Le ragazze d’Iran sono da settimane in rivolta, per rovesciare il regime immondo degli ayatollah che imprigiona tortura e uccide per una ciocca di liberi capelli femminili al vento. Un regime che uccide ormai anche i bambini (il 21 novembre i minori uccisi erano 58).
Il padre di Mohammad Hasanzadeh, ventottenne accoltellato a Bukan mentre cercava di liberare una ragazza dalla morsa di un gruppo di bassiji – i depravati guardiani della immorale islamica – durante il funerale del figlio ha detto: “Un tempo quando parlavamo di qualcuno dotato di integrità e di coraggio, dicevamo: è molto virile. Ma oggi se un uomo vuole essere un uomo deve prendere esempio da una donna. Bisogna essere femminili per essere veri uomini adesso”.
La feroce repressione, centinaia e centinaia di morti, migliaia e migliaia di arrestati e torturati, non ha fin qui fermato la rivolta guidata dalle ragazze d’Iran, ormai una rivoluzione di tutti gli iraniani democratici.
Nei decenni passati siamo scesi in piazza per molto meno. Non possiamo più restare inerti di fronte alle azioni mostruose di Khamenei e dei suoi scherani. Il silenzio diventa complicità. MicroMega è solo una piccola rivista bimestrale della sinistra eretica, perché egualitaria e illuminista. Non siamo in grado di organizzare una manifestazione. Con questo appello chiediamo però, anzi gridiamo, alle tante organizzazioni che hanno manifestato per la pace – Cgil, Anpi, Arci, Acli, Agesci, Comunità di sant’Egidio, Gruppo Abele, Legambiente, Libera, Rete della conoscenza, Rete degli studenti medi e le altre cento o duecento organizzazioni della manifestazione del 5 novembre – alle tante personalità della società civile democratica e di sinistra che hanno voce pubblica, alla galassia dei gruppi femministi, di darci la disponibilità per organizzarla con loro questa improcrastinabile manifestazione. Ieri è stata eseguita la prima impiccagione di un manifestante per il reato di “inimicizia contro Dio”. Se l’Occidente democratico non si mobilita altre ne seguiranno, quotidiane.
Sabato a Roma ci sarà un corteo del Partito radicale. Domenica a Milano al teatro Parenti una manifestazione del quotidiano on line Linkiesta e di “La Repubblica”. Speriamo che abbiano il più ampio successo. Ma questo non fa che sottolineare la latitanza della grande maggioranza della sinistra della società civile.
Amici e compagni che vi sentite e dichiarate di sinistra, aiutateci a dire NO! aiutateci a gridare la solidarietà con le ragazze d’Iran che a mani nude stanno trascinando un popolo a rovesciare l’abietta sanguinaria dittatura teocratica degli ayatollah. Cgil, Anpi, Arci, Acli, Agesci, Comunità di sant’Egidio, Gruppo Abele, Legambiente, Libera, Rete della conoscenza, Rete degli studenti medi... tutti voi che siete stati capaci di organizzare la grande manifestazione del 5 novembre, impegnatevi con la stessa energia di mobilitazione per organizzarne una a gennaio per le ragazze d’Iran, alla testa della rivoluzione democratica e laica del popolo iraniano.
Paolo Flores d’Arcais