L'unico governo necessario è (quasi) impossibile

di Paolo Flores D'Arcais - huffingtonpost.it - 15/08/2019
Un governo della società civile "giustizia-e-libertà"

Il boss della Lega Salvini ha deciso di far dimettere il governo Salvini-uno, governo pre-fascista ma di coalizione,  per sostituirlo con il governo Salvini-due. Il boss pre-fascista ha spiegato il perché con spudorata onestà e smargiassa chiarezza: per i prossimi cinque anni vuole pieni poteri. Tutti per lui, senza ulteriori mezzadrie, neppure con tappetini alla Di Maio.

Di fronte a tanta arroganza, cominciano a preoccuparsi anche politicanti e penne d’establishment che fino a oggi ingiuriavano di estremismo chi bollava Salvini di pre-fascismo (e ieri chi “demonizzava” Berlusconi, del resto).

Ma cosa sanno proporre questi maghi di Realpolitik per “fermare i barbari”? Trasfusioni di sangue per bloccare Dracula! Accrocchi partitocratici, comunque infiocchettati.

Se Salvini in un anno è passato dal 4 al 17% e in quello successivo dal 17 al 38%, il motivo è noto ai bambini e lo conoscono anche i sassi: perché un quarto di secolo di regime berlusconiano e di ulivo-inciucio e altri montiletta e renzirenzi o gentiloni hanno fatto tracimare fino a hybris di vergogna la disuguaglianza sociale.

Epuloni sempre più grondanti di ricchezze, ceti medi sempre più umiliati, impoveriti, insicuri (dei proletari non si parla neppure più).

Salvini, che rappresenta il partito degli affari quanto Berlusconi, a forza di razzismo (e in assenza di una sinistra degna del nome) è riuscito a spacciarsi come uomo del popolo, fingendo odio verso il privilegio, mentre odia solo la cultura, l’indipendenza dei magistrati, l’informazione imparziale e ogni potere di controllo.

Per fermarlo e farlo tornare al 17 e al 4% c’è perciò un solo modo: porre fine alla barbarie di disuguaglianza di questo quarto di secolo, attraverso una gigantesca redistribuzione che tolga ai super ricchi della finanza, ai padroni degli appalti, ai parassiti del liberismo senza legalità, ai grassatori della grande evasione, o per restituire ai ceti medi, a quel che resta della classe operaia, ai disoccupati.

Una politica di radicale giustizia-e-libertà. 

Le proposte d’establishment, Renzi, Franceschini o Grillo che siano (per non parlare dell’annaspante Zingaretti) ripropongono invece i vizi del passato, lo statu quo imbellettato con i Cantone o Cottarelli, terapie che faranno lievitare stratosfericamente i consensi a ghigno e teppismi salviniani.

L’unica alternativa realistica al pre-fascismo in vocazione di pieni poteri è un governo di legislatura in rottura radicale col quarto di secolo della diseguaglianza trionfante e spudorata. Che faccia della redistribuzione egualitaria la sua stella polare. Ed entri in guerra contro corruzione, mafia, grande evasione. Governo affidato alla società civile giustizia-e-libertà, per l’appunto. 

Un governo Rodotà, sarebbe stato ovvio dire due anni fa. Oggi un governo Zagrebelsky, per esempio, con Lorenza Carlassare, Davigo alla giustizia,  Scarpinato agli interni, Mazzucato all’economia, Caracciolo agli esteri, Saraceno a welfare e pari opportunità, Montanari ai beni culturali, Canfora alla pubblica istruzione, sempre per fare esempi della caratura morale, professionale e sommamente politica di cui ci sarebbe urgenza improcrastinabile.

Se M5S e Pd fossero ciò che in questi giorni stanno sviolinando di essere, personalmente disinteressati perché interessati solo al bene dell’Italia, è un governo del genere che proporrebbero a Mattarella, e che sosterrebbero lealmente per quattro anni. Ogni altro governo non farà infatti che avvicinare e affrettare in Italia il putinismo, forma presente del fascismo.

Ma Zingaretti è interessato solo ad avere gruppi parlamentari suoi, Renzi a non perdere quelli che controlla, Di Maio a non tornare ai lavori di cui è capace dopo le due legislature di “servizio ai cittadini” (i 5S le moltiplicheranno meglio dei pani e pesci, scommessa sicura), per cui per egoismo resteranno nella cecità, con un governicchio di qualche mese o con le elezioni il 2 novembre (mi sembrerebbe il giorno più adatto) e regaleranno il paese a un premier energumeno, che avrà i numeri per eleggere il presidente della repubblica, plasmare a sudditanza corte costituzionale e Csm, cambiare la costituzione in stile Orban.

Altro che responsabilità (che oggi fa rima solo con giustizia-e-libertà), con il loro piccolo cabotaggio si confermeranno i miserabili che fin qui sono stati.

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