presso il caminetto alla Casa Bianca, a latere di colui che potrebbe diventare l’unico padrone del mondo, dice, senza che si possa equivocare: “Trump ed io, tra l’altro, siamo contro l’ideologia Woke”. A questo punto un sorrisetto da parte del presidente americano, sicuro del “cavallo di Troia” (Meloni) di cui dispone in Europa. Per capire questo passaggio fondamentale della visita di Meloni negli USA, bisogna che si sappia che cosa sia la cultura Woke, contro cui sono coalizzati Trump e la premier italiana. Sarebbe il caso che lo sapessero a fondo tutti in Europa e le nostre opposizioni, perché grandi battaglie, nell’immediato futuro, attendono quelle forze e tutti quei cittadini, che ancora hanno a cuore la democrazia.

Cos’è la “Cultura Woke” e perché si chiama così

  Il wokismo è un movimento che promuove la giustizia sociale, concentrandosi su tematiche come il razzismo, le disuguaglianze di genere e i diritti delle minoranze. Recentemente il concetto di “woke” è stato esteso anche a questioni di giustizia sociale più ampie, per esempio i diritti LGBTQ+. Alcuni lo vedono come una spinta verso l'inclusività, altri criticano il suo moralismo e la mancanza di analisi strutturali.

Alla fine la cultura Woke è stata usata dalle destre estreme, per indicare il loro disprezzo verso tutto ciò che esprime il mondo progressista e da abbattere con tutte le forze. Negli USA, con Trump, già è in atto una formidabile demolizione della cultura con attacchi alle più prestigiose università americane, della ricerca scientifica, della prevenzione sanitaria, con l’azzeramento di ogni umana pietà verso i migranti e i meno abbienti tramite leggi liberticide che offendono la dignità.

È veramente tutto questo che vogliamo?

Lino D’Antonio

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