Spunta come un fungo alla vigilia delle elezioni amministrative nel maggio 2012. Non s'era distinto nelle manifestazioni contro l'inceneritore, che aveva i suoi leader; non rappresentava il M5S, né era presente alle centinaia di riunioni, assemblee, cortei, proteste cittadine che portarono alle dimissioni dell'ex sindaco Vignali, travolto da una mezza dozzina di inchieste della Magistratura e dalle imponenti manifestazioni di piazza, che si succedettero senza tregua a Parma per tutta l'estate.
Neanche l'ombra. Insomma era un perfetto sconosciuto senza arte né parte, di cui abbiamo appreso l'esistenza quando ce lo siamo ritrovati su una lista elettorale, a cavalcare per l'incredibile fiuto di Grillo l'indignazione popolare.
Travolti l'establishment, la vecchia nomenclatura politica cittadina, la politica corrotta di tutti coloro che nel potere si erano incuneati al punto di trasudare dai pori falsità, compromesso, inganno, apparenze, questo giovane dall'aria perbene e dalla sintassi zoppicante, abbracciato a Grillo che giurava nella pubblica piazza che avrebbero “dovuto passare sul suo cadavere e su quello di Pizzarotti “se l'inceneritore fosse decollato e l'ingentissimo debito pubblico, frutto di ruberie e corruzione, fosse stato pagato”, piacque, o meglio, la gente scommise che forse da lì sarebbe potuto derivare un cambiamento.
L'inceneritore fu costruito e sebbene Pizzarotti avesse nuovamente promesso che sarebbe stato affamato dalla raccolta differenziata, da anni funziona al massimo della sua capacità termica, perchè brucia pure i rifiuti provenienti da altre città.
E per quanto riguarda il debito pubblico, disattendendo l’impegno preso in campagna elettorale (“Non pagheremo il debito illegittimo!”), Pizzarotti non volle aprire un’indagine capace di restituire l’intreccio degli interessi e delle responsabilità coinvolti.
Il Consiglio comunale, con delibera del 30 ottobre 2012, abbracciò la tesi secondo cui “i cittadini dovranno farsi carico del debito”, e ne vennero trovati i modi: più imposte, in particolare la triplicazione delle aliquote IMU e IRPEF, minori costi dei servizi, attraverso esternalizzazioni, aumenti delle rette, bassa retribuzione del personale, contrazione della spesa pubblica. Nei 10 anni di amministrazione Pizzarotti le aliquote comunali IRPEF sono rimaste fissate al massimo e tali si sono mantenute (v.www.auditparma.it) .
Pizzarotti è stato una costruzione mediatica, un capolavoro giornalistico che dimostra la potenza dei media e la vacuità della politica. E' assurto ad “enfant prodige” quando il vento grillino iniziava a fare presa tra la gente, ma ancora di più quando a soli due anni dalla sua nomina a sindaco ruppe col M5S. Lui compì l'atto clamoroso che piacque a tutti i media, che lo osannarono, portandolo sino in prima serata a parlar male dei grillini. Dietro la rottura pare si sia consumato un non meglio chiarito tentativo frazionistico messo in atto da Pizzarotti stesso, che invitò a Parma fuoriusciti e dissidenti in cerca di un protagonismo. Tale tentativo fu smascherato ed il nostro fu costretto a rompere, infamando la dirigenza pentastellata.
Fu la sua fortuna. In un altro momento storico avrebbe potuto sparire politicamente ed invece i media lo tennero in vita dandogli ossigeno.
Si è conservato così il nostro nel corso dei suoi due mandati: un colpo al cerchio e uno alla botte, tutto ed il contrario di tutto: multe antibivacco e sgomberi violenti di immigrati, costretti letteralmente a dormire sotto i ponti in pieno inverno e durante la pandemia e allo stesso tempo convegni sull'integrazione; consumo di suolo, centri commerciali, progetti faraonici di ricostruzione dello stadio e di trasformazione in cargo dell'aeroporto, privatizzazioni e al contempo dichiarazioni ambientaliste, grande feeling con l'Unione parmense degli industriali e difesa dei centri sociali, difesa del decoro della città e chiusura di agibilità di spazi di socialità.
Un castello di carte, che sarebbe crollato per la sua stessa inconsistenza, se non fosse entrato nel raggio d'azione del potentissimo governatore della Regione Emilia-Romagna, che di fatto dal 2017 ha governato Parma attraverso Pizzarotti.
Bonaccini stringe attorno a sé sindaci su sindaci, grandi lobby su grandi lobby per costruire il suo feudo, che si trasformerà in regno dopo l'approvazione dell'autonomia differenziata. Ha diretto per mesi attraverso un suo emissario le trattative che hanno portato Effetto Parma (raggruppamento messo in piedi da Pizzarotti dopo la rottura col M5S) a confluire col PD alle amministrative del giugno 22, che hanno riportato il PD dopo 25 anni alla guida della città. Un autentico capolavoro, dal momento che il PD è stato per ben 10 anni all'opposizione della giunta Pizzarotti. Ma tant'è.
Gli si può perdonare questa improvvisa conversione verso il Pd? D'altronde come resistere alle sirene del PD che se lo vezzeggiarono, se lo portarono alle feste dell'Unità, gli promettevano un luminoso futuro a Montecitorio? Gli si può perdonare di aver portato ad una disonorevole inconsistenza Effetto Parma, precipitata all 8% dopo 8 anni di governo della città?
Almeno fosse in lista col Pd alle prossime politiche! E invece no. Lotte interne per le candidature, equilibri di potere tra correnti hanno lasciato andare alla deriva l'evanescente Pizzarotti.
Che è stato trascinato dalla corrente, sempre senza bussola, attaccandosi ora qua ora là per riuscire a galleggiare.
E allora, dopo aver tentato di costituire una lista civica nazionale, “che impegni sindaci, amministratori locali, associazioni ..” (andate a guardare che fine fece il Partito dei sindaci da lui voluto nel 2018!) il 28 luglio puntualizza che ”E' un'operazione da fare insieme al Pd”, i primi di agosto accarezza l'idea di allearsi con l'odiato Di Maio, con cui aveva rotto negli anni addietro, ed infine il 7 agosto si concede a Renzi, l'ultimo rimasto, contro il PD.
Si dice convinto che “ una lista unica e un unico simbolo con la Lista civica nazionale, Italia Viva e Azione sia la soluzione migliore", e straccia in un colpo solo il tanto decantato “modello Parma”, fondato sull'accordo col PD, a meno di due mesi dalle elezioni amministrative (facendo irritare persino il sindaco Guerra, che ha parlato di “giravolte”), e dopo i pesantissimi scambi con Calenda e il suo pupillo nel corso della campagna elettorale.
Ora si aggrappa a Renzi, contro la cui “deforma “ della Costituzione nel 2016 Effetto Parma si era battuto all'interno del Comitato per il no al referendum. Potere del trasformismo!
Ma, caro Pizza, fai attenzione! Renzi è come la medusa, pietrifica chiunque incroci il suo sguardo. E' un vaso di ferro. Il suo è un abbraccio mortale.
Questo è il nostro ragazzo, costruito dai media. Ha zampettato senza idee e senza soluzione di continuità dal M5S, Effetto Parma, + Europa, il partito dei sindaci, il PD, la Lista civica nazionale, Italia Viva, forse Calenda.
Cari media, ma che creatura è mai questa?
Cristina Quintavalla
Commissione audit sul debito pubblico
Parma 9 agosto '22